VOGHERA FERRUCCIO VOGHERA EDOARDO
Maestra Voghera Giuseppina
29/06/1902 NEIVE (CUNEO)
Professione INSEGNANTE ELEMENTARE
Nome di battaglia PINOTTINA
PARTIGIANO
Formazione 1° GDA Dal 15/02/1944 Al 07/06/1945
PARTIGIANO Dal 15/02/1944 Al 07/06/1945
FAMIGLIA VOGHERA CON AL CENTRO
LA Maestra GIUSEPPINA
Le sorelle ERNESTINA E GIUSEPPINA VOGHERA
DON ANTONIO BERGADANO E SINDACO ALFONSO CASTAGNO
SINDACO CASTAGNO- DON COGNO- DOTT. PASSALACQUA- MAESTRA
VOGHERA GIUSEPPINA
PROFESSOR VADA VINCENZO
Cerimonia per il conferimento della medaglia d’oro per
l’Insegnamento prestato
"Fu la più selvaggia
parata della storia moderna: solamente di divise ce n'era per cento
carnevali".
Edoardo
di fronte al tabellone che Ferruccio ha fissato proprio nel punto dove sotto la
Topia negli anni 50 vide Zia Pinottina chiacchierare con Beppe Fenoglio, ha un
ritorno di quelle immagini e gli pare di rivivere ed udire le loro parole.
Osservando il tabellone, allo stralcio tratto da “la Malora “ aggiunge: Io
avevo 14 15 anni e la zia, per non andar da sola veniva ai “Pastura” e mi
chiedeva di accompagnarla. Io ben felice, la seguivo e osservavo e
ascoltavo ignaro le parole di chi
incontrava, e quei fatti si sono fissati nella mia memoria e mi tornano
naturali e limpidi. Ad esempio quando leggo di Fenoglio nel racconto l’Andata”:
"Fu
la più selvaggia parata della storia moderna: solamente di divise ce n'era per
cento carnevali" mi ritrovo a sentire spiegare da lui i vari fatti.
Anche Ferruccio interviene e
mi fa notare la forza e la bellezza dello stralcio tratto sempre da La malora:
“La gente ferma o che camminasse teneva la testa rientrata nelle spalle e aveva
la faccia degli ubriachi o quella di chi s’aspetta il sollecito in qualche
parte. Così la gente, pressata contro i muri di via Maestra, vide passare i
partigiani delle Langhe……”
Ancora
Edoardo mi ricorda quanto lo attraessero le parole di Fenoglio,coniava espressioni
che lo incuriosivano ed effettua l’esempio con il termine “affogoso” per
descrivere il fiume Tanaro. “Ed il suo fiume –
grosso, importante fiume, forse più grande di essa, forse beyond her worth, le
appariva dietro, not fullbodied, unimpressive and dull come un’infantile
riproduzione di fiume in presepio. (dal Partigiano Jonny).”
Dopo questi ricordi Edoardo mi racconta dell’incontro che la zia ebbe,
lui presente, con il Comandante “Paolo” FARINETTI.
< Sono ricordi di ragazzino, come quella volta che la zia si presentò
in cascina e mi disse : <vieni Edo che dobbiamo andare a Barbaresco>
Siccome lei era Ufficiale di collegamento dei vari gruppi partigiani, aveva
necessità di incontrare Paolo Farinetti.
Io avevo quindici anni e ci avviammo calpestando la neve, e ce n’era
tanta, poiché a quei tempi “ra calà” non la effettuavano. Arrivammo alla sede
della formazione e la zia chiese di incontrare Paolo. Si salutarono e lei gli
riferì, ma lui la interruppe e mi guardò, come per chiedere chi fossi. Allora
mia zia comprese e gli disse < stai tranquillo è una “tomba”> e
continuò< Guarda che c’è un problema importante, hanno catturato due
partigiani e li fucilano martedì> era un venerdì sera a mezzanotte o giù di lì!
Allora lui pensò un attimo poi la rassicurò<martedì, quindi abbiamo un
giorno o due, ma va bene stai tranquilla “dagh ra larga ai mè antorna Alba e
apena un o bota fora ra testa ro ambrancoma”( allerto i miei intorno ad Alba e
appena uno mette fuori la testa lo catturiamo). Ed effettuiamo lo scambio>. <
Ora, i particolari di chi fossero i partigiani non lo ricordo, ma seppi
che riuscirono a catturare due fascisti e ad effettuare lo scambio. Questo
fatto mi è rimasto impresso come anche l’immagine del Partigiano Paolo colpì i
miei occhi di ragazzino: lui era un bel giovane alto e sicuro di sé, rassicurò
anche la zia!>
VOGHERA EDOARDO
BOMBARDAMENTI
A NEIVE
Il secondo bombardamento su
Neive, avvenne con obiettivo il Silos del Consorzio Agrario, la sede
“dell’Ammasso”. Noi dai Pastura vedemmo arrivare i Bombardieri, eravamo dalla
“sota”(laghetto per lavare), uno di questi aerei si abbassò ulteriormente e
quando fu sopra il “silos”, situato verso il Tosone, lasciò cadere una bomba
che fece saltare la costruzione con grande esplosione e boato. Il primo
bombardamento fu quello mirato alla “Galleria ferroviaria” del 30 Marzo 1945
VOGHERA FERRUCCIO
Io avevo appena due anni e
qualche mese, ma è rimasto il ricordo di quegli aerei che già ai Pastura erano
talmente bassi che sembrava possibile toccarli! Mia sorella Sandra mi prese e
mi condusse al riparo nella cantina, poiché non si sapeva cosa avrebbero
combinato. Ci dissero in seguito che avevano bombardato il “silos
dell’Ammasso.”
VOGHERA EDOARDO
Un altro fatto d’aerei che ricordo è questo:
Vedemmo arrivare una
formazione di “Fortezze volanti”e levarsi in volo un piccolo aereo dal Campo
d’aviazione di Govone, che saliva puntando la “formazione”. Dalla formazione di
Fortezze se ne staccò una che andò a mitragliare il bimotore. Fu distrutto e
andò in mille pezzi come fosse stato di legno. Dai Pastura vedevamo benissimo
la pianura verso Govone, ed ho ancora negli occhi quella scena “ da cinema”.
Faceva persino sorridere che qualcuno avesse avuto l’idea di attaccare una
Formazione di 50 aerei con un piccolo bimotore!
"Luftwaffe
Airfields 1935-45" di Henry L. deZeng
Govone
(ITAL) (a.k.a. Flugplatz 205) (44 47 10 N – 08 06 25 E) General: landing ground
in NW Italy 47.5 km SE of Torino (Turin), 15 km SW of Asti and 2.25 km SSE of
the village of Govone. History: a Royal Italian Air Force glider field that was
taken over by the Luftwaffe in September 1943, but no record has been found of
any Luftwaffe units being based here. In 1944 it was abandoned and returned to
cultivation. Surface and Dimensions: leveled farmland with some artificial
drainage that in Oct 43 measured 1,500 x 1,100 meters (1640 x 1200 yards). No
paved runway. Fuel and Ammunition: pits had been dug on the perimeter near the
N corner for the storage of fuel drums. Infrastructure: none. Billeting was in
nearby farm houses. The nearest rail connections were quite some distance away
in Asti and Alba. Dispersal: no organized dispersal facilities. Remarks: 15 Apr
45: listed as rendered completely unserviceable by demolition, plowing or
obstruction. [Sources: AFHRA A5262 pp.1267 and 1782 (1 Jan 45); chronologies;
BAMA; NARA; PRO/NA; web site ww2.dk]
Govone
(ITAL) (alias Flugplatz 205) (44 47 10 N - 08 06 25 E) Generale: atterraggio in
Italia NW 47,5 km a sudest di Torino (Torino), 15 km a sud ovest di Asti e 2,25
km a SSE del paese di Govone . Storia: un campo di aliante della Royal Air
Force italiana che è stato rilevato dalla Luftwaffe nel settembre del 1943, ma
non è stato trovato alcun record di tutte le unità della Luftwaffe che si
trovano qui. Nel 1944 fu abbandonato e restituito alla coltivazione. Superficie
e dimensioni: terreni agricoli livellati con qualche drenaggio artificiale che
nel 43 ottobre misurava 1.500 x 1.100 metri (1640 x 1.200 metri). Nessuna pista
asfaltata. Carburante e munizioni: erano state scavate buche sul perimetro
vicino all'angolo N per lo stoccaggio di fusti di carburante. Infrastruttura:
nessuna. Billeting era nelle fattorie vicine. I collegamenti ferroviari più
vicini erano piuttosto distanti tra Asti e Alba. Dispersione: nessuna struttura
di dispersione organizzata. Commento: 15 aprile 45: elencato come reso completamente
inutilizzabile da demolizione, aratura o ostruzione. [Fonti: AFHRA A5262
pp.1267 e 1782 (1 gennaio 45); cronologie; BAMA; NARA; PRO / NA; sito web
ww2.dk]
La zia
Pinottina scampò parecchie volte all’arresto dei “muti”, ma il salvataggio che
ebbe del miracoloso fu quello dovuto alla prontezza di una ex allieva di
Treiso. Questa giovane era impiegata come “telefonista” alla Stipel di Alba, il
centralino che era situato in via Maestra, e ascoltò l’ordine che giungeva dal
comando di Torino per il Comandante Gagliardi di Alba: “Arrestare
immediatamente la Maestra Voghera Giuseppina Collaboratrice dei Ribelli”.
Prontamente questa ragazza mollò tutto e inforcata la bicicletta volò a Treiso
ad avvisare la zia della notizia ricevuta. In quell’occasione fuggì a San
Sebastiano Po presso una cascina dei Conti Riccardi Candiani Camillo(1925 e
GianPaolo 1926.)
Il generale Adolfo ebbe dalle sue seconde nozze con
Adelaide dei conti Candiani d'Olivola, Guido (nato Casale Monferrato, 21 giugno
1886), il quale ottenne con R.D. 28 maggio 1925 e RR. LL. PP. del 14 febbraio
1926, la rinnovazione del titolo di conte per successione alla famiglia materna
dei conti Candiani d'Olivola, coll'aggiunta del cognome. Guido sposò (1915)
Anna del conte Alberto Miglioretti di San Sebastiano, e da queste nozze
nacquero Camillo (nato Torino, 27 aprile 1925) e Giampaolo (nato a Torino, 22
luglio 1926). La presenza del motto nella bibliografia documentata della famiglia
ci conferma l'avita nobiltà raggiunta della casata. L'origine del motto risale
a circa il XIV secolo.
Questo fu
il “primo rastrellamento” con obiettivo l’arresto della zia, ne seguirono ben
altri tre caratterizzati dalla partenza di truppe fasciste e poi anche naziste
da Asti che “setacciavano” il territorio fino a Neive e poi arrivavano ai
Pastura, la Borgata dove vi era casa nostra. Venivano da Papà e lo
sottoponevano ad interrogatorio per sapere dove fosse la zia. Lui sempre
tranquillo diceva di non saperlo e indicava la scuola di Treiso dove a lui
risultava essere insegnante. Anche la mamma si dimostrava tranquilla e per
“ingraziarsi” quei “militi” che vedeva forzati ad effettuare quelle indagini,
offriva loro generi alimentari e di vestiario.
RASTRELLAMENTO
AI "PASTURA" CON I TEDESCHI
Nel terzo
rastrellamento arrivarono anche le truppe tedesche. Mio fratello Giovanni
(1925) ed io (1927) ci nascondemmo in una soffitta a cui si accedeva con una
scala dal fienile. Perquisirono tutta la casa e poi si stanziarono proprio in
una camera sotto il nostro nascondiglio. Essendo Giovanni sotto leva, se veniva
arrestato correva il rischio di essere deportato in Germania come successe a
Celestino e Ottavio Barbero di Alba. Io pur non essendo ancora sottoposto a
obblighi di leva temevo ugualmente e così mi nascondevo. I due comandanti
tedeschi trascorsero, fortunatamente, una sola notte accampati sulla paglia di
un “balot” rifiutando il letto che la mamma stava preparando e alle 5,00 avendo
ricevuto ordini se ne andarono con nostro grande sollievo. Non dormimmo né ci
muovemmo tutta la notte per timore di essere scoperti.
FERRUCCIO
VOGHERA
La mamma
mi raccontò che in quella occasione, il papà, non avendo armi , prese un
tridente e sul fienile osservò i militari che cercavano. Alla mamma che gli
chiese dopo cosa faceva anche lui sulla “travà” disse: “se si azzardavano ad
aprire quella porta dove erano nascosti Giovanni ed Edo, ji anfrissava!(li
infilzavo!)
FAMIGLIA
GIARGIA - BRUNO E I PARTIGIANI
Durante la Resistenza, anche a Neive
come a Barbaresco, Treiso , Mango ed in altri paesi si stabilì una Formazione
di Partigiani. Questo gruppo andò a stanziarsi in San Sebastiano nella casa del
Federale Bruno Cesare marito della Maestra Giargia Giuseppina collega della zia
Pinottina. La famiglia Giargia-Bruno aveva lasciato la casa e lui aveva avuto
incarico di Comandante Federale in Trentino.
BRUNO SERGIO GIOVANNI ANTONIO DI CESARE
E GIARGIA GIUSEPPINA NEIVE 29 05 1925
FF AA RSI CAMICIA NERA CADUTO A CIGLIANO
VERCELLI IL 27 04 1945
Quando i Partigiani si insediarono, i
famigliari pensarono fosse stata la zia a fornire informazioni ai Partigiani e
così si incrinò l’amicizia con la Maestra Giargia e fu ordinato un
rastrellamento per arrestare anche la zia Pinottina ormai conosciuta come
collaboratrice dei Partigiani. Anche in questa occasione le milizie partirono
da Asti e dopo aver “seminato terrore” nelle zone fino a Neive, arrivarono
anche ai Pastura a cercare la zia e ad interrogare papà. Fortunatamente non
furono mai brutali e sempre se ne andarono senza ritorsioni.
ZIA
ERNESTINA E LA COLLABORAZIONE CON I PARTIGIANI
Anche la
zia Ernestina che si era sposata con Fantaguzzi e abitava in Via Maestra ad
Alba collaborò con i Partigiani ospitando alcuni Partigiani feriti nella
propria casa. Lo testimoniarono anche Giovanni Negro e Saverio Rasini di
Mortigliengo
Il papà
Peppino, del 1898 fu richiamato alle armi nel 1940 e dovette andare a
“pattugliare” sul Confine con la Francia. Furono arruolati anche Mario Negro
proprietario della Fornace di Neive che fu Podestà e poi Sindaco nel
Dopoguerra, e Giacomo Stupino.
FERRUCCIO
VOGHERA: <Papà fu congedato dopo quattro mesi perché nacqui io, dice mio
fratello Arduino. >
VOGHERA
EDOARDO:
<Si, grazie ad una normativa che prevedeva l’esenzione dal Servizio Militare per i Capofamiglia con più di 4 figli a carico (e noi eravamo in cinque con te) papà fu congedato.>
EDOARDO ONORA ANCHE LA MEMORIA
DI LAURA SACERDOTE(AUSCHWITZ 06 02 1944) DEI SUOI CUGINI NASCOSTI DAL PAPA’ PEPPINO VOGHERA in una cascina di sua proprietà dove vi erano dei mezzadri
LAURA SACERDOTE Alba: 01/10/1920
MORTA19/07/1945
di Ernestina Diana Borgetti e Claudio Sacerdote
luogo di arresto: frontiera ITALO-SVIZZERA
SORELLA DI LUCIANA
DETENUTA A VARESE POI CARCERE
DI MILANO 30/01/44
CONVOGLIO N. 6 PARTENZA 30 01
44 ARRIVO 06 02 44 AUSCHWITZ
MATRICOLA 75191
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