TRAVAGLIO
GIOVANNA 1935 di Pra Fregg Bossolasco
di mamma
Vacchetta di Genola del 1887 che morì quando lei aveva pochi mesi.
Nel
partorire il primo figlio rimase semi paralizzata, e tuttavia ebbe altre tre
figlie, una sposò Protto fratello di Don Camillo e una sposò Bastanza Secondo
di Arguello e furono genitori di Luciana. La famiglia Travaglio era a mezzadria
nella Cascina Prato Freddo e Giovanna fu cresciuta dalla nonna Paterna e dalle
sorelle.
Quando il
padre di Giovanna rimase vedovo, si presentò un “Bacialé “(Sensale) che volle
presentarle una donna, ma le cognate, quando seppero che era vedova con quattro
figli non permisero neppure che venisse a farsi conoscere!
Il
cognato Bastanza, le raccontò che quando lui andava alla Cascina a lavorare la
vedeva tutta coperta di mosche e pensò non c’è l’avrebbe fatta a sopravvivere.
Invece, dice Giovanna: < eccomi qua a 85 anni! Si vede mi son fatta gli
anticorpi!>
Anche la
nonna Materna che ogni sabato, da Somano si recava a far visita al genero e
alle nipoti rimaneva impressionata per le condizioni fisiche della più piccola
e pregava il Signore perché la chiamasse a lui come aveva fatto con la mamma.
Quando Giovanna fu più grande, in occasione di una visita della nonna, la
accompagnò sulla strada del ritorno verso Somano. La nonna volle entrare nella
Chiesa della Madonna della neve e nell’accendere una candela alla Madonna,
scoppiò in lacrime, alla nipotina che chiese perchè piangesse, la nonna rivelò
che era pentita di aver chiesto a Dio di farla morire!
Giovanna
ricorda che venivano i Partigiani a cavallo e si fermavano a pranzo o cena.
Appena se ne andavano occorreva affrettarsi a cancellare le impronte poiché se
arrivavano i tedeschi c’era rischio di vedersi bruciare la casa.
Giovanna
frequentò le scuole a Bossolasco e racconta che le fecero ripetere la quinta
poichè il cugino, un anno più giovane, non sarebbe più andato a scuola senza di
lei, così le imposero di frequentare nuovamente la quinta.
Un
giorno, quando frequentava la classe prima, si offrì di uscire a vedere l’ora
al campanile della Chiesa, ma quando fu fuori si rese conto che lei non era in
grado di leggere l’ora. Non si perse d’animo ed ebbe fortuna. Il Messo Comunale
Sig. Chiesa la vide e le intimò di rientrare, anche perché vi erano due metri
di neve. Giovanna astutamente chiese che ore fossero, questi osservò il
campanile e glielo riferì, così lei rientrò felice e fece “bella figura” con
compagni e Maestra.
Nessun commento:
Posta un commento