CRAVANZOLA ENRICHETTA nacque il 22 Luglio 1918 nella Cascina “Ciabò” di Govone da Cavagnero Maria e Bonifacio, era la più piccola di cinque figli. La sua famiglia per acquistare la cascina si indebitò e allo scoppio della guerra, senza braccia giovani fu ridotta alla fame. Costretti a lavorare giorno e notte nelle vigne, anche la mamma e le ragazze più grandi, Palmina, Maddalena e Rita con Pinoto collaboravano ed Enrichetta dall’età di tre anni fu affidata alle Suore del paese. Dice che pur piccolina le insegnarono a cucire e a ricamare all’Asilo e le volevano un gran bene perché a lei piaceva tanto cucire. Quando si sposò ricorda che le Suore piangevano poichè le si erano affezionate .
Sposai
Alfredo Castagnotti (di Prosperina e Filippo) nel 1940. Lo conobbi a Govone
quando Alfredo venne con la trebbiatrice a “bate èr gran” . Alfredo era un bel
giovane ed io ero in età da marito, avevo 20 anni. Lui mi fece un po’ di corte
ed io accettai, sia perché i miei insistevano perché trovassi un buon “partì””
partito” sia perché mi spinse una mia amica che si era già sposata a Lequio
Berria e mi disse che Alfredo e la sua famiglia possedevano una grande cascina
con buone coltivazioni.
Fui
felice di venire a vivere alla Cascina Muss di Lequio Berria, mi ambientai
subito e il marito Alfredo tutte le Domeniche, capendo che avevo piacere di
vedere i miei, mi accompagnava in bicicletta a Govone a far visita ai genitori.
Non andavamo mai a mani vuote e, almeno una toma avvolta in una foglia di fico
la portavamo sempre!>. Avevamo solo 5 pecore ma producevamo delle ottime
robiole che Alfredo portava a vendere
,il sabato, al mercato di Alba. Mi sembra ancora di vederlo con la sua “gerla”
attaccata alla schiena, partire prima in bicicletta e poi in moto per vendere
le “tome”. Si procurò una buona “Posta” cliente di Govone che lo attendeva e
gli acquistava tutto il formaggio. La mia suocera Prosperina mi volle subito
bene, lei era una grande lavoratrice e produceva “le tome”, faceva i lavori di
casa. Io cucivo continuai il lavoro che amavo tanto. Realizzavo il vestiario
per la famiglia, i pantaloni per gli uomini e mio suocero mi faceva i
complimenti perché glieli cucivo comodi. Gli preparavo anche le giacche da
caccia con la “cassadora” tasca per riporre la selvaggina. Sia Nonno Filippo
che mio marito erano appassionati di caccia e quando veniva anche mio padre
Bonifacio effettuavano belle catture con il Cane “Paris” .
Io amavo proprio tanto cucire e ricamare e anche quando Mariuccia andava a ballare la facevo accompagnare da Alfredo, così lui andava a giocare a carte e io rimanevo a casa a continuare i lavori di cucito, rappezzo e ricamo che non terminavano mai. A volte loro arrivavano e mi trovavano ancora intenta al lavoro alla mia macchina da cucire Singer.
Quando
Mariuccia ebbe 18 anni e venne un uomo di “Ferrero Ind. Dolciaria a cercare
donne per lavorare in fabbrica, il padre fece due conti e comprese che
conveniva maggiormente tenere la figlia a casa a produrre robiole che a farla
andare a lavorare ad Alba.
Castagnotti
Filippo 1883, papà di Alfredo, partecipò alla guerra europea 1915/18, fu preso prigioniero, deportato in Austria e quando tornò era
irriconoscibile, neppure sua madre comprese che era suo figlio. Raccontò che
fece la fame e di notte usciva dalla baracca per andare a sradicare una pianta
di patate e rimediare qualche “kartoffen” da mangiare. Imparò un po' di tedesco e raccontava che in prigionia sognava
talmente la carne, che a lui piaceva tanto , che si sarebbe mangiato il carceriere bello grasso! Andò avanti a 94 anni nonostante i
patimenti subiti.
La nipote Nadia ha scritto un bellissimo fascicolo su di lui.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Nel 1944,
vennero i tedeschi al Muss. Gli uomini erano tutti nascosti e io e la suocera
Prosperina preparammo da mangiare ai soldati affinchè non facessero dei
disastri! Questi però trovarono il nascondiglio dei salami e ne fecero una
“Borsà” presero anche il salame grosso “drà reuza” “della rosa” che conservavamo
per la festa di Lequio!
Erano in
tanti e frugarono in tutte le camere, presero persino le medicine di mia
suocera. Questa se ne accorse e chiese di lasciargliele poiché le servivano. Ci
fu un tedesco “bravo” che comprese e intimò di posarle! Intanto che io rincorrevo i soldati con i
salami, altri presero la radio che aveva comprato nonno Filippo per ascoltare Radio
Londra. Fortunatamente giunsero in paese e posarono la radio sul davanzale
della casa di Zia Firmina che riconoscendo la radio del fratello, la infilò in
casa e riuscì così a sottrarla a quei “soldatacci”.
Mariuccia
stava attenta e quando vedeva la colonna di tedeschi e fascisti che arrivavano
correva ad avvisare suo papà Alfredo e il soldato sbandato Mondano, affinchè
andassero a nascondersi. Avevano predisposto un buco sotto un “fasciné”(catasta
di fasci di legna) e si infilavano ad attendere che Mariuccia li avvisasse che
se ne erano andati.
Di
soldati sbandati che chiesero di essere rifugiati nelle famiglie di Lequio ve
ne erano quattro o cinque, Luigi Mondano fu ospitato dalla famiglia Castagnotti
e diventò uno di casa. Rimase qui fino alla fine della guerra e non voleva
tornare a casa anche perché si era innamorato di una ragazza “Regina”. Nonno
Filippo gli disse che gli avrebbe pagato il viaggio per tornare a salutare
mamma e papà e poi se proprio avesse voluto sarebbe ritornato. Nonno dovette
insistere molto, poiché Luigi piangeva e non voleva partire, oltre che a
Regina, si era anche affezionato tantissimo a Mariuccia e ad Alfonso che aveva
visto nascere! Mariuccia dice che praticamente fu allevata da Luigi, poiché lui
rimaneva in casa ad accudire alle faccende di casa e ai bambini. Non andava in
campagna perché non era capace e in casa stirava, spazzava, cucinava e si
preoccupava quando vedeva che Mariuccia andava da sola alla Messa in paese.
Diceva ad Alfredo che non doveva lasciarla andare da sola e che lui l’avrebbe
accompagnata! E così faceva. Il nonno aveva messo a disposizione di un altro
giovane “sbandato” un “ciabot” e in quella camera, in quattro cinque si
incontravano, erano tutti meridionali: per lo più della Campania e Sicilia. A
volte però litigavano per delle ragazze e Mariuccia ricorda che una volta uno
di questi geloso, venne con il fucile poiché voleva uccidere un compagno che
gli aveva “rubato” la ragazza! La nonna vide questo col fucile e non lasciò
uscire l’altro giovane richiamando quello che voleva uccidere e fece far loro
la “pace”!
Luigi
dopo essersi convinto di tornare a casa si sposò e tenne sempre i contatti con
la famiglia Castagnotti, tornò ad abbracciare e ringraziare nonno Filippo e Nonna
Prosperina per averlo ospitato. Portò al suo paese una piantina di vite e i
fagioli che aveva imparato a coltivare a Lequio Berria e quando venne a Lequio
a far conoscere le sue figliole portò anche dei fagioli coltivati a Napoli.
Dietro: ALFREDO Castagnotti
Davanti da sinistra nonna Prospera, Ghita della Lovera, la cugina maestra Firmina di Alba in visita al Musso, Maria Bonelli (cugina e sorella a balia di Filippo), ultimo a destra Filippo Castagnotti
MARIUCCIA (a destra) : Ballo sull’aia al Musso
Da sinistra: ALFREDO, ENRICHETTA, Teresa una cugina torinese in visita, Mariuccia, Alfonso, Filippo e Prospera
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