mercoledì 17 gennaio 2024

CRAVANZOLA CASTAGNOTTI ENRICHETTA GOVONE 1918

 


CRAVANZOLA  ENRICHETTA nacque il 22 Luglio 1918 nella Cascina “Ciabò” di Govone da Cavagnero Maria e Bonifacio, era la più piccola di cinque figli. La sua famiglia per acquistare la cascina si indebitò e allo scoppio della guerra, senza braccia giovani fu ridotta alla fame. Costretti a lavorare giorno e notte nelle vigne, anche la mamma e le ragazze più grandi, Palmina, Maddalena e Rita con Pinoto collaboravano ed Enrichetta dall’età di tre anni fu affidata alle Suore del paese. Dice che pur piccolina le insegnarono a cucire e a ricamare all’Asilo e le volevano un gran bene perché a lei piaceva tanto cucire. Quando si sposò ricorda che le Suore piangevano poichè le si erano affezionate .

Sposai Alfredo Castagnotti (di Prosperina e Filippo) nel 1940. Lo conobbi a Govone quando Alfredo venne con la trebbiatrice a “bate èr gran” . Alfredo era un bel giovane ed io ero in età da marito, avevo 20 anni. Lui mi fece un po’ di corte ed io accettai, sia perché i miei insistevano perché trovassi un buon “partì”” partito” sia perché mi spinse una mia amica che si era già sposata a Lequio Berria e mi disse che Alfredo e la sua famiglia possedevano una grande cascina con buone coltivazioni.

Fui felice di venire a vivere alla Cascina Muss di Lequio Berria, mi ambientai subito e il marito Alfredo tutte le Domeniche, capendo che avevo piacere di vedere i miei, mi accompagnava in bicicletta a Govone a far visita ai genitori. Non andavamo mai a mani vuote e, almeno una toma avvolta in una foglia di fico la portavamo sempre!>. Avevamo solo 5 pecore ma producevamo delle ottime robiole che  Alfredo portava a vendere ,il sabato, al mercato di Alba. Mi sembra ancora di vederlo con la sua “gerla” attaccata alla schiena, partire prima in bicicletta e poi in moto per vendere le “tome”. Si procurò una buona “Posta” cliente di Govone che lo attendeva e gli acquistava tutto il formaggio. La mia suocera Prosperina mi volle subito bene, lei era una grande lavoratrice e produceva “le tome”, faceva i lavori di casa. Io cucivo continuai il lavoro che amavo tanto. Realizzavo il vestiario per la famiglia, i pantaloni per gli uomini e mio suocero mi faceva i complimenti perché glieli cucivo comodi. Gli preparavo anche le giacche da caccia con la “cassadora” tasca per riporre la selvaggina. Sia Nonno Filippo che mio marito erano appassionati di caccia e quando veniva anche mio padre Bonifacio effettuavano belle catture con il Cane “Paris” .

Io amavo proprio tanto cucire e ricamare e anche quando Mariuccia andava a ballare la facevo accompagnare da Alfredo, così lui andava a giocare a carte e io rimanevo a casa a continuare i lavori di cucito, rappezzo e ricamo che non terminavano mai. A volte loro arrivavano e mi trovavano ancora intenta al lavoro alla mia macchina da cucire Singer.


Quando Mariuccia ebbe 18 anni e venne un uomo di “Ferrero Ind. Dolciaria a cercare donne per lavorare in fabbrica, il padre fece due conti e comprese che conveniva maggiormente tenere la figlia a casa a produrre robiole che a farla andare a lavorare ad Alba.

 


 

 




 


CASTAGNOTTI FILIPPO nominato CAVALIERE DI VITTORIO VENETO

Castagnotti Filippo 1883, papà di Alfredo, partecipò alla guerra europea 1915/18, fu preso prigioniero, deportato in Austria e quando tornò era irriconoscibile, neppure sua madre comprese che era suo figlio. Raccontò che fece la fame e di notte usciva dalla baracca per andare a sradicare una pianta di patate e rimediare qualche “kartoffen” da mangiare. Imparò un po' di tedesco e raccontava che in prigionia sognava talmente la carne, che a lui piaceva tanto , che si sarebbe mangiato il carceriere bello grasso!  Andò avanti a 94 anni nonostante i patimenti subiti.

La nipote Nadia ha scritto un bellissimo fascicolo su di lui.


 

 

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Nel 1944, vennero i tedeschi al Muss. Gli uomini erano tutti nascosti e io e la suocera Prosperina preparammo da mangiare ai soldati affinchè non facessero dei disastri! Questi però trovarono il nascondiglio dei salami e ne fecero una “Borsà” presero anche il salame grosso “drà reuza” “della rosa” che conservavamo per la festa di Lequio!

Erano in tanti e frugarono in tutte le camere, presero persino le medicine di mia suocera. Questa se ne accorse e chiese di lasciargliele poiché le servivano. Ci fu un tedesco “bravo” che comprese e intimò di posarle!  Intanto che io rincorrevo i soldati con i salami, altri presero la radio che aveva comprato nonno Filippo per ascoltare Radio Londra. Fortunatamente giunsero in paese e posarono la radio sul davanzale della casa di Zia Firmina che riconoscendo la radio del fratello, la infilò in casa e riuscì così a sottrarla a quei “soldatacci”.

Mariuccia stava attenta e quando vedeva la colonna di tedeschi e fascisti che arrivavano correva ad avvisare suo papà Alfredo e il soldato sbandato Mondano, affinchè andassero a nascondersi. Avevano predisposto un buco sotto un “fasciné”(catasta di fasci di legna) e si infilavano ad attendere che Mariuccia li avvisasse che se ne erano andati.

Di soldati sbandati che chiesero di essere rifugiati nelle famiglie di Lequio ve ne erano quattro o cinque, Luigi Mondano fu ospitato dalla famiglia Castagnotti e diventò uno di casa. Rimase qui fino alla fine della guerra e non voleva tornare a casa anche perché si era innamorato di una ragazza “Regina”. Nonno Filippo gli disse che gli avrebbe pagato il viaggio per tornare a salutare mamma e papà e poi se proprio avesse voluto sarebbe ritornato. Nonno dovette insistere molto, poiché Luigi piangeva e non voleva partire, oltre che a Regina, si era anche affezionato tantissimo a Mariuccia e ad Alfonso che aveva visto nascere! Mariuccia dice che praticamente fu allevata da Luigi, poiché lui rimaneva in casa ad accudire alle faccende di casa e ai bambini. Non andava in campagna perché non era capace e in casa stirava, spazzava, cucinava e si preoccupava quando vedeva che Mariuccia andava da sola alla Messa in paese. Diceva ad Alfredo che non doveva lasciarla andare da sola e che lui l’avrebbe accompagnata! E così faceva. Il nonno aveva messo a disposizione di un altro giovane “sbandato” un “ciabot” e in quella camera, in quattro cinque si incontravano, erano tutti meridionali: per lo più della Campania e Sicilia. A volte però litigavano per delle ragazze e Mariuccia ricorda che una volta uno di questi geloso, venne con il fucile poiché voleva uccidere un compagno che gli aveva “rubato” la ragazza! La nonna vide questo col fucile e non lasciò uscire l’altro giovane richiamando quello che voleva uccidere e fece far loro la “pace”!

Luigi dopo essersi convinto di tornare a casa si sposò e tenne sempre i contatti con la famiglia Castagnotti, tornò ad abbracciare e ringraziare nonno Filippo e Nonna Prosperina per averlo ospitato. Portò al suo paese una piantina di vite e i fagioli che aveva imparato a coltivare a Lequio Berria e quando venne a Lequio a far conoscere le sue figliole portò anche dei fagioli coltivati a Napoli.

 MARIUCCIA CASTAGNOTTI figlia di Enrichetta mi diede queste foto. Grazie alla nipote Enrica Onoriamo Personaggi della famiglia Castagnotti:




MARIUCCIA con nonna Prospera e cugine albesi in visita al "Musso"


Nonna Prospera con le sue pecore e una nipote albese in visita al Musso


Dietro: ALFREDO Castagnotti

Davanti da sinistra nonna Prospera, Ghita della Lovera, la cugina maestra Firmina di Alba  in visita al Musso, Maria Bonelli (cugina e sorella a balia di Filippo), ultimo a destra Filippo Castagnotti


MARIUCCIA (a destra) : Ballo sull’aia al Musso

 


Da sinistra: ALFREDO, ENRICHETTA, Teresa una cugina torinese in visita, Mariuccia, Alfonso, Filippo e Prospera


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