giovedì 11 gennaio 2024

BORDIZZO ADRIANO 1942 E FRANCA CERRETTO LANGHE

 




Io ero piccolo ed ho un vago ricordo, ma mia madre Rosa Cavallotto 1921, lo raccontò molte volte. Nel 1944 dal Bricco di Cerretto Langhe i partigiani videro la colonna di nazifascisti che arrivava da Tre Cunei. All' arrivo della staffetta con la moto, che prevedeva i camion, scesero in strada, lo sequestrarono e lo impiccarono a quella quercia che c'è ancora all'inizio  del borgo.

NICCOLINI IVALDO di QUINTILIO MILANO 1924

FFAA RSI GNR 607° C.DO PROVINCIALE

CERRETTO LANGHE (CN/I) il 13/11/1944 

I nazifascisti vennero a cercare i partigiani e pensando fossero nascosti nelle case diedero fuoco alle prime mettendo dei fasci di grano presi dalla grande "borla" che era sotto il portico. Misero i fasci davanti alla porta e diedero fuoco.


Mia madre con me in braccio e mia sorella per mano uscì disperata dalla porta che avrebbe preso fuoco e con lei le due uniche camere che componevano la nostra casa di pietre e legno. Un soldato, probabilmente tedesco, vedendo le urla e la disperazione di mia madre, tolse i fasci già accesi dalla porta e salvò la casa. Loro cercavano i partigiani, ma quelli e gli uomini che riuscirono erano scappati nei boschi. Mio padre Carlo 1916 in quel periodo era stato richiamato per la guerra in Albania e Grecia.

Mamma raccontava di un vicino che non riuscì a fuggire, lo presero prigioniero e lo portarono in prigione a Bossolasco. Lo tennero rinchiuso per più di un mese, poi fu rilasciato. La moglie andava a portargli da mangiare, ma non glielo lasciavano vedere. Lo interrogavano ogni giorno e lo picchiavano, ma lui non sapeva nulla. Io ho ricordi sfumati di quel giorno, ma mia madre e gli adulti furono terribilmente impauriti da quei fatti e finché vissero lo raccontarono in ogni occasione.

 


A SCUOLA E A PRENDERE ACQUA

Andavamo a scuola a Cerretto Langhe e percorrevamo due chilometri e mezzo, a piedi. Con la neve era veramente faticoso. Soprattutto nei punti dove con il turbinio del vento si ammucchiavano anche due metri di neve. Se qualcuno spalava un passaggio bene, altrimenti bisognava aggirare il mucchio e ci bagnavamo di più ancora. Mia madre mi metteva le calze lunghe con l'elastico, realizzate da lei con la lana di pecora grezza e pungevano maledettamente. Per noi bambini, i pantaloni lunghi non esistevano. Io, appena fuori dalla vista di mamma, mi tiravo giù i calzettoni e rimanevo a gambe scoperte. Nei piedi  avevamo i socrèt che erano duri anche con le calze spesse che in più pungevano! Prima di andare a scuola ci mandavano a prendere l'acqua alla " dozz" sorgente del "Boiètt" dove vi era anche il lavatoio. Era lá sotto distante duecento metri. Mettevamo in spalla il "bazo" e prendevamo due secchi di acqua per bere. Noi qui non avevamo l'acqua.


Riempivo i due secchi e cercavo di bilanciare bene il “baso”, poi però questi oscillavano e a volte inciampavo rovesciando tutto. Così dovevo tornare a caricare perché se arrivavo con poca acqua tutti brontolavano e mi sgridavano.

BORDIZZO FRANCA


Ricetta del ”Préve” (Prete)


Quando si uccideva il maiale, oltre a preparare salami e salsiccia, ricordo che mia mamma cucinava il “préve”.

Si prendeva un pezzo di cotica e dopo averlo ben rasato e lavato veniva condito con prezzemolo, pepe e aglio, quindi lo si arrotolava e legava e veniva immerso nel minestrone di ceci fagioli e altre verdure, insieme a costine di maiale e altri pezzi. Il tutto, veniva posto dentro alla pentola che si inseriva nella stufa dopo aver tolto i “cércc” affinché stesse sulla brace.veniva così cotto lentamente e poi mangiato con tutti i vicini della borgata. 

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