sabato 23 settembre 2023

 

 BOZZOLASCO REITA ELSA

15 luglio 1931 PRIERO-MONTEZEMOLO



https://youtu.be/WU66r0Zavv4     

La Testimone della Memoria Cavaliere della Repubblica Bozzolasco Reita Elsa del 1931 nata a Priero-Montezemolo da Carolina Rocca Monesiglio 1905 e Carlo del 1894 la incontrai in presenza a Castagnito dove vive tuttora.

Ascoltare la signora Elsa si rilevò di grande importanza poiché fu possibile effettuare collegamenti con interessanti e purtroppo tristi eventi ed anche mi permise di approfondire su libri che lei stessa mi prestò.

 UCCISIONE DI BORGNA ADOLFO FRANCESCO DI GIACINTO LUIGI PRIERO 13 01 1919



I DIV. LANGHE IV BRG. PEDAGGERA

TRUCIDATO A PRIERO IL 19 09 1944 DA SS ITALIANE

Iniziò a narrarmi di quando a dodici anni con lo zio Romolo del 1912 andò in un campo per tagliare “i meirazzon” (piante secche di granturco per preparare il giaciglio agli animali nella stalla). Quando furono quasi nel campo sullo stradone che da Priero porta a Montezemolo videro arrivare una colonna di SS in divisa con le armi spianate che sospingevano BORGNA ADOLFO FRANCESCO DI GIACINTO LUIGI PRIERO 13 01 1919. (soldato del 1° rgt Alpini era Reduce della Campagna di Francia, del Fonte Greco Albanese e di quello jugoslavo. In Jugoslavia subì un congelamento ed ebbe un’amputazione rimanendo mutilato. Quel 19 settembre ’44 fu preso in ostaggio dalle SS italiane e fu trucidato poiché non svelò il rifugio dei Partigiani nelle cui file militavano i suoi due fratelli: Ernesto Part. “Badoglio” 1921 (sarà ferito a ottobre ’44) ed Edoardo Part. “Lupo” del 1924).  Lo zio le consigliò di rimanere immobile, sapendo che non vi era più il tempo per nascondersi. Quando i nazifascisti transitarono di fianco a loro, Adolfo tentò di avvicinarsi all’amico Romolo, quasi per dirgli qualcosa, ma i militi con i fucili lo costrinsero a procedere. Trascorsero cinque minuti, e quando il gruppo fu oltre una curva che li nascondeva alla vista, Elsa e Romolo udirono una raffica. Alcuni Partigiani, incautamente attaccarono e urlarono ad Adolfo di fuggire. I tedeschi più numerosi, uccisero Adolfo e misero in fuga i Partigiani. Elsa e zio Romolo, rientrarono a casa fortemente spaventati e furono gli ultimi a vedere vivo il giovane Borgna. Elsa ricordò che altri due fratelli di Adolfo erano riusciti a nascondersi, invece il povero Adolfo per non lasciar bruciare la casa, era infatti quanto avevano intimato i i fascisti, si consegnò per salvare i fratelli e la cascina!


TEDESCHI PARTIGIANI E I BOMBARDAMENTI

Elsa rivive quei momenti e racconta il terrore che provò quando i tedeschi si stanziarono nel loro cortile e rimasero alcuni giorni. Il timore era per l’attacco che magari i Partigiani potevano effettuare! Ricorda che una volta i tedeschi arrestarono lo zio che stava andando a lavorare nei campi, stavano già per trasferirlo a Ceva quando lo riconobbero come il contadino che aveva concesso loro la camera per passare la notte e lo rilasciarono! Rivede anche i Partigiani che andavano a richiedere un vitello per macellare o quando arrivarono e vi era il nonno Giuseppe appena defunto. In quell’ occasione, rispettosi del dolore dei famigliari se ne andarono.

Mi racconta che quando gli alleati bombardarono la Stazione Ferroviaria di Ceva lei era al pascolo con le quattro, cinque pecore. Quando sentì il fragore degli aerei (precisa che Priero dista 6 Km da Ceva) si spaventò tantissimo e ritornò a casa procedendo sulle mani e ginocchia pensando così di essere più sicura!

IL CUGINO TRUCIDATO




Mazzarelli Armando, classe 1926 figlio di Bernardino e di Bozzolasco Adelaide

Aveva solo 16 anni ma era alto di statura e nonostante il nonno materno Bozzolasco Carlo del 1894 che aveva partecipato alla Grande Guerra, lo sconsigliasse di unirsi ai Partigiani lui si aggregò al gruppo della Brigata Castellino. Durante un rastrellamento si trovò con altri giovani Partigiani a Murazzano. Il prete, sapendo che stavano arrivando i nazifascisti li nascose dietro l’altare della Chiesa Santuario della Vergine di Hall ma vi fu un delatore e li scovarono facendoli prigionieri. Alcuni partigiani furono fucilati sul posto, Armando nella notte tra il 14 e il 15 Dicembre, con altri cinque fu caricato su un camion che li portò prima a Borgo San Dalmazzo e poi risalì la Valle Vermenagna. Superato l’abitato di Robilante, proseguì lungo la statale 20 sino alla località Tetto Chiappello. La strada carrareccia rendeva difficoltoso l’accesso al mezzo, quindi si fermò in uno spiazzo lì vicino. Due uomini fecero scendere i prigionieri e li condussero lungo la strada. Alla prima curva abbandonarono la strada stessa percorrendo un sentiero e, fatte alcune centinaia di metri, arrivarono in una radura. I nazifascisti avevano condotto i prigionieri presso Tetto Chiappello perché girava voce che nella frazione si nascondevano molti Partigiani: l’esecuzione doveva servire di lezione ai banditi e a chi li aiutava Li fecero riposare presso il ruscello e, mentre preparavano l’esecuzione, si fermarono improvvisamente in quanto avevano scorto una ragazza, Teresa Landra di 24 anni, che tornava in paese dopo aver portato il pranzo al marito che si nascondeva nel Vallone Agnelli, presso Tetto Risso.
La donna, per paura che le sparassero, non tentò la fuga ma, indifferente passò davanti ai due uomini armati salutandoli. Essi, vedendo che portava in una borsa solo due bottigliette di latte, non la fermarono. Guardò i prigionieri e si accorse che uno di essi domandava aiuto. Subito un nazifascista sparò un colpo in aria per farlo tacere. La signora Teresa continuò il suo cammino senza parlare

Non giunse tanto lontano quando sentì parecchi colpi di arma da fuoco. Poche ore dopo venne a sapere che i Partigiani erano stati fucilati:

 

-MAZZARELLI ARMANDO di BERNARDO E DI BOZZOLASCO ADELAIDE


- IVALDI GABRIELE di CARLO Sale Langhe


- PASTORE LORENZO di MICHELE Cuneo Confreria


- FRUMENTO FRANCESCO di GIUSEPPE di Savona


- POGGIO SERGIO di GIUSEPPE


- BOFFA ALDO di GIOVANNI di Treiso

(Fonte “Robilante ieri e oggi” C.Campana ed. Martini 1996)

 

 


LA COMPAGNA DI ELSA E IL GOVANE MARITO UCCISO

 

 

MARENCO PIETRO LEQUIO TANARO il 15/05/1924 di GIOVANNI

BENE VAGIENNA

Contadino Civile BENE VAGIENNA il 24/08/1944

La vicina di casa di Elsa si sposò a 17 anni con un giovane di Benevagenna di 18 anni che lavorava in un “martinetto”. Fu ucciso con una raffica mentre era nei pressi di una bealera e non riuscì a fuggire. La moglie ebbe una bimba che non conobbe il padre. La mamma tornò a Priero e fu un esempio di saggezza, in quanto, chiamata a inveire su dei prigionieri SS italiani catturati dai paesani,  si rifiutò, e con parole ferme, nonostante la giovane età disse che dopo tanta violenza occorreva “perdonare” e fermare le violenze.

 

ZIO FILIPPO FONTANA

https://youtu.be/js3F4Y93Mtg                

Lo zio Filippo  che sposò la zia Emma , fu una persona che lasciò un ottimo ricordo in lei bambina. 

Era un "traficon" abile a svolgere tutti i mestieri: riparava i carri agricoli, le macchine per il verderame, le biciclette e le prime auto e camion, realizzava persino le Bare. Sempre allegro e attivo, aveva un modo di fare che gli permetteva di andare d'accordo con tutti. Infatti era ben visto dai partigiani ma godeva anche della fiducia dei nazifascisti. Grazie a questa sua capacità di rapportarsi, carpiva informazioni che poi forniva ai partigiani e principalmente al capo Partigiano Gildo Milano. Gildo fu grato a zio Filippo e lo menzionò come buon collaboratore nel libro che realizzò a fine guerra, dal titolo "NEBBIA SULLA PEDAGGERA" ..


 

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