DEBERNARDI CARLA di Rossi Maria 1895 di Magliano Alpi e CARLO del 1890
Papà Carlo fu un “Ventirin” Trovatello
di Torino adottato da una famiglia di Corso Piave di Alba. La famiglia che lo
aveva abbandonato, venne ad Alba con l’intezione di riprenderlo, ma lui non
volle neppure vederli e rimase con i genitori adottivi. Partecipò alla Guerra
del 1915 /18 .
Si abitava nei pressi di
Strada Cauda, detta così poiché vi erano molte famiglie tutte col nome”Cauda”. A
quei tempi due anziani proprietari dei terreni che ora sono occupati da case e
palazzi furono miei padrini e madrina del Battesimo.
Mamma Maria e papà Carlo ebbero 5 figli e quando io, la
più piccola avevo 5 anni e il più grande ne aveva dieci , non avendo parenti a
cui far visita, la domenica ci portavano in visita al Cimitero di Alba.
AD AIUTARE UNA MADRE
Quando ebbi dieci anni, andai
ad aiutare una madre il cui marito era in guerra e vi rimase per sette anni. Questa
mamma aveva due figli piccoli e tanto lavoro nella stalla ed in campagna. Come
compenso la mamma otteneva qualche chilo di grano per la farina per il pane. La
mia famiglia aveva solo il pane della “Tessera” che ..faceva schifo e ce ne davano 50 grammi a
testa e non 55!
DURANTE LA GUERRA
Il periodo della guerra fu
veramente terribile. Nella mia famiglia si faceva la fame e si cercava di
arrangiarsi acquistando qualcosa “de sfreuz!” alla borsa nera, ma pane e carne
avevano prezzi che solo qualcuno poteva permettersi.
PERQUISITA A DIECI ANNI
Una volta, quando andavo ad
imparare a cucire da mia madrina che abitava in Alba in Via Pertinace, fui
mandata ad acquistare della carne “ de sfreuz” e quando fui dal ponte della
ferrovia fui fermata e perquisita dai nazifascisti. Fu un’esperienza che mi fa
ancora rabbrividire: una ragazzina di 10 anni ”toccata” da un militare.
Quando vi furono i
bombardamenti, con la madrina si andava a ripararci nelle cantine del vecchio
stabile che era di fronte alla Chiesa di San Damiano. Al suono dell’allarme
fuggivamo tutti a rifugiarci là sotto ma io ero terrorizzata e preferivo stare
all’aperto.
I MIEI LAVORI DA RAGAZZINA
Per aiutare la famiglia, dopo un
po’ di anni dalla madrina ad imparare il mestiere di sarta, poiché seppi che
prima di avere un piccolo stipendio avrei dovuto effettuare nove anni di
apprendistato gratis, trovai lavoro da un artigiano che produceva pantofole con
il panno delle coperte e teli militari. Aveva un laboratorio dietro le carceri
di Alba. Poi, per guadagnare qualcosa in più andai a lavorare in un capannone
dove preparavano la frutta nelle cassette e la spedivano via ferrovia. Avevo il
compito di portare le cassette quando erano piene!
La STORIA DELLA FAMIGLIA
CAZZULLO
Un altro triste ricordo della
guerra è l’uccisione del papà di una mia amica con la quale lavorai alla
Ferrero. Il papà Baldino, in quel 15 Aprile 1945 uscì di casa poiché aveva
sentito sparare e fu colpito a morte.
CAZZULLO LUIGI BALDINO DI Pietro DOGLIANI (CN/I) il 12/09/1904
Contadino ALBA (CN/I) il 15/04/1945
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