domenica 24 settembre 2023

GARELLI RICCARDO 26 10 1924

 



 

GARELLI RICCARDO  CARMAGNOLA (TO) 26/10/1924

STUDENTE

PARTIGIANO DICH 

2° LANGHE Dal 10/07/1944 Al 05/03/1945

12° BRA Dal 15/03/1945 Al 07/06/1945

 https://youtu.be/q-_BmKf_bTA         

 

Mio padre Giorgio (1889 1978) fu il figlio più piccolo degli otto di Maria Dho di Roccaforte Mondovì e di Garelli Sebastiano di Villanova Mondovì, si laureò in Farmacia nell’Anno Accademico 1911 /12 con il Preside Icilio Guareschi. Nonno Bastian era del 1830 e andò avanti nel 1897, quando mio padre aveva appena sette anni. La nonna, andò avanti nel 1913. La mia mamma era Angiola Maria Fulcheri.

 

 

 PRESI POSIZIONE

Nel 1940, quando l’Italia entrò in guerra compresi che occorreva prendere posizione. Avevo già vissuto il periodo fascista dove bene o male bisognava sottostare a delle regole e la mia idea sarebbe stata di “neutralità”. Della Germania a quei tempi non si sapeva nulla, si seppe troppo tardi!

Qui si partecipava, anche se a malincuore, alle attività tipo le esercitazioni del “Sabato fascista”, ed io fui nominato caposquadra di un drappello! Ricordo che facevo marciare i ragazzini del mio gruppo e poi li portavo in campagna su una collinetta e li lasciavo giocare, ma facendo attenzione che non arrivasse il segretario politico, poiché in tal caso saremmo scattati per dimostrare che ci esercitavamo!

Ero studente a Torino ed ero stato fortunato ad avere l’incarico di Caposquadra qui a Canale, altrimenti avrei dovuto partecipare ai “sabato fascista” presso il Guf di Torino e sarebbe stato scomodo.

 

OTTO SETTEMBRE 1943

Quando ci fu l’Armistizio e si formarono i primi gruppi partigiani, si dovette decidere. Io ebbi indicazioni da un mio cugino, Garelli Mario del 1910 che divenne farmacista di Cortemilia(ricordo che si dilettava a scrivere poesie in piemontese!) (di Antonio 1913 di Lesegno CADUTO a Frabosa il 19 7 1944). Lui era amico di “Mauri” e mi disse che aveva aderito al gruppo di Partigiani formato appunto da Martini. Quindi io fui informato sull’attività partigiana che stava iniziando, e quando anche qui, grazie al Veterinario

 

SANDRI  GIOVANNI 29/10/1920  MONTEU ROERO (CUNEO)

GUARDIA ALLA FRONTIERA 3°Reparto RGT GAF SCIATORI

PARTIGIANO  BRANCA  12° DIV BRA

 

che aveva preso contatti con

MORA ANNIBALE Partigiano “Don”18/08/1917  TORINO 

Nome di battaglia DON   PARTIGIANO  Dal 14/09/1943 Al 07/06/1945

COMANDANTE BRG Dal 01/03/1945 Al 07/06/1945

 , si formò il gruppo , e con altri tre di Canale ci aggregammo alla 48° GL. In un primo tempo, non essendo ancora di Leva, attendemmo, ma quando ci arrivò la “cartolina Precetto” ci recammo fino a Mondovì al Distretto, ci fermammo davanti e…. non ci presentammo!. Ci recammo a Villanova Mondovì alla cascina del nonno e rimanemmo nascosti un po’ di tempo, poi tornammo a Canale e ci aggregammo ai “ribelli”. Eravamo una trentina e ci sistemammo al Brich TORNIOLA presso Montà D’Alba.

AL BRICH TORNIOLA

Il sito del Brich TORNIOLA che avevamo scelto come rifugio, si rivelò adatto e sicuro. Non avemmo mai incursioni nè rastrellamenti, nonostante tutti sapessero che eravamo rifugiati in quel luogo. Noi, agli ordini del Comandante Don e del

Vice Comandante

 SPERONE  BATTISTA  04/10/1919  CANALE 

Professione INSEGNANTE 

ESERCITO  FANTERIA Reparto 112° RGT FANTERIA MOTORIZZATA 62°

Grado conseguito TENENTE 

Nome di battaglia “TELL”  PARTIGIANO  12° DIV BRA

Come gruppo eravamo proprio male armati. Avevamo dei “Moschetti” e due mitragliatori con piedini e quindi non eravamo attrezzati per effettuare scontri. Ricevemmo due “sten”, e fummo incaricati di “sabotare” la linea ferroviaria Asti-Chivasso. Avevamo preparato delle “bombe” con del “plastico” che ci avevano fornito e mediante le “micce” “nera”(lenta) e “gialla” (veloce) le facevamo esplodere danneggiando i binari.

Mantenemmo sempre buoni rapporti con i contadini della zona e mai mettemmo a rischio la sicurezza degli abitanti con attacchi sconsiderati, e nemmeno ci impossessammo di animali da trasporto o per mangiare.  Ci rendevamo conto che non eravamo sufficientemente equipaggiati per attaccare. Infatti ci limitammo a sabotare la linea Asti Chivasso Torino o ad andare a effettuare dei colpi di mano con i colleghi della Il LANGHE. Consapevoli dei limiti che avevamo come armi, quando ci chiamavano sulle colline di Neive di Barbaresco o Treiso, non passavamo per Alba, presidiata dai “repubblichini” ma scendevamo a Baraccone e con il traghetto del “porto di Neive” attraversavamo il Tanaro.

 

SEMPRE AIUTATI

Quando vennero i tedeschi a Canale, ricordo che una volta mi trovai a casa. Ero nelle camere sopra la Farmacia e mi avvisarono che i nazifascisti controllavano in paese. Due anziane donne mi fecero salire nella soffitta e vi rimasi per due giorni finchè non se ne andarono. A quel punto, con cautela, uscii dal nascondiglio e raggiunsi  i compagni al TORNIOLA.

 

INCARICATO MEDICO DEL 48 Gruppo DIV.BRA

Nel gruppo aiutavo a preparare le bombe per i sabotaggi  e fungevo da  medico. Vi fu un’ emergenza “scabbia” e dovetti venire alla Farmacia a preparare l’unguento. Si mischiava il preparato nel mortaio e lo si metteva in un barattolo di vetro. Ricordo che a fine guerra ricevemmo un attestato di ringraziamento per il contributo di collaborazione fornito come Farmacia. Anche il gruppo di Montà comandato dal Partigiano “Edo” usufruì delle mie cure mediche, poichè le condizioni igienico sanitarie procuravano sovente problematiche e io se potevo accorrevo  a curare i malati portando rimedi o medicinali, se li avevamo!

 

Quando poi le problematiche si fecero più serie, Poli (Piero Balbo) ci consigliò di unirci ad una Brigata più vicino, e ci unimmo alla “Bra”.

Noi Garelli eravamo in ottimi rapporti anche con i Partigiani “Garibaldini” di Cattaneo “Gino” di Cisterna

CATTANEO  GINO 25/12/1921  COLLEGNO 

AVIERE 
GINO  PARTIGIANO 

CDO DIV.RENZO CATTANEO 

Dal 10/03/1944 Al 08/05/1945

COMANDANTE DIV Dal 01/01/1945 Al 08/05/1945, a cui uccisero il fratello “Renzo Partigiano “Falco”

 

CATTANEO  RENZO 24/08/1927  COLLEGNO (TORINO) –

 FALCO  CADUTO 45°BRG Dal 11/09/1943 Al 01/05/1944

Grado conseguito COMANDANTE  SQUADRA Dal 10/03/1944 Al 10/06/1944

Caduto il 27/07/1944 nel Comune di MONCALIERI 

CADUTO IN COMBATTIMENTO

 

 

CI UNIMMO ALLA FORMAZIONE “BRA”

La Divisione Bra a cui ci unimmo aveva il Quartier generale a Baldissero e quando si giunse al 22- 23 -24  Aprile 1945 il 

                           Com ICILIO RONCHI DELLA ROCCA (al centro)

COMANDANTE ICILIO RONCHI DELLA ROCCA San Miniato (Pisa) 23 luglio 1910

Torino il 22 dicembre 1980, ingegnere, ufficiale di carriera.

disse al Comandante “Don” di postarsi nella direzione Sommariva Bosco , Caramagna, Racconigi.

Ci muovemmo in quella direzione e disponemmo un accampamento in zona di Caramagna da dove potevamo osservare i movimenti di un gruppo di repubblichini “Muti” che si era sistemato in una scuola. Assistemmo al transito di una “colonna tedesca” che aveva ancora parecchi “mezzi blindati” e mettemmo in atto il motto: “a nemico che si ritira : ponti d’oro!” anche perché non eravamo attrezzati per attaccarli!  Fermammo invece, un camion tedesco che procedeva da solo e che scoprimmo essere carico di soldati “ucraini”, arruolati forzatamente con le SS tedesche. Questi, all’intimazione di arrendersi, non se lo fecero ripetere due volte, alzarono le mani e consegnarono le armi. Erano molto impauriti poiché temevano che noi ci comportassimo come i tedeschi, ma noi li tenemmo qualche giorno reclusi e poi li consegnammo al Comando senza far loro nulla di male e anzi li sfamammo lasciandoli stupiti!

Facemmo prigioniero anche un capo della Monterosa e lo consegnammo al Maresciallo dei Carabinieri di Caramagna che ricordo si chiamava Abba.

Malvina Garrone Ronchi Della Rocca

La madre Maria Graglia, nel 43, riuscì a far fuggire alcuni militari italiani da un treno destinato a un campo di concentramento e lei, a 21 anni, decise di entrare nella Resistenza Nella primavera del 44 conobbe Icilio Ronchi Della Rocca, comandante partigiano nella zona di Bra e iniziò l'attività di staffetta partigiana con il nome di battaglia di "Sonia".



TRASFERIMENTO AL CASTELLO DI RACCONIGI

Il 24 o 25 Aprile ci spostammo verso il castello di Racconigi dove c’era una postazione di “muti”. Ci sistemammo su una piccola altura che ci permetteva di osservare il castello e il parco, e notammo che i “muti” erano ancora insediati là! Il nostro Comandante Don chiese di procurarci una moto, e uno che la sapesse guidare. Trovata la motocicletta un Partigiano, mio amico di Canale si offrì per l’ azione! Fu applicata ad un’asta una bandiera bianca e andò davanti al Castello per chiedere che si arrendessero. Questi, come risposta iniziarono ad aprire il fuoco e lo costrinsero a scappare velocemente.

Ci preparammo per snidarli il mattino dopo, ma accerchiato il castello, scoprimmo che se ne erano andati nella notte passando nel parco e andando verso Carmagnola.

Rimanemmo per circa un mese nei dintorni del castello ma non potemmo entrare poiché il Sovrintendente ci intimò di non toccare nulla. Noi rispettammo le consegne e fummo ben accettati dalla popolazione che fece i festeggiamenti per la Liberazione insieme a noi. Nel periodo in cui rimanemmo a Racconigi venne la Regina Maria Josè e il comandante “Don”  fece predisporre il gruppo per rendere onore alla Regina. Furono organizzati dei turni per scortare la Regina, e un “drappello” schierato si alternava sotto il porticato del castello sempre pronto a scortarla. Ricordo che una Domenica uscì per andare alla S. Messa e in quell’occasione ci recammo tutti alla Funzione in San Giovanni Battista.

Nel periodo in cui si rimase a Racconigi fummo sistemati in un camerone del vecchio “manicomio”. Io e altri tre compagni ci pagammo due camere in un’osteria.

La mensa per noi Partigiani era predisposta dal “Partigiano “Branca” Sandri Giovanni di Monteu Roero. Era addetto agli acquisti di vettovagliamento che venne a pagare direttamente il Comandante Iciglio Ronchi della Rocca.

IL MIO AMICO PIETRO CAUDA 1919

Pietro Cauda di Canale  del 1919 partecipò alla campagna Greco Albanese e fu preso prigioniero dai tedeschi. Prima fu internato nei campi di lavoro in Germania, in seguito fu inviato in Polonia e ritornò gravemente malato dalla prigionia. Scrisse un libro “Quasi una vita” in cui raccontò la sua vita militare e me ne donò una copia dattiloscritta. Fu pubblicato dalla Pro Loco di Canale.

https://www.calameo.com/books/0041569945308ad20f76b    

Si diplomò maestro nel 1939 e nel 1940 frequentò il Corso Allievi Ufficiali nel 1940. Partecipò come sottotenente di complemento alla II Guerra mondiale dal 1941 al 1943 in Grecia. Dopo l’8 Settembre fu fatto prigioniero e internato in un Campo di concentramento in Polonia. Essendo stato uno dei tanti “ a dire No”, cioè a rifiutare il rimpatrio giurando per la repubblica fascista, rimase 16 mesi in “prigionia” da dove tornò nel 1945 malato e debilitato.

Nel 1946 si candidò come consigliere comunale di Canale e superando i postumi dell’esperienza di Internato si diede all’attività di Propagandista dell’Azione Cattolica.


Nel 1949 si laureò in Lettere. Nel 1951 fu eletto Sindaco di Canale e ricoprì tale carica per tre mandati fino al 1964. Si impegnò a fondo nell’attività di Amministratore e tuttavia trovò il tempo per propagandare L’Azione Cattolica. L’impegno politico lo assorbì totalmente fino a diventare un esponente della Democrazia Cristiana provinciale. Fu rieletto per parecchi anni fino a diventare membro della G.P.A. e poi del CO.RE.CO. (Comitato regionale di conrollo).

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