sabato 11 novembre 2023

SORIA PIETRO "PININ" TREZZO TINELLA 1924

 

PIETRO SORIA TREZZO TINELLA 1924



Sono nato a Luglio del 1924 nella Cascina Teilà costruita dal mio nonno materno Culasso Pietrin.

Il padre Soria Pasqualin(1895), veniva da San Martino di Castiglion Tinella, “ attaccò “il cappello al chiodo”

e sposò Luigia la cugina di Culasso Pierina "ra Fnoja", erano figlie delle sorelle Boffa di Vigin.

La cascina Teilà fu costruita da nonno Pietrin con tanto legname e pietre usando “èr ciape”(lose) come copertura e dopo la guerra furono costruite altre quattro camere. Nel ’62 noi Soria costruimmo questa casa.

Nel 1921 nacque Luigi(+2001) nel ‘22 Maria(+90) e nel 24 io. Nell’80 e nell’81 morirono il papà e la mamma.

Io sto abbastanza bene di salute ma soffro la solitudine. Vivo da solo nella grande casa costruita sotto la strada della collina di Naranzana e sopra la borgata Tèilà.<Rà vita a rè passà e soma nèn sdassnè! La vita è passata e non ce ne siamo accorti. La guerra, il lavoro e le malattie hanno avuto il sopravvento sulla vita. Nessuno di noi tre fratelli si è sposato e sono rimasto io a ricordare della guerra, delle rappresaglie su queste colline e del lavoro svolto con tanta fatica.

IL NOSTRO VINO

Noi avevamo tante vigne e pigiavamo per produrre vino. Portavamo “èr Bonze”(grandi botti) col carro alla stazione di Alba e le caricavamo sui vagoni merci per inviarle a dei clienti di Boves e Fontanelle. Questi li servimmo per tanti anni, e si vede che si trovavano bene!

LUIGI MIO FRATELLO

Luigi, mio fratello più grande, al termine della classe quarta, venne condotto ad Alba, in Seminario per frequentare la classe quinta. Rimase tre anni con i preti imparando il Latino ma rimediando una malattia polmonare. I medici Castiati e Velatta di Neive sconsigliarono di lasciarlo ancora al chiuso delle aule seminariali e così si rinsanì col lavoro della frazione Teilà. Si preparò anche per partire soldato, gli toccherà la Russia. Da Fante non andò in prima linea ma ebbe modo di vedere i carri armati che passavano sul Don gelato e i morti e i feriti, la povera gente di Russia che soffriva come loro la guerra. Tornò a casa con tanti tristi ricordi e una malattia, il tifo, che lo costringerà ad assumere medicinali per tutta la vita. Da persona intelligente e sensibile scrisse ricordi che sono andati persi e cantava, in russo, nenie delle donne Ucraine. “… non c’è pane non c’è latte, quattro figli devono mangiare e gli uomini sono al fronte…..!”

Ricordava che si ammalò di tifo perché fu costretto a bere acqua sporca, ma diceva: o morivi di sete o bevevi l’acqua sporca che trovavi anche nelle pozzanghere!”

DOPO L’OTTO SETTEMBRE 1943  

Dopo l’otto Settembre, che mi trovò a Cesena in caserma, fuggii da solo, con l’idea di tornare a casa. Vagai un po’  per campagne e Appennini e mi ritrovai alla stazione di Bologna. Presi un treno che mi portò a Modena, poi nel timore di incontrare fascisti e tedeschi viaggiai a piedi. Qualche volta chiesi da mangiare in qualche cascina, ma non avendone neppure per loro ottenevo soltanto delle mele. Non corsi rischi poiché non trovai né fascisti né tedeschi. Impiegai quindici giorni ed arrivai a casa.

Qui a Trezzo vi erano già i primi Partigiani, e vi furono parecchi rastrellamenti. Io e mio fratello ci nascondevamo per evitare di essere presi. Lì sotto nella cascina avevamo realizzato un nascondiglio e una via di fuga in aperta campagna nel caso fossero arrivati all’improvviso. Di notte dormivamo “sota èr carere” sotto le botti nella cantina e tirammo avanti. Nel ’45, a Marzo mi aggregai ai Badogliani di San Donato col gruppo del Partigiano “Enzo” Manzone Lorenzo, nostro vicino che era Sergente del 1916.

“Poli” mi diede nome di battaglia”Pinin” perché era il nome di suo padre che avevano ucciso da poco a Valdivilla. Eravamo sei o sette e andammo quindici giorni alla “Ca dèr murador”, poi ci spostammo a Cappelletto e quindi a San Donato con Poli. Il quindici Aprile andammo a schierarci con gli altri sulla collina della Madonna degli Angeli sopra Alba e si iniziò a sparare in direzione del Civico Convitto. I fascisti risposero al fuoco e ricordo che dovetti “bité èr musu antr’ortìe!(mettere la faccia nelle ortiche, poiché arrivavano proiettili da tutte le parti. Verso le dieci e trenta e fino a mezzogiorno loro ridussero molto il “fuoco”, si vede che avevano terminato le munizioni. Noi Partigiani scendemmo e attraversammo la Cherasca” all’altezza del “Mattatoio”, dove dei partigiani fecero saltare un muro con la dinamite e si entrò in Alba. Noi eravamo male armati, io avevo il moschetto i nazifascisti asserragliati nel cortile del Convitto riuscirono ad impossessarsi di un cannone e una mitragliatrice, così ripresero a sparare e a noi fu ordinato di tornare a Cappelletto e poi a San Donato.  Così facemmo passando dalla Vernazza e in Como, dove fummo un po’ più al sicuro.  

Penso che,gli uomini di Gagliardi quando smisero di sparare, se gli fosse stato richiesto si sarebbero arresi, ma nessuno glielo intimò e così rimasero ancora per otto giorni.

Fui compagno di branda di “Gilera” un “venturino”  di Mango e conobbi “Napoleon” che per me aveva pistola e coltello troppo “facili”, infatti se c’era “cheicun da massé!” qualcuno da uccidere chiamavano lui.

 

Ricordo Magior Sacco che era con Paolo Farinetti, Gallina Oreste èr Professor, Manzone Renzo che sposò una Slava e alla fine della guerra andò in America. Ricordo Balbo Piero il Comandante “Poli” che mi diede il nome di battaglia “Pinin”, si vede che gli ricordavo suo padre che era stato ucciso da poco. Fu un’esperienza di paura in cui io e quelli come me non capimmo molto ma era un momento così e ci adeguammo, poi la guerra finì e “adess son restà da sol”.

I RASTRELLAMENTI A TREZZO TINELLA

Ad agosto, quando i Partigiani fecero finire in Tanaro il treno che partì da Neive e passò a gran velocità alla stazione di Alba per poi deragliare sul ponte, qui a Trezzo e in tutte le Langhe arrivarono a rastrellare e fu terribile. I Partigiani erano al Brichètt e sapendo che stavano arrivando i repubblican e i tedesch fuggirono , ma questi trovarono tracce di armi e munizioni e incendiarono il cascinale, anche qui sopra di noi diedero fuoco. Noi giovani e vecchi scappammo da qui e ci rifugiammo nel bosco della Langa. Di là vedemmo quando “Gatin” dalla Torretta lanciò la bomba sull’autocarretta che stava salendo da Mango verso San Donato. Col rovesciamento di quel mezzo, per rappresaglia, incendiarono tutto. A Novembre del 1944 di nuovo arrivarono e setacciarono tutta la Langa alla ricerca di Partigiani e uomini. Noi non si sapeva più dove andare.

 GALLINA  ORESTE  24/01/1898 Comune di nascita MANGO 

INSEGNANTE PRESIDE SCUOLA 

CAPITANO Arma FANTERIA Reparto   

Nome di battaglia NEO Qualifica

Formazione BANDA DI MANGO Dal 15/11/1943 Al 30/05/1944

Grado conseguito BENEMERITO 


GALLIZIA  GIUSEPPE  12/05/1907 Comune di nascita COSSANO BELBO (CUNEO) -

Nome di battaglia GILERA  CADUTO 

Prima formazione 2° DIV LANGHE Dal 18/12/1943 Al 29/06/1944

PARTIGIANO Dal 18/01/1943 Al 29/06/1944

Caduto il 29/06/1944 nel Comune di LEQUIO BERRIA  CADUTO IN COMBATTIMENTO

 GATTI  CARLO 26/04/1926  CASTIGLIONE TINELLA (CUNEO)

SANTO STEFANO BELBO 

Nome di battaglia GATIN Qualifica ottenuta PARTIGIANO  2° DIV LANGHE

Prima formazione 2° DIV LANGHE COM Dal 15/12/1943 Al 07/06/1945

PARTIGIANO Dal 15/12/1943 Al 07/06/1945


MANZONE  LORENZO 

29/07/1916 Comune di nascita TREZZO TINELLA (CUNEO) CASCINA TEILA' 

AGRICOLTORE Settore AGRICOLTURA 

ESERCITO  ARTIGLIERIA  SERGENTE MAGG. 

Nome di battaglia ENZO  PATRIOTA  2° DIV LANGHE

BRG BELBO Dal 25/02/1945 Al 07/06/1945


SACCO MAGGIORE 

25/05/1925  TREZZO TINELLA (CUNEO)

 MECCANICO AUTISTA 

Reparto RSI GNR Grado conseguito  Dal 24/12/1943 Al 02/02/1944

Nome di battaglia "MILLER"  PARTIGIANO  21° BRG MATTEOTTI

FORM AUTONOME Dal 10/10/1943 Al 24/12/1943

COMANDANTE DIST Dal 10/10/1943 Al 24/12/1943

Terza formazione 21° BRG MAT Dal 15/12/1944 Al 07/06/1945

Luogo di deportazione  Dal 24/12/1943 Al 02/02/1944


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