venerdì 17 novembre 2023

BRUNA GIOVANNI CASTINO 1912

 

BRUNA GIOVANNI CASTINO 1912



 

 

Grazie a Giorgia Negri possiamo Onorare il Nonno Bis Giovanni Bruna e a effettuare riflessioni che possono aiutarci a vivere in questi tempi che sono diventati così complicati. Buon Cammino!

 

La vita di Bruna Giovanni

Giorgia recuperò la storia del Bisnonno BRUNA Giovanni  nato il 30 Aprile 1912 nella Borgata Sant’Elena di Castino e andato Avanti nel 1983 ad Aprile. I suoi genitori furono Giordano Caterina e Bruna Angelo.

All’età di 22 anni circa, si sposò con Stella Lodovina sua coetanea della stessa Borgata. Ebbero tre figli: Angelo, Maria Josè e Olga (La nonna di Giorgia).

Nel 1939 fu richiamato alle armi per “esigenze” di guerra e tornò nel 1945. Non vide nascere Olga e la ritrovò che aveva già quattro anni. Nel 1943  con i fatti dell’8 Settembre rimase prigioniero e fu condotto a lavorare nelle miniere tra la Grecia e l’Albania. (avendo consultato i diari di Rapalino Giovanni 1914 Benevello,di Francesco Defferara, e ricordando la testimonianza di Agosto Giacinto, Bosio Guido Romano, Bressano Alfredo ed altri, propendo per una deportazione in Germania o Polonia a lavorare sì! Nelle miniere!)

Defferara Francesco nacque il 25 maggio 1914,………………………. fu richiamato alle armi e dovette raggiungere il suo reggimento in partenza per la Grecia. si imbarcò a Brindisi il 10 febbraio 1941 per giungere in zona di guerra il 25 dello stesso mese. Il conflitto italo-greco durerà con fasi alterne fino all’armistizio dell’8 settembre 1943.

I tedeschi avevano ormai assunto il controllo del territorio e organizzavano il trasferimento degli italiani, circa un migliaio quelli della Compagnia di Defferara, verso una destinazione ignota: si sperava che fosse l’Italia. Il viaggio cominciò a piedi e fu una specie

di salita al Calvario: dovettero camminare per 12 chilometri La colonna in marcia coprirà 209 chilometri in 11 giorni……..Il 25 settembre la colonna giunse stremata a Grabia dove venne divisa nei vagoni di una tradotta.

Il convoglio lasciò la Grecia e il paesaggio cambiò. Bulgaria, Albania, Serbia, il tragitto

sembrò confermare le promesse dei tedeschi: si andava verso l’Italia!.

Soltanto attraversando la Croazia la guerra ritornò bruscamente al centro dell’attenzione.

Dal treno si vedevano una fila di partigiani uccisi dai tedeschi, appesi – Quasimodo

Avrebbe detto  CROCIFISSI – ai pali del telegrafo. Fu una lunga fila, di circa un chilometro, su entrambi i lati della linea ferroviaria……Tutti si resero conto

della propria condizione: non erani soldati di ritorno in patria, ma prigionieri di

guerra diretti chissà dove, probabilmente in Germania.

«Un grandissimo campo con centinaia di lunghe baracche tutte ben allineate, grandi viali

ben diritti con al margine delle belle piante verdi, giardini con fiori, insomma sembrava di

essere arrivati in una grande città o in un giardino pubblico»

 

Ecco, Nonno Giovanni probabilmente visse queste vicissitudini che si tenne per sé al ritorno a Castino. Dopo qualche anno vennero ad abitare a Lequio Berria continuando a lavorare e a crescere la famiglia. La guerra li mise a dura prova ma, seppero rialzarsi! Riposate in Pace e vegliate su Giorgia che vi porta nel cuore pur non avendovi conosciuti!

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