BRUNA GIOVANNI CASTINO 1912
Grazie a
Giorgia Negri possiamo Onorare il Nonno Bis Giovanni Bruna e a effettuare
riflessioni che possono aiutarci a vivere in questi tempi che sono diventati
così complicati. Buon Cammino!
La vita di Bruna Giovanni
Giorgia
recuperò la storia del Bisnonno BRUNA Giovanni
nato il 30 Aprile 1912 nella Borgata Sant’Elena di Castino e andato
Avanti nel 1983 ad Aprile. I suoi genitori furono Giordano Caterina e Bruna
Angelo.
All’età
di 22 anni circa, si sposò con Stella Lodovina sua coetanea della stessa
Borgata. Ebbero tre figli: Angelo, Maria Josè e Olga (La nonna di Giorgia).
Nel 1939 fu
richiamato alle armi per “esigenze” di guerra e tornò nel 1945. Non vide
nascere Olga e la ritrovò che aveva già quattro anni. Nel 1943 con i fatti dell’8 Settembre rimase
prigioniero e fu condotto a lavorare nelle miniere tra la Grecia e l’Albania. (avendo
consultato i diari di Rapalino Giovanni 1914 Benevello,di Francesco Defferara, e
ricordando la testimonianza di Agosto Giacinto, Bosio Guido Romano, Bressano
Alfredo ed altri, propendo per una deportazione in Germania o Polonia a
lavorare sì! Nelle miniere!)
Defferara Francesco nacque il
25 maggio 1914,………………………. fu richiamato alle armi e dovette raggiungere il suo
reggimento in partenza per la Grecia. si imbarcò a Brindisi il 10 febbraio 1941
per giungere in zona di guerra il 25 dello stesso mese. Il conflitto
italo-greco durerà con fasi alterne fino all’armistizio dell’8 settembre 1943.
I tedeschi avevano ormai
assunto il controllo del territorio e organizzavano il trasferimento degli
italiani, circa un migliaio quelli della Compagnia di Defferara, verso una
destinazione ignota: si sperava che fosse l’Italia. Il viaggio cominciò a piedi
e fu una specie
di salita al Calvario:
dovettero camminare per 12 chilometri La colonna in marcia coprirà 209 chilometri
in 11 giorni……..Il 25 settembre la colonna giunse stremata a Grabia dove venne
divisa nei vagoni di una tradotta.
Il convoglio lasciò la Grecia
e il paesaggio cambiò. Bulgaria, Albania, Serbia, il tragitto
sembrò confermare le promesse
dei tedeschi: si andava verso l’Italia!.
Soltanto attraversando la
Croazia la guerra ritornò bruscamente al centro dell’attenzione.
Dal treno si vedevano una fila
di partigiani uccisi dai tedeschi, appesi – Quasimodo
Avrebbe detto CROCIFISSI
– ai pali del telegrafo. Fu una lunga fila, di circa un chilometro, su entrambi
i lati della linea ferroviaria……Tutti si resero conto
della propria condizione: non
erani soldati di ritorno in patria, ma prigionieri di
guerra diretti chissà dove,
probabilmente in Germania.
«Un grandissimo campo con centinaia di lunghe baracche tutte ben
allineate, grandi viali
ben diritti con al margine delle belle piante verdi, giardini con fiori,
insomma sembrava di
essere arrivati in una grande città o in un giardino pubblico»
Ecco,
Nonno Giovanni probabilmente visse queste vicissitudini che si tenne per sé al
ritorno a Castino. Dopo qualche anno vennero ad abitare a Lequio Berria
continuando a lavorare e a crescere la famiglia. La guerra li mise a dura prova
ma, seppero rialzarsi! Riposate in Pace e vegliate su Giorgia che vi porta nel
cuore pur non avendovi conosciuti!
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