DI CLOTILDE RIVETTI 1894 + 11
1962
E VINCENZO MACELLAIO 1894 + 10 1964
Fratelli Vanni, Giorgio, e Anna la
Farmacista che sposò il Dott. Settimo dell’omonima Farmacia .
telefonata Fernando - Beppe febb. 2021
Telefonata del 2 febbraio 2021
Ieri sera ho provato una grande gioia nel porgere gli auguri a Fernando Cardino per i suoi 100 anni. Abbiamo chiacchierato amabilmente e l’avvocato, Reduce della Campagna Greco Albanese e del Campo di prigionia di Buchenwald, grande giocatore di “Balon”, con grande lucidità mi ha ricordato il mio papà Michelino che lavorava nell’officina di fronte al Bar ristorante da Talina.
Il nome lo ha subito collegato al figlio “Gigi dèr cafè” suo grande terzino “al muro” che andò avanti appena quarantenne. Con lui, vinse il Torneo dei paesi delle Langhe under 18 e ricevette “una bella Coppa” dalle mani del Conte di Mirafiori .
Tra i giocatori di palla pugno ha ricordato anche la sua
“spalla” di Vesime Merlo che pur considerato “anziano” come giocatore, avendo
35 anni, per lui fu un magnifico giocatore. Ha citato anche Gallarato che fu
titolare di un negozio di scarpe in via Maestra ad Alba e ancora il forte
Ercole Donetti. Temendo di stancarlo gli dissi che lo salutavo ma lui disse che
non si stancava affatto e che gli faceva sempre piacere chiacchierare con me e
continuò nel ricordare i suoi genitori Clotilde Rivetti e Vincenzo, entrambi
del 1894, i fratelli: Vanni che fu Partigiano con “Diaz”(Romano Scagliola) e
buon giocatore di balon con lui, Giorgio che fu un ottimo calciatore e la
sorella Anna che fu farmacista moglie del Dott. Settimo. La mamma proveniva
dalla collina dei “Rivetti” e vi erano anche famiglie di cugini alla borgata
“Gallo”. Ricordò Maiulin il Macellaio, e Mario del 1914 che fu prigioniero
degli americani per tre lunghi anni e fu condotto ad Honolulu. Mario con Ilario
il fratello più giovane furono ottimi meccanici, e quest’ultimo ebbe una grande
passione per gli aerei. Ricordò anche Pinotto il fratello del 1912 che ebbe
anche lui l’officina meccanica per riparazioni Cicli, Moto e autocarri.
Fernando tornò a parlarmi delle sue imprese sportive che
dovette sospendere a causa della guerra e poi, al ritorno dopo le campagne di
guerra e la prigionia. E’ rimasto però il ricordo delle soddisfazioni che ebbe
dall’essere encomiato per il suo stile e valore dai giornali dell’epoca. <
…sono alto uno e ottantasette e con le braccia lunghe giocavo di
precisione!>
Cardino
Fernando La Prigionia
Cardino
Fernando di Neive del 1921, era in Grecia come Tenente Artigliere e racconta:
< Ci salvammo a Dicembre 1940.> Ricordo gli Artiglieri Cortese di Casasse di Neive e Versio Nino anche di Neive. Con l’otto Settembre fui preso prigioniero dai tedeschi e deportato a Buchenwald (bosco dei faggi) e per alcuni mesi costretto ai lavori forzati. Si lavorava 12 ore al giorno in condizioni pessime. Dopo alcuni mesi, noi 360 Ufficiali, ci dichiarammo non disponibili ad aderire alla Repubblica di Salò e protestammo affinchè fossero rispettate le Convenzioni di Ginevra sul trattamento dei prigionieri militari e degli Ufficiali. Dei venti mesi di prigionia ricordo la fame ”infinita” e il livido procuratomi a causa dello stare sdraiato su quei letti a castello con le sole assi senza coperte né lenzuola. A distanza di tanti anni, rileggendo Primo Levi scoprii che anche lui a Buchenwald si procurò un livido sul lato destro. Io mi ritengo un “miracolato” ed sono felice di aver potuto incontrare voi tre neivesi perché mi ricordate gli anni del primo dopo guerra a Neive.
Ritornando
alla prigionia ricordo quel periodo quando a 22 anni il mio corpo, già sempre
stato magro, si ridusse a uno “scheletro”. I compagni di prigionia
dicevano:< Cardino non ce la fa a tornare a casa, è troppo magro!> Mi
stuzzicavano ancora parlandomi sempre di mangiare, mi chiedevano se ricordavo
il sapore della fonduta con i tartufi. Io stavo al gioco, ma li stupivo dicendo
che non avevo mai mangiato quel tipo di piatti, mia madre preparava ottimi
risotti e tajarin e non pranzi da ricchi!
Fortunatamente
il buon Dio mi aiutò e riusii a superare quei tristi momenti, però rivedo
ancora quei prigionieri russi abbandonati feriti, senza una gamba o un braccio
lasciati morire sotto degli alberi. Fu atroce vedere quelle scene senza poter
intervenire.
Tornai a
casa, e sia pure in condizioni pietose riuscii a riprendermi, a ottenere
soddisfazioni e plausi nel gioco del pallone e a terminare gli studi in legge.
Cardino Giovanni Neive 19 Settembre
1923
Professione Studente
Nome di battaglia “Jonny”
Partigiano della II Div. Langhe
Prima Formazione 6° BRG.BELBO DAL
15/11/1943 AL 15/03/1944
Seconda Formazione:2°Div.Langhe 3° CMP
DAL 15/08/1944 AL 07/06/1945
Giovanni,
racconta Fernando, si trovò vicino a “Diaz” Romano Scagliola che fu ferito al
basso ventre dai proiettili che provenivano dal Seminario minore. Giovanni
trascinò Diaz al riparo dietro l’argine, ma dovette attendere la fine del
combattimento per andare a chiedere soccorsi, quando tornò trovò Diaz riverso
su una pozzanghera. Era riuscito a spostarsi verso l’acqua per bere poiché
stava morendo dissanguato. Accorse anche il padre “Celo”ma lo trovò senza
vita
Gigi del Cafè di Talina (secondo
in piedi da sx) fu terzino dx della squadra di Fernando che fu Campione del
Torneo delle Langhe under 18 e fu premiato dal Principe di Mirafiori con una
bella Coppa.
In piedi: Giuseppino Ternavasio(Sindaco
e amico dell’ex podestà Negro Mario della Fornace) Gigi dèr Cafè Vanni Cardino Nando Cardino
Gallarato Notu
“Pesce”Agnese
– due miei terzini ( Teresio Traversa drà Levatriz e… ) Centin Vacca ( di Caterina
rà latera) – Viola Amato
L’articolista(probabilmente
il Prof. Gianuzzi) continua:
Tra i
neivesi giocatori vogliamo ricordare Giovanni Gallarato<Notu>(figlio o
fratello di Loizin èr caglié)Gallarato Luigi "Loizin"
nato a Neive nel 1900 e oggi residente in Alba. Come Spalla. Gallarato giocò soprattutto con Rivella (detto Joni), Leone Giacosa(Leonin) e Vincenzo Vacca(Centin). Come terzino, giocò anche al fianco del grande Raffaele Ricca, col quale nel 1930 vinse il Campionato italiano di I Categoria. Nelle Squadre neivesi, che videro anche i brillanti successi di Vincenzo Cardino, Ercole Donetti, Stella Riccardo, Amabile Giacosa, oltre ai già citati Fratelli Cardino,Gigi Rabellino,Traversa e Gaia, <Notu> Gallarato fu il moderatore dei bollenti spiriti, facili là dove si gioca all’ombra di un campanile. Come atleta, ebbe un notevole senso della posizione e pur senza essere un forte colpitore, dimostrò che la precisione nel tiro non è certamente dote trascurabile nello Sport del pallone elastico. Suo figlio,Benito,è stato un bravo Battitore di II Categoria ed è pure stato un apprezzato arbitro federale.
Secondo Cortese
<I Gallarato sono proprio quelli sulle foto: Luigi detto "LUISIN
er cagliè" è il papà di Notu che è quello nella foto di Cardino con la
camicia bianca. Visto che, data l'età, non può essere stato Luisin a fare da
spalla a Ricca, nella quadretta Campione d'Italia c'era sicuramente Notu il cui
ruolo era quello di terzino. Il figlio di Notu, Benito ha vinto un Campionato
italiano giovanile come battitore in coppia con Gili I° negli anni '50.
Successivamente ha arbitrato in serie A per tantissimi anni. Altro arbitro
importante è stato Luigi Scolaro.
Grande personaggio neivese del pallone elastico è stato "Mato"
storico banditore sia per gli avvisi del Comune che come "segnapunti a
voce" oltre che segnacacce...
In quegli anni '50 c'è stato a Neive un discreto corridore Ezio Sterpone (divenne Generale degli Alpini Riposa nel cimitero di Neviglie) i cui duelli col braidese Mana riempivano i giornali dell'epoca.
Nell’immediato
dopoguerra, i Cardino, con Gigi Rabellino, Teresio Traversa, Mario Gaia e Gino
Grasso, alternativamente come terzini) si misero in evidenza tra le migliori
Squadre di II Categoria. Oggi figurerebbero forse degnamente nel Campionato di
Serie A. Fernando e Giovanni Cardino cessarono anzitempo dall’attività
agonistica per trasferirsi a Genova dove oggi esercitano l’Avvocatura civile.
Il loro padre Vincenzo, anche lui in giovinezza buon giocatore di <Pallone>
è deceduto alcuni anni fa.
MIO FRATELLO GIORGIO GRAN CALCIATORE
Giorgio,
mio fratello più giovane, fu un ottimo calciatore e fu visionato e selezionato
per giocare nella squadra del Torino. Aveva un dribbling irresistibile e per
questo fu soprannominato”Garrincha”.
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