sabato 5 agosto 2023

 

FERRERO LUIGI Mussotto d'Alba 1940 Ricordi Parte I




Il papà di Luigi è FERRERO GIOVANNI di GUARENE D’ALBA CLASSE 1915 figlio di CHIARLE DELFINA di Castino e di Luigi. Giovanni era il secondo di quattro maschi e una femmina.

Nel 1939 sposò PRUNOTTO COSTANZA di Guarene e abitarono a Mussotto d’Alba.   

 Il 24 Dicembre 1940 nacque il figlio Luigi. In quel periodo papà Giovanni era Militare “richiamato” in Grecia. Scrisse questa bellissima lettera al Parroco:

 


https://youtu.be/vL75xbCkPog 

                 Dal fronte Greco Albanese 12-02 -1942 XIX

Reverendo Don Scoffone Giovanni

Parroco della mia Parrocchia

Da quasi un mese mi trovo sul Fronte Greco Albanese in compagnia di tanti fratelli dei miei dintorni, coi quali ci giurammo di non lasciarci mai, e ciò non capita fra noi veri amici. Siamo tutti privi di notizie dalle nostre famiglie, ed io in special modo penso al caro e piccolo mio figlio che ancora non comprende e nemmeno mi conosce.

Ebbene già diverse volte ci trovammo a lottare tra la vita e la morte.Prima cosa a fare ci siamo raccomandati in Dio che lui è tanto buono ed ha misericordia di noi. Io poi ho un dovere da compiere verso la Vergine Immacolata di Lourdes che non mancherò al ritorno  alla mia famiglia- alla quale ogni istante penso- anche nei momenti più tristi e dolorosi della vita.

Reverendo Parroco, a nome di tutti i miei amici fratelli giungo a voi per dirvi che per grazia ricevuta finora siamo tutti illesi e salvi e perciò io vi invio un vaglia di Lire 50 cinnquanta affinchè venga detta una Messa alla Vergine Madonna di Lourdes ed il resto vada e serva per l’olio oppure luce al suo Altare al quale non dovrà essere spenta fino al mio ritorno, che per le spese in sopprapiù penserò io stesso ad inviare ciò che occorre per sostenere la lampada accesa.

Dal campo di battaglia ci uniamo a voi e a tutti i parrocchiani, affinchè si preghi tanto e tanto per poteci un giorno vedere uniti ognuno alle nostre care famiglie e pregate per tutti i combattenti anche per coloro che lasciano sul campo la vita per la Vittoria e per la grandezza e salvezza della nostra Bella Italia.

Pensate o Reverendo e voi parrocchiani, abbiamo assistito un ferito grave morente, e le sue ultime parole dopo averci baciato disse: Cari amici pregate per noi la Mamma Celeste  e così dicendo  morì glorioso per la Patria.

Infine pregate con noi per i gloriosi combattenti del fronte Greco Albanese, affinchè la Mamma Celeste ci voglia vedere un giorno felici e uniti alle nostre famiglie, gloriosi e vincitori. La vittoria sono certo che non a lungo arriverà, ed il bel tricolore sventolerà sulla Capitale Greca.

Siamo in ottima salute ed i miei più gloriosi saluti da combattente vi giungano dal vostro parrocchiano

GIOVANNI FERRERO

I miei più fervidi saluti giungano ai cari parrocchiani ed alla mia cara famiglia, un bacio al mio caro Luigino.

 

 


 Questa la lunga vita dell’Alpino Giovanni:

fu arruolato il 2 Luglio 1935 e giunse alle armi il 16 Aprile 1936, fu assegnato al 2° reggimento Alpini Btg. Dronero

Assolto il Servizio militare  fu congedato e tornò a casa a svolgere l’attività di Sarto.

 

Il 21 AGOSTO 1939 fu RICHIAMATO alle armi   e dall’ 11 06 1940  AL 25 06 1940 partecipò alla Campagna di Francia sulla FRONTIERA ALPINA OCCIDENTALE  COL 2° ALPINI BTG VAL MAIRA

   Fu CONGEDATO IL 9 FEBBRAIO 1940 ma il 29 maggio 1940 fu nuovamente richiamato per partecipare alla Campagna Greco albanese DAL 20 FEBBRAIO 1941 AL 23 APRILE 1941 sulla FRONTIERA GRECO ALBANESE CON L’8° RGT ALPINI BTG. TOLMEZZO

Dal 10 AGOSTO 1942 AL 24 FEBBRAIO 1943 partecipò ALLE OPERAZIONI DI GUERRA IN RUSSIA CON L’8° RGT BTG TOLMEZZO.

Il 20 gennaio 1943 partecipò alla Battaglia di Nowo Postojalovka e si meritò la Croce di guerra al Valor Militare. Tale Onorificenza gli sarà consegnata solo nel 1955 ma lui era già Andato Avanti.

Senza tornare a casa e nemmeno poter fornire notizie, fu curato in vari Ospedali Militari “Careggi di Firenze” e a Roma e dal foglio Matricolare risulta sbandato dal 9 Settembre 1943. Con queste cure riuscirono ad evitargli l’amputazione dei piedi.

Il figlio Luigi, pur piccolino, ricorda che la mamma tutte le sere preparava un catino di acqua bollente con del bicarbonato e il papà teneva i piedi a mollo per circa mezz’ora ma non aveva alcuna sensibilità. Questa cura gli servì a recuperare un minimo di circolazione sanguigna per evitare la cancrena. Ricorda inoltre che quei piedi erano di un colore violaceo scuro!

Mamma Costanza Prunotto

La mamma con i due figli, quando arrivò il marito, nel 1944, viveva a Mussotto d’Alba in una casa in affitto ed aveva una cara vicina , MARIA BOGGIONE che la aiutava e sosteneva. Luigi racconta: Una sera  verso le venti , mamma sentì bussare ed andò ad aprire. Si trovò un “Barbone” vestito di stracci. Rimase stupita e alla Maria che chiedeva chi era, rispose “ a niente!” e diede due lire all’uomo perché andasse all’osteria a prendersi un bicchiere di vino! L’uomo non prese i soldi e disse: < ma non mi conosci, sono Giovanni!>.Trascorsero i mesi fino al termine della guerra, e si immagina che furono mesi di nascondimenti e timori anche per un Reduce di Russia che aveva solo voglia di far ripartire la sua vita e quella della famiglia.

TANTA VOGLIA DI VITA

Aveva piacere di riavviare l’attività della Sartoria che era stato costretto ad interrompere per andare in guerra. Pazientò ma si preparò, e infatti il 17 Ottobre 1945, come conferma la domanda di ammissione alla Scuola di Taglio di Torino si iscrisse al primo e secondo Corso. Il Papà era già un abile sarto nel settore maschile e voleva ampliare le sue conoscenze e aprire un atelier nei locali dove vi era la nostra casa, impiegando una ventina di operaie per realizzare abiti per uomo, donna e bambino. Ottenne la concessione per costruire il 12 Giugno 1950 dopo aver “ trigato” dal ’45 per poter costruire il locale. Nell’attesa di poter ampliare l’attività, gradualmente aveva assunto ben 12 lavoranti. Aveva già molto lavoro e una buona clientela nella zona di Alba e nelle Langhe sopra Alba.

IL TRAGICO INCIDENTE

Ma una domenica sera di giugno 1950, mentre tornava a casa dopo aver effettuato delle misurazioni, sulla strada che da Tre Stelle scende a Pertinace fu investito da un auto. Lui procedeva con un Motorino “mosquito”, urtato, cadde e fu la fine dei suoi sogni. Mia mamma incinta, mia sorella ed io stavamo cenando ed ascoltando la radio, quando venne Battista ,il vicino di casa, ad avvisare che aveva saputo dall’Ospedale di Alba che cercavano i famigliari di “Giovanin èr sartò”, era stato ricoverato in fin di vita. Battista non lasciò che andasse la mamma e quando, un’ora dopo si presentò all’ospedale lo trovò già nella cassa da morto. Non era stato soccorso subito e  in ospedale era giunto già in “coma”

Le indagini circa l’incidente rilevarono che il colpevole era l’autista dell’auto e fu condannato a risarcire la famiglia di Giovanni. Il giovane non era assicurato e neppure aveva le possibilità economiche di pagare. La pena gli fu commutata in otto anni di carcere, ma la mamma non firmò perché non ritenne umano rovinare un’altra famiglia. Gigi: <Lui fu “libero” e noi rimanemmo senza papà e senza soldi.>

La mamma rimase con tre figli da crescere e, senza la possibilità di mandare avanti il laboratorio. Dovette chiudere e grazie a suo papà nonno Giacomo Prunotto detto “Giambad” , che svolgeva attività di macellaio ebbe la possibilità di lavorare come cassiera e di andare ad abitare in una vecchia casa in località Forcellini nel Comune di Guarene. Gigi:<Non avevamo nulla se non un piccolo orto davanti alla casa che iniziammo subito a coltivare, La mamma alla sera effettuava lavoretti da sarta per le persone di Mussotto e così arrotondava le entrate per crescere noi tre bambini!>


 

 

 

 


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