lunedì 21 agosto 2023

FAZZONE NELLA SAN BENEDETTO 1930

 




NELLA FAZZONE SAN BENEDETTO BELBO 1930

https://youtu.be/8lEy0UhNkRA 

 https://youtu.be/k6oa-xX2cL4       

     

Nella mi disse che è la figlia di Reliu il suonatore ed io le chiesi della mamma. Con tristezza : <Mì rà mama r’eu nèn conzira!> Io la mamma non l’ho conosciuta, il suo nome era Stella Albina, mi viene da piangere perché è morta quando son nata io.

Compresi di aver toccato un tasto doloroso e tornai alla famiglia e al babbo Reliu.

LA FAMIGLIA E PAPÀ RELIU

In famiglia eravamo : io il papà, zio Nandino, zia Priscilla con quattro o cinque bambini, il nonno e la nonna, in tuttio nove!

Di che leva era il tuo papà?

Era del 1899 e andò alla guerra del 1915/18, era un “ragazzo del ’99 “! Li chiamavano così perché avevano solo 17 anni quando partirono per la guerra. Faceva il “Sonador” ma o travajava ‘d cò ra campagna. Dopo la giornata di lavoro nei campi, alla sera partiva con la Fisa attaccata alle spalle e andava nelle case,  osterie o nelle aie a far ballare la gente. Andava a piedi oppure col bel tempo in bicicletta. Ebbe come compagni a suonare, prima uno che di nome era “Colin” poi ebbe uno di Cravanzana di Cognome Bevione mi pare Giuseppe. Oh quanta strada fece mio papà per andare a suonare! Era benvoluto e richiesto da tutti e infatti in tutte le foto delle Leve dei Coscritti dei paesi di Alta Langa, Reliu c’è.

A volte suonava in casa per me piccolina ed io saltellavo di gioia.


Sovente andava a suonare all’Osteria di Placido poiché qualcuno diceva: “Sa andoma a pié Reliu per cantare e ballare! “ e lui andava volentieri per farli felici.

Quando fui più grande realizzai una “sachetta “ custodia nuova per la sua “fisa” e lui ne fu molto contento!

Parlando di Placido a Nella venne anche in mente Miliu che con la moglie aveva la Bottega di alimentari.

MILIU CANONICA

< A San Benedetto c’era anche Miliu, il fratello di Placido, e possiamo ringraziare lui se i 52 padri di famiglia furono liberati. Successe che i Partigiani avevano ucciso un colonnello tedesco e i nazisti per rappresaglia bruciarono quasi tutte le case del paese e condussero in prigione a Murazzano gli uomini. Li avrebbero uccisi se non avessero riavuto il loro colonnello vivo o morto. Miliu si offrì di cercarlo e riuscì a ritrovare il corpo del tedesco. O Miliu, Miliu quant ben cò ra facc a San Benedètt! Lui sapeva fare da intermediario su tutto e anche se”a San Benedètt soma sta dèsgrassià r’oma vu boneur d’avèj avù Miliu”( O Emilio, quanto bene che ha fatto a San Benedetto! 

Quel 20 Novembre 1944 fu terribile vedere le case che bruciavano e osservare la lunga fila di uomini portati via sopinti con le armi. I soldati portarono via anche molti animali, e a noi presero la scrofa che stranamente buona buona salì sul camion nazista. Dico stranamente perché quando noi della famiglia volevamo farla uscire “dao stabi” (recinto) non vi era verso di smuoverla, invece con loro andò subito. Per noi il maiale era importante perché l’avevamo allevato per fare salami salsiccia e tante cose! Ma ce la portarono via.

RIMASI A SAN BENEDETTO BELBO

Mi sposai a San Benedetto e continuai a svolgere i lavori che avevo imparato da bambina.

Facevo la “lessija” prima in casa per far “passare o Léssijass la lisciva” poi andavo a risciacquare al “gorgh”.

Andavo al pascolo con le quindici pecore e poi le mungevo. Realizzavo delle Tome proprio buone! Ricordo che Jenny l’ostessa francese mi chiedeva di portarle delle tome con la “crapa” la pelle delle tome morbide che assomiglia alla ”brozina” ma è più gustosa. Lei la utilizzava per aggiungerla alla “bagna caoda” che preparava per lo scrittore Beppe Fenoglio.

Una volta me lo presentò e così lo conobbi come una persona che nonostante fosse già famoso era umile e mi fece i complimenti per le mie tome.

Fin da bambina andavo anche a vendere le tome a Murazzano dove vi era qualche negozio in più e così si comprava qualcosa che Miliu e Ghitina non avevano.

Nonostante sia stanca, Nella è felice e mi ringrazia perché l’ho aiutata a far tornare alla mente tanti ricordi sia brutti che belli e durante i racconti esprime più volte la gioia per essere riuscita a ricordare.

Da parte mia la ringrazio e mi scuso per averla affaticata ma lei mi invita a ritornare ad ascoltare altri ricordi che le tornano in mente.

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