venerdì 18 agosto 2023

 


RIVETTI  ITALO NEIVE 1933



DI BONGIOVANNI MARIA E DI GIOVANNI 1898 +1944  figli Luigi”Gino”1923 Giulio 1925 fratello 1930 +33  Italo 1933 Luciana 1936 Anna Maria 1940

 NONNI PATERNI FOGLIATI TERESA DETTA”Mairèta” 1869 +12 gennaio 1953 e RIVETTI LUIGI “Vigin” 1870 (FU PIETRO) +13 febbraio 1953


 ITALO RIVETTI RICORDA Neive 1944

 A Luglio del 1944 soffrimmo un grande dolore. Papà era ricoverato  all’Ospedale di Carmagnola e non avevamo notizie. Il giorno 11 venne la mamma di Alvise , cugino del Partigiano Caccia a pregarci di andare al Silo dell’Ammasso a caricare alcuni sacchi di grano poichè si diceva che lo avrebbero bombardato. La mamma, pur preoccupata per il babbo si offrì per il servizio. Andai io con lei e quando fummo di ritorno, al ponte drà “Coletta”, dove abitavano i Sandri, fummo raggiunti da un camion che trasportava una bara. Il pensiero andò al nostro babbo e marito ed in silenzio procedemmo. Giunti nell’aia, vedemmo il nonno che asciugava le lacrime e capimmo che la bara era del  papà. Si fece il funerale con il fratello Gino del 1923 che era stato preso Prigioniero al Brennero(Egna Bz) ed era stato deportato in Germania tornò il 25 6 1945, Giulio del 1925 che non era “partito” soldato e doveva nascondersi. 

Io aiutavo il nonno e Giulio, e a Settembre ci furono altre incursioni su Castagnole e Neive che ci preoccuparono molto. 

Io e Giulio ci eravamo recati ad arare un terreno poco distante da casa e sentimmo arrivare dei bombardieri che sganciarono su Castagnole e poi sul Silo sventrandolo. Giulio mi disse di correre a casa che lui sarebbe rimasto con la mucca. Impaurito lo ascoltai ma lo spostamento d’aria mi fece cadere. Mi rialzai illeso e ripresi a correre. Il giorno seguente tornammo nel campo e siccome io, da miope, non vedevo, Giulio mi spiegò che vi erano due enormi buche e solo le mura esterne.

 

                           SILO DI NEIVE bombardato

 

NEIVE 30 MARZO 1945

Quel giorno, io e mia madre partimmo da in Rivetti Soprana per andare alla “Stassion” Stazione per la funzione del Venerdì Santo. Quando fummo oltre Rivetti, dove ha la casa ora Renzo, nella strada vedemmo una mantellina Militare con sopra uno Sten, guardammo intorno ma non c’era nessuno. Mia madre mi invitò ad aumentare il passo, ci girammo ancora a guardare ma non vedemmo nessuno.

In Chiesa, Don Bergadano iniziò la Messa, dopo non molto si sentì un forte rombo di aerei, e si comprese che avrebbero bombardato. Il Parroco fece andare noi bambini nel locale del campanile, ma non ci stavamo tutti, così qualcuno, impaurito uscì per andare sotto la galleria ferroviaria, (Come raccontò Ugo Revello, lui fu tra quelli che volevano ripararsi sotto la galleria, ma scoprirono che avevano bombardato proprio la ferrovia e il tunnel.)Terminato il bombardamento io e mia madre uscimmo dalla Chiesa e nell’attraversare il passaggio a livello sia pur velocemente vedemmo le buche lasciate dalle bombe e i binari divelti. Con passo svelto ci avviammo verso il Mulino e la Fornace dove notammo i segni del mitragliamento e di una bomba, non vedemmo più nè lo sten nè la mantellina. Che fosse un segnale? Non l’abbiamo mai saputo. Presa la “scursa”scorciatoia tornammo veloci  a casa.

 

 

NASCOSTI PER TRE GIORNI

Mio fratello Giulio e i fratelli Sterpone Egidio(Adolfo 1918),Vittore1924,e Armando 1922 si prepararono un nascondiglio sotto la letamaia

I NAZIFASCISTI a NEIVE 8 Dicembre ‘44 

L’8 dicembre 44 i tedeschi si insediarono a Neive e arrivarono anche qui in Rivetti. Molti giovani di leva o anche più giovani che non si erano aggregati ai Partigiani, si nascosero . Mio fratello Giulio del 1925, con tre suoi compagni sfollati con la famiglia da Torino prepararono un nascondiglio sotto la “concimaia” (liamera), proprio nel cortile qui davanti. Lasciarono una botola per accedere e la fecero ricoprire con il letame. Il muretto a secco sotto la concimaia fungeva da “presa d’aria”. quando videro che la colonna di tedeschi stava arrivando entrarono nel nascondiglio e vi rimasero per tre lunghi giorni e notti. Il nonno Luigi, temendo venissero anche con i cani che fiutavano le persone, e fu così, sparse del “ bori, pissinass”(urina e sterco degli animali) sulle pietre del muro. I nazifascisti chiesero dove fossero i Partigiani o i giovani di leva, ma le donne e i vecchi dissero di non capire e comunicarono che il fratello Gino del 1923 era prigioniero in Germania. Rovistarono in casa e trovarono una scatola di tabacco che permise di chiedere insistentemente chi utilizzasse tutto quel tabacco. Il nonno fu pronto a dire che era lui che fumava e un po’ innervosito rispose anche malamente: “ mi r’euni da fumé na mer...( io devo fumare sterco?! Queste parole servirono a far cercare da altre parti ma uscendo, il cane partì a fiutare proprio dal muro della concimaia. Tutti i famigliari temettero il peggio, ma fortunatamente il cane aveva visto un coniglio e la mamma prontamente aveva urlato: “ tenro , c’om massa ‘s conij! (Tienilo che mi uccide il coniglio! Il milite capì e trattenne il cane. 

Rimasero nascosti ancora alcuni giorni, poichè i nazifascisti non se ne andavano. Il nonno escogitò un sistema per fornire un po’ di cibo a Giulio,Armando,Vittore ed Egidio. Si fece preparare un sacco col mangiare che nascose sotto paglia e letame nella carretta e lo trasportò dalla stalla alla concimaia facendolo scivolare abilmente dalla botola del nascondiglio. Giulio, il fratello, raccontò che vi furono altri momenti di paura quando qualcuno aveva esigenza di starnutire o anche solo di scaracchiare o tossire. Si addossavano uno sull’altro per ridurre il rumore! Nonostante queste precauzioni una volta temettero di essere scoperti. Dalle feritoie delle pietre videro che un milite era sceso nel noccioleto a Pissé(urinare) e notarono che quasi avesse sentito un rumore arrestò il passo per ascoltare meglio, ai quattro si gelò il sangue e riprese a scorrere quando capirono che svolto il bisogno fisiologico il tedesco se ne era andato. 

IL CAPITANO TEDESCO

Una sera, dopo che i militari nazifascisti ebbero cenato con quanto aveva cucinato la nonna, si alzarono per uscire, ma un graduato tedesco, rivolgendosi alla mamma che teneva in braccio la piccola sorella Anna Maria di quattro anni, con le braccia rivolte le fece capire se poteva avere la bimba. La mamma titubante e un po’ impaurita gliela porse, lui  sotto gli occhi stupiti di tutti la strinse a sè in una dolce coccola e la riconsegnò. Non fu detta una parola, ma tutti compresero dal gesto e dagli sguardi che quell’uomo in Germania aveva dei bimbi di cui aveva una forte nostalgia.

RICORDO DI BURELLO SETTIMO PARTIGIANO “SET”

Ad un ballo proprio in casa nostra azzannò una sedia con i denti e la sollevò per dimostrare la sua forza!

Si disse che quando lo arrestarono, in segno di sfida avesse urlato :<se avessi le mani libere vi strapperei il cuore e me lo mangerei!

RICORDO DI PARTIGIANI

“NELLO” Stella ‘d rà Rata- “CACCIA” Arossa Dario Canova- “TITO” Marien Giachino - RIVETTI TERESIO dèr Balochèt, Rivetti Guido, Sterpone Armando, Sterpone Adolfo Sterpone Lodovico, , DESTEFANIS ANGELO “Oscar”, Dario Scaglione “TARZAN

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