lunedì 21 ottobre 2024

SOTTIMANO LEONE BRUNA NIELLA BELBO

 

https://youtu.be/k4aGoLzYIlg                    

                         agosto 1944

https://youtu.be/g8RB8DisJcY                   

uccisero mamma e papà

https://youtu.be/pghggucbOag                     

senza mamma e papà

https://youtu.be/nHVueBUj924                  

 A 21 ANNI MI SPOSAI



Bruna Sottimano: Era il 2 Agosto 44. Mio fratello aveva 7 anni e mezzo   ed io ne avevo 5. Mamma Carmelina era incinta del terzo figlio. Già da qualche giorno, noi che abitavamo nelle cascine del Belbo vedevamo che i Partigiani andavano e venivano con agitazione. A Bossolasco erano arrivati i Tedeschi. Un anziano, Vigin “do Scairon”, che viveva in un Ciabòt in località "Lomont" aveva avvisato mio nonno paterno Lorenzo Sottimano e nonna Pugni Teresa che abitavano più vicino al Belbo,che aveva sentito dire dai nazisti: <nei prossimi giorni andiamo giù e facciamo piazza pulita!>  Noi, con lo zio si abitava più su, a Pian Cireza dove mio papá e mio zio avevano sposato due sorelle Fracchia. Comunque, avendo saputo della venuta dei nazisti, mio padre prese una coppia di manzi , una di buoi e alcune altre bestie, passò dai nonni e riferì che si sarebbe recato a portarle presso un Ciabòt di nostra proprietà oltre Belbo. Invece, mio zio Paolo marito di zia Caterina, andò più sopra in modo che nascondendosi tra gli alberi avrebbe potuto osservare cosa succedeva nella nostra cascina. I nazisti scesero da Bossolasco con il camion e lo lasciarono alla prima curva. Scesero a piedi alla cascina “Tevla” e poi alla cascina Miani. Incontrarono il povero Vigin e lo spintonarono e maltrattarono per poi lasciarlo malconcio in un fosso. Lui, anche dolente si riprese e zoppicando raggiunse la sua casa, che era quasi a Bossolasco. I nazisti scesero a piedi e trovando due camion minati dai Partigiani, uno al bivio per Feisoglio e uno all'inizio della strada che porta da noi a Pian Cireza, li sminarono e bruciarono due Ciabòt dei paraggi. Salirono anche da noi e con modi brutali chiedevano: <Ribelli, dove Essere ribelli?> Chiedevano anche a me, che avrei compiuto 6 anni a fine anno! Io rispondevo che non c'erano i ribelli! Loro però bruciarono tutto! Presero dei balòt di paglia e li incendiarono in cucina, nella sala, ovunque. Noi 5 Bambini la mamma, la zia e la nonna eravamo fermi davanti al forno dove si cuoceva il pane e ci minacciavano con le armi. Un soldato ci ordinava di andare in casa anche se c'erano le fiamme ed un altro di tornare al forno.

Intanto mio padre dal ricovero oltre Belbo era preoccupato al vedere tutte quelle fiamme e fumo. Decise di venire più vicino e di appostarsi per vedere cosa avessero fatto e se noi fossimo in salvo. Lo videro e ricordo che gli intimarono di venire avanti con le mani in alto, lui aveva una zappa in spalla e diceva che non era un bandito! Anche mamma che doveva partorire ad Ottobre,  spiegava che era suo marito, il padre dei suoi figli! Questi continuavano a spianare le armi e presero papá e mamma. Li fecero procedere spintonandoli fino alla casa dei nonni giù nel Belbo.Qui allontanarono i nonni che tentavano di spiegare che erano il loro figlio e la moglie. Li portarono  prima alla casa che era servita da deposito dei Partigiani, poi a una casa dove presero i due che vi abitavano, bruciarono tutto e li lasciarono subito.Tornarono su a Pian Cireza e sempre furiosi dopo un po' ripresero mamma e papà e facendoli marciare davanti come ostaggi li condussero alla casa di Vignale Carlo, il papà di Mariuccia che ebbe poi l'osteria a Bossolasco. Carlo al vedere mio padre e mia  madre in mezzo a quei soldati prese a correre nel campo di grano di fianco a casa, ma fu raggiunto da una raffica e fu così ucciso.

VIGNALE CARLO GIORGIO di LUIGI

BOSSOLASCO (CN) il 13/02/1890 NIELLA BELBO

Contadino

Luogo di morte: NIELLA BELBO (CN/I) il 02/08/1944

 

I miei li trucidarono davanti alla casa del nonno e li lasciarono morti nell' acqua. Al sentire le urla di mia mamma, dopo tre ore accorsero "la Lunga" e Paolina di Brissio che  era sorella di mia nonna e trovarono papà e mamma morti nell' acqua, il bimbo in grembo era ancora vivo.

SI RIMASE LÌ SENZA MAMMA E PAPÀ

Le case di Pian Cireza bruciate, furono abbattute, ecosì non avevamo più nulla. Il tetto della stalla aveva tenuto e così furono riportate le bestie che papà aveva salvate e i nonni materni rimasero anche loro nella stalla. Noi e la famiglia dello zio andammo a vivere giù dai nonni Sottimano e vedevamo continuare la guerra. Sentivamo sparare alla Località “Porera” e vedevamo sia i lanci che gli alleati effettuavano per i Partigiani, e lo capivamo dai fuochi che accendevano per segnalazione, sia gli aerei tedeschi che sganciavano bombe. Una volta una bomba cadde a una distanza di duecento metri dalla casa del nonno e non rimase più intatto un vetro!

Dopo una settimana dalle uccisioni dei miei si viveva in dieci nelle due camere ma iniziarono i bombardamenti. così il nonno ci insegnò a procedere carponi per raggiungere il bosco. Con i buoi ci portò qualche materasso e coperta e rimanemmo nel bosco quattro o cinque notti.

Finita la guerra, per me e mio fratello rimase la tristezza di essere orfani. La scuola era distante come da Niella alla Madonna dei monti, ma il peggio era che vedevamo gli bambini che ad attenderli all’uscita avevano sempre qualcuno! Noi non avevamo nessuno che venisse a prenderci! Fu una fanciullezza triste e ancora quando mi sposai mio fratello Lorenzo osservando tutti i parenti mi disse abbracciandomi: < …ci sono tutte le zie con le loro famiglie, ma mancano MAMMA E PAPÀ!> 

DA ORFANI

Crescemmo in una situazione di ostilità! “Noi eravamo di troppo” Fu nominato come Tutore il nonno materno Fracchia Serafino con la nonna Rosso Secondina che ci accolsero nella loro casa, ma vi era anche la famiglia di una zia con le sue due figlie!

Le cugine proprio cattive, essendo più grandi di qualche anno, ci maltrattavano o e ci mandavano sempre nella stalla. Il nonno materno Serafino morì quando io ebbi 18 anni. 

Conobbi Amerigo, un uomo più grande di nove anni e l'avrei sposato subito, pur di togliermi da quella casa che non mi aveva mai voluta, ma i nonni, pur sapendo che era un uomo buono non lo ritenevano un  buon Partito! Era Povero!

Dovetti attendere fino a che ebbi 21 anni. Li compii a Dicembre e a marzo ci sposammo! Venni in paradiso! L'anno dopo ebbi il primo figlio. Aprii la bottega di alimentari e l'ho tenuta in attività per 61 anni. Dovetti chiudere perché lo scorso anno, ad 86 anni, sono caduta e dovetti andare in ospedale per la prima volta dopo i due parti. Ho avuto la fortuna di aver avuto tanta salute e rimboccandoci le maniche, dimostrammo ai parenti che mi dicevano" ut fà fé dra fam!"ti fa fare la fame, che c'è l'avremmo fatta! E così è stato.

Io lavoravo al negozio e accudivo le mucche, Amerigo e poi i figli lavoravano la terra. Al nonno che mi diceva che era Povero io dicevo che lui però era buono e a me il lavoro non faceva paura. Preparavo le tume,

                       FASELLE forme per le tome
andavo a fare la spesa per il negozio ogni lunedì. In ospedale mi chiesero quante pastiglie prendessi e quando dissi che prendevo solo una mezza pastiglia per la pressione, rimasero stupiti. Sicuramente ho avuto la protezione di  mamma e papá.
         BRUNA SULLA PORTA DEL SUO NEGOZIO

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