EIRALE GIUSEPPE “PINOTO”
INTERVISTA 7 LUGLIO 2017
BORGOMALE ”VILLAIO” della leva del 1921, dice che di nove
coscritti è rimasto solo lui.
<La mIa fortuna fu nell’essere risultato “rivedibile”
alla Visita di Leva. Altrimenti ”sarìa co partì mì pèr rà Russia” (Sarei partito
anch’io per la Russia). Così partii soldato con un anno di ritardo e fui
arruolato nella Guardia di Frontiera. Ero al confine con la Francia, presso un
Forte con altri 15 compagni a effettuare il Servizio di guardia. Intanto che
eravamo lassù, avvenne “ro sbandamènt”(lo sbandamento dell’8 settembre) e scendemmo,
prima a Sant’Anna di Vinadio e poi a Borgo San Dalmazzo. Prendemmo il treno ma
quando fummo a Cuneo trovammo già i tedeschi che arrestavano i militari. Mi
nascosi nella zona W.C. del treno e attesi che il treno ripartisse. Rimasi
nascosto con altri 7/8 militari della zona di Alba trattenendo il fiato e
sperando di non essere individuati. Quando il treno a tarda notte si mosse fummo
più tranquilli! Scesi a Mussotto dove avevo una zia e mi feci dare degli abiti
borghesi, quindi mi avviai per raggiungere Borgomale. Dei miei compagni
qualcuno andò in Alba , fu arrestato dai tedeschi e deportato in Germania. Due di questi
morirono in prigionia.
Giunto a casa, scelsi di non andare con i Partigiani e di
aiutare la famiglia. Non fu facile poiché bisognava continuamente nascondersi
per evitare di essere presi dai nazifascisti che effettuavano rastrellamenti
alla ricerca di “ribelli” e giovani in età di leva o come me ”Disertori”.
Ricordo che un giorno andai con la famiglia a lavorare in
una “Riva” sotto casa, quando fu Mezzogiorno i genitori e la sorella tornarono a
casa. Attesi che la sorella venisse ad avvisarmi se tutto era tranquillo,
poiché avevamo notato che nel nostro cortile vi erano i fascisti che con il
cannocchiale osservavano alla ricerca di Partigiani. Dopo un po’ la sorella
venne ad avvisarmi che se ne erano andati e quindi potevo tornare a casa.
Quando fui alla cima del pendio per entrare nel cortile vidi un tedesco che
attraversava e veniva nella mia direzione per piazzare la mitraglia, fui
sorpreso ma continuai e andai dove avevo un mucchio di letame e presi a
caricare la carriola. Sentii lo sguardo del militare ma non mi voltai e
procedetti nel lavoro. Il tedesco non mi disse nulla e dopo un po’ se ne andò.
“se antèss momènt là rèisso sagname r’avrìo troamne manch na stissa!”( Se in
quel momento mi avessero prelevato il sangue non ne avrebbero trovato una
goccia).
Un’altra volta, io e due miei compagni fummo avvisati che
stavano arrivando i Repubblichini e tedeschi “mèscià”(mischiati,insieme). Era
l’ultimo giorno di Carnevale e con i compagni al mattino avevamo aiutato il
vicino di casa a “massé èr crin”, già pregustavamo la festa che sarebbe seguita
all’uccisione del maiale, e invece dovemmo nasconderci. Ci eravamo costruiti un
nascondiglio che aveva delle feritoie nel muro posto sulla strada e così potevamo
vedere l’arrivo della colonna. I repubblichini avevano una fisarmonica e fecero
festa proprio dal vicino dove avremmo dovuto essere noi a mangiare e bere. Avevamo
una gran voglia di menar le mani, ma dovemmo attendere che se ne andassero per
uscire e festeggiare anche un po’ noi!.>
IL PARTIGIANO “CELSO” GANDOLFO
PARTIGIANO
GANDOLFO CELSO nome di battaglia”CELSO” BORGOMALE 22/06/1924
Meccanico Aggiustatore
ALPINO II RGT ARTIGLIERIA
PARTIGIANO 6° DIVISIONE GARIBALDI DAL 09/09/’43 AL
27/04/’44
CATTURATO A SANTO STEFANO BELBO IL 27 APRILE 1944
DEPORTATO E DECEDUTO A GUSEN MAUTHAUSEN
PINOTO:<Ricordo che Celso era un mio vicino di casa e
amico. Lui dopo l’otto Settembre andò con i Partigiani Garibaldini e mi diceva
sempre di aggregarmi. SeppI che durante un’azione a Santo Stefano Belbo, Celso
con un altro compagno “ran faje frègg” (li hanno freddati, uccisi).> Dalle
mie ricerche ho scoperto che Celso fu catturato e deportato a Mauthausen
Gusen(sotto campo terribile! Vedi racconti di Salvetti Renato).
Nessun commento:
Posta un commento