LORENA CORRADO E FIORINO MARGHERITA RICORDO DI NONNO TONIN
Mamma
Margherita aveva piacere di avere un bimbo suo, ma non riusciva ad averne.
Essendo molto devota pensò di chiedere una “Grazia” ai Santi delle varie
Cappelle di Albaretto Torre. Ogni giorno si recò alle tre Chiesette e confidò,
pregando, il suo desiderio: Avere un figlio! Fu costante e tenace, fu esaudita.
Diede alla luce un bimbo e per ringraziare i Santi che l’avevano aiutata volle
dargli nome Antonin,Sebastiano, Bernardo. La bisnonna di Lorena, riconoscente
per averle concesso il dono di essere madre, ringraziò ulteriormente i Santi
con opere di bene, diede una sorellina a
Tonin adottando una bimba dr’ospidal “Maddalena” che fu la nonna di Marco
Voglino il Fisarmonicista e un fratellino, Mario. Ancora, il buon Dio la
ricompensò con una bimba Cristina(diminutivo Cristinota). Magna “Nota” ebbe una
lunghissima vita, salì in cielo a 105 anni
BANDA
MUSICALE DI BOSSOLASCO Maestro Fresia
Nonno Tonin imparò a suonare il trombone ed entrò a far parte fin da ragazzino nella Banda musicale di Albaretto Torre. Suonare il trombone fu la sua grande passione, non mollò mai, e anche quando, con l’età, caddero i denti, Tonin si mise due pezzi di tappo di sughero tra labbro e gengiva così da poter soffiare ( nel bocchino a tazza) del suo amato trombone.
Ebbe anche la soddisfazione di essere chiamato
a suonare nella Banda “Fresia di Bossolasco” e risulta in una foto pubblicata
nel libro “Storia di Rina e Demetrio Veglio”.
In tale
foto, di cui si era perso traccia, fu riconosciuto da una nipote in occasione
di un’esposizione per le vie di Bossolasco. Tonin fu un grande contadino e terminò la sua
vita all’età di sessantatre anni in un incidente sul lavoro che amava maggiormente.
Era intento a prelevare un “balot” dalla “travà” , quando le sue dita
irrigidite dall’artrite deformante rimasero impigliate nei fili di ferro, cadde battendo la testa e giunse la sua ora. Il figlio Angelo con Margherita e Lorena
Onorarono il ricordo di Tonin tenendo il suo trombone sempre lucido, come amava
averlo lui, sulla credenza dove tuttora luccica.
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