domenica 6 ottobre 2024

CHIAPELLA SECCO CATERINA 1921 DOGLIANI ARGUELLO

 




CHIAPELLA CATERINA SECCO    Dogliani 1927

Nata alla Cascina San Fereolo di Dogliani, andai a scuola a Dogliani. Mi ricordo di una maestra che era molto cattiva. Fortunatamente rimase pochi mesi e poi fu trasferita. Terminate le scuole, con mia sorella, andammo a servizio dall' Avvocato Luigi Einaudi che divenne poi Presidente della Repubblica . Alla casa Einaudi in Località San Luigi, mia sorella era in cucina ed io " guardavo i bambini". Rimanemmo qualche anno, poi allo scoppio della guerra tornammo a casa. Dalla Cascina San Fereolo si vedeva bene tutto Dogliani   e proprio a causa della ottima posizione i repubblicani e partigiani venivano sempre.


La cappella San Fereolo situata in posizione panoramica sulla sommità di una collina che domina Dogliani, con la sua forma ottagonale, la copertura della cupola in lose di Langa sovrastata da un elegante capolino, è uno dei maggiori gioielli architettonici del doglianese.
La sua storia, come peraltro quella della maggior parte degli edifici religiosi, presenta radici molto profonde: pur non avendo notizie certe sulla sua costruzione, già nel 1603 il Beato Vescovo Ancina, durante la sua visita Pastorale a Dogliani, parlava di Valle Sancti Fereoli, anche se non è chiaro se si riferisse all’attuale cappella o ad una precedente, di cui si sono perse le tracce.

Esisteva già la devozione al Santo, martire di Lione e

 protettore di Besançon.

A quei tempi, uno dei punti di riferimento della comunità cristiana doglianese era la cappella di Santa Maria della Pieve, che allora dipendeva dai canonici regolari di Oulx, la cui influenza si estendeva anche oltralpe.

Nei secoli successivi, l’edificio subì un declino, tanto che, nel 1808, il parroco Garrone scriveva: “[…] la cappella è propria del Sig. Carlo Matteo Cillario ed è quasi derelitta”.

Li vedemmo arrivare quando si sistemarono all'Albergo Reale-Fiorito. Venivano e si nascondevano nei "botai" botti dove si faceva il verderame e facevano segnali luminosi a degli aerei, Noi eravamo spaventati e siccome in alcuni casi avevano mitragliato, stavamo sempre al buio. Data la buona posizione venivano sia i Partigiani che i repubblicani e non si capiva più niente.  I Partigiani  li aiutavamo e dormivano nella stalla e sulla "travà" fienile e quando se ne andavano andavamo a togliere i bossoli perché se venivano i repubblicani e i nazisti se trovavano che fossero passati i partigiani favo i "gram"! Faceva  i cattivi e volevano dare fuoco . Una volta, in pieno giorno, andai in una piová sotto casa a seminare i ceci e mi spararono! Tornai a casa procedendo sulle mani e le ginocchia" a gatass!".

Un' altra volta i nazi fascisti vennero su da Dogliani con i cavalli e li trovammo all'improvviso nel cortile! Mi chiesero dove fossero i partigiani, ma io spaventata dissi di non sapere, fortunatamente procedettero e se ne andarono, ma che spavento! In famiglia eravamo i genitori due maschi e quattro femmine. Il più grande del 1911 fu richiamato alle armi e poi preso prigioniero non sapevamo più dove fosse. A fine guerra un Medico di Dogliani fece delle ricerche e ci comunicò che era stato portato in Inghilterra. Tornò poi nel 1946. L' altro fratello del '14 non fu chiamato in guerra ma dovette sempre nascondersi. In molti casi anche noi ragazze con la mamma ci nascondemmo in un "rifugio" costruito sotto un muro dietro casa. Sentimmo arrivare i repubblicani, presero le nostre galline e alcune le cucinarono e mangiarono, le altre se le portarono via. Noi rimanemmo senza galline e con la casa sottosopra! Con tutti i rischi che vorremmo, non so come abbiamo fatto a uscire vivi dalla guerra. Per sopravvivere ci si arrangiava! Mia sorella Clarin che aveva fatto la "Serventa" (domestica) dagli Einaudi,  nascondeva dei sacchetti di farina nel Paltò e in treno andava in Liguria a scambiarli con olio di oliva che poi vendeva ed usavamo, qualche volta andai anch'io.

Il pane bianco a casa nostra è mai mancato, e quello nero della tessera non siamo mai andati a prenderlo.  Per andare al mulino "Riao" rischiavamo un po'  ma passando per sentieri impervi, riuscivamo ad andare a fare macinare e tornavamo con la farina. Avevamo il forno e un po'  di pane bianco c'è lo siamo sempre fatto.

Ah quanti fatti brutti nella guerra!

17 Maggio 1944:  circa duemila Tedeschi e Repubblichini rastrellarono le campagne di Dogliani; i rastrellati, radunati sul Riao (Rea), vennero poi rilasciati.

5 Luglio 1944 Dopo gli incendi dei tedeschi a Piozzo e a Farigliano la popolazione di Dogliani, impressionata sfollò nelle campagne.

6 Luglio 1944 Alle 13: 30 arrivarono dei nazisti in paese. Un capitano, fermatosi davanti al “Reale”, sparò alcuni colpi contro l’albergo chiuso. La minaccia dell’incendio del paese venne scongiurata dall’intervento del parroco Don Delpodio.

https://www.dogliani1944.com/2018/02/il-bombardamento-di-dogliani-una-storia.html#more

31 luglio 1944: Ore 16: 45. Un apparecchio militare di nazionalità tedesca lasciò cadere una bomba sulle case di Piazza Carlo Alberto e Via Corte. L’aeroplano fuggì fin sopra la regione Codevilla, poi girò su se stesso e ritornò su Dogliani, dove sganciò altre due bombe sulle abitazioni nella zona tra Piazza Gorizia, Via Marenco e Via Teatro. Ritornò poi altre due volte sul paese mitragliando. Si contarono ben 28 morti. Vi furono morti tutte le età: bambini, donne e uomini.

DOGLIANI   16 11 1944    STRAGE NAZIFASCISTA

N. VITTIME 7 ADULTI E 1 RAGAZZO

ALLE 12.15 DEL GIOVEDI 15 Novembre 1944, nuclei di tedeschi entrarono in paese con i repubblicani.

Dei manifestini battuti a macchina comunicarono che l’autorità militare occupante voleva dalla popolazione, entro le otto del mattino  successivo n. 40 biciclette e tutti gli apparecchi radio. L’indomani ben poche sono le biciclette e le radio consegnate. Si rinnova l’ordine per il giorno successivo. Intanto giunsero voci allarmanti di morti alle frazioni MARTINA,FINASSI E VALDIBÀ , dove la sera precedente dai But di San Luigi si era sparato contro la colonna tedesca.

I tedeschi trucidarono barbaramente cinque persone intente ai lavori campestri:

Daniele Giovanni, nato Dogliani (CN) 27/03/1906, residente Dogliani, contadino,

Masante Giuseppe, nato Farigliano (CN) 26/01/1902, residente Bonvicino, contadino,

Sardo Francesco, nato Dogliani (CN)29/01/1892, residente Dogliani, contadino,

Sardo Giuseppe, nato Dogliani (CN) 07/07/1926, residente Dogliani (CN), contadino,

Sardo Giuseppe, nato Dogliani 04/10/1911, residente Dogliani, contadino,

Sardo Luigi, nato Dogliani (CN) 10/11/1898, residente Dogliani, contadino,

Sardo Mario, nato Dogliani (CN) 24/06/1930, residente Dogliani, studente,

Occelli Carlo fu costretto a portare due pesanti casse di munizioni e spossato per il gran peso morì ai piedi della Chiesa di San Donato in Somano

 

 


 

                       

LAPIDE IN LOCALITÀ “MARTINA DI DOGLIANI

 

 

 

DA DOGLIANI AD ARGUELLO


CASCINA FORNACE

Nel 1951 tramite la mia amica che sposò Luigi Secco cugino di Ernesto ( 1915 1958 ) genitori di Angelo di Monforte mi  sposai e venni ad abitare alla fornace nella grande Cascina denominata Fornace poiché mio Suocero Clemente aveva la fornace e produceva  mattoni e coppi. Io non lo conobbi e i tanti fratelli e sorelle di Ernesto erano già sposati e via dalla Fornace.  Ho conosciuto la nonna Pasqualina che era tanto buona.

LA MASCA

Lì alla Cascina eravamo vicini a una che dicevano fosse una "masca". Io non posso dire se fosse proprio lei che faceva delle cattiverie ma ne succedevano così tante!  Altri del posto, avevano paura a passare sotto la sua casa e facevano ampi giri per evitarla. Alla mia famiglia succedeva che il mio bambino tutti i giorni alla stessa ora cominciasse a piangere e non vi era verso  di tacitarlo, la mucca pur nutrendola bene diventava sempre più magra.

Poi un giorno passò una donna che non conoscevamo, forse sarà stata una zingara e senza dirle nulla mi chiese di venire  in casa perché voleva aiutare a liberarmi dal malocchio che “qualcuna” mi aveva  gettato. Io ero disperata e la ascoltai nonostante una cognata bisbigliasser che era pericoloso. Rimane il fatto che ascoltando i consigli di quella donna e andando dal Settimino di Altavilla(DeMaria) il bambino superò le crisi di pianto che aveva e la mucca con delle erbe si riprese ed ingrassò. Quella donna non la vedemmo mai più e rimase un mistero come fosse capitata lì e sapesse tutto di noi. Si diceva comunque che quella donna che abitava vicino avesse il "libro del Comando".

 


SECCO CLEMENTE ARGUELLO  02 08 1869 ARGUELLO 28 08 1928

CONTERNO PASQUALINA SINIO 27 03 1875  ALBA06 06 1967


STAMPI per Mattoni piastrelle coppi della

Fornace Secco di Arguello


Brocchiero Giuseppina   Secco Amabile

                   




    

Secco Clemente      e Pasqualina con famiglia

 

    

                   Famiglia Secco Cesare




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