MARASSO MARIAROSA “ROSINA”
ricordo 8
dicembre 1944 nazifascisti a Neive
Uccisione di
Gagliardi e Rossi
RICORDO DELL’8 DICEMBRE 1944 A
NEIVE
L'8 Dicembre 1944 andammo,
naturalmente a piedi, da qui borgata Starderi, alla Chiesa del Capoluogo di
Neive, nonostante ci fosse" ne snui ed fioca!" Un mezzo metro di
neve!
Don Bollano, come tutti gli anni, celebrava una Funzione per la Benedizione dèr masná (bambini). A metà della funzione il Sacrista avvisò il Parroco che i nazifascisti(tedesch) avevano invaso il paese! Il Parroco ci disse di tornare alle nostre case e nascose parecchi giovani nel locale del Campanile e cantina ma molti furono arrestati e rinchiusi nelle cantine del castello. Anche qui agli Starderi da Carlino vi era il comando dei nazifascisti e portavano quelli che "rastrellavano". Una volta vennero qui da noi a perquisire la casa, ma i nostri uomini erano nascosti nel fieno sulla "travà". Entrarono in casa e si fecero accompagnare da Maria,
la mamma di Mauro e mia sorella che a quel tempo era ancora da sposare. Lei accese una candela e salì la scala per accedere alle camere sopra. Quando fu nella camera dove su una sedia vi erano i pantaloni e le scarpe di nostro fratello Maria sentì che un milite diede uno schiaffo alla candela e disse agli altri di andare che lí non c'era nessuno! Aveva visto gli abiti da uomo e non volle che li vedessero gli altri.Se avessero capito avrebbero cercato più a fondo. Quel soldato si fece poi capire e spiegò che lui era stato richiamato e obbligato a venire a fare la guerra, ma non era d'accordo con Hitler. Aiutò anche Zio Pierino quando caricarono tutti i rastrellati per deportarli a Borgo San Dalmazzo e poi in Germania! Erano già sui camion ma alla Crocetta questo soldato fece fermare il camion e fece segno a Pierino, che era il più anziano e aveva già famiglia, di saltare giù e correre a casa. Pierino anche se stupito non se lo fece dire due volte e scappò evitando di finire in Germania.
LUIGI BINDELLO Partigiano
“Pitros”
Ho conosciuto Luigi Bindello
che fu torturato dai nazifascisti: i ran rancaje unge e euj! Gli strapparono
unghie e occhi, poi lo portarono a
Benevello e lo fucilarono.Impedirono al prete e alle sorelle di
avvicinarsi al povero cadavere, perché dovevano sapere come morivano " i
ribelli"!
UCCISIONE DI GAGLIARDI E ROSSI
Ricordo anche bene quando ad
Aprile del 1945 fucilarono ad Alba i due terribili Gagliardi e Rossi. Andai
anch'io a vedere! Li misero al muro e li lasciarono che la folla li malmenasse!
Vi era tantissima gente arrabbiata con quei due . D’altronde avevano ammazzato
tanti loro figli padri e madri. Poi li fucilarono.
BARBA GENIO
Mio fratello era del 1914 ed
aveva assolto il Servizio militare, ma fu richiamato e non si presentò al Richiamo, così si nascondeva. Ma vennero i
nazifascisti e trovarono da noi la moglie incinta. Ricordo che chiesero
insistentemente ”dove essere marito della donna incinta!” Noi si rispose che
non si sapeva chi fosse il padre!” stentarono un po’ a credere ma riuscimmo a
convincerli. Per fortuna non andarono nel fienile perché altrimenti avrebbero
trovato lui ed altri nascosti!
Mio marito del 1918 fu
richiamato e mandato in Sicilia dove fu trattenuto fino alla fine della guerra
L’AEREO DI PIPPO E L’OSCURAMENTO
In tempo di guerra bisognava
coprire le finestre affinchè non si vedessero luci, perché passava “Pippo” con
l’aereo e dove vedeva anche solo un piccolo lumino mitragliava! Avevano persino
creato una canzone che ricordo: <è tardi a sera, giungono gli areoplani come
son strani quei confettoni che gettan giù>
DON TARDITI E I PRETI CONOSCIUTI
DON BOLLANO
DON BOLLANO 1960
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