Manzone
Giuseppe 06 /01/21 testimonianze Di Luigi Mainerdo- Sandri Celestino
Manzone Bonifacio Ines Maestra Manzone Ester(Il Sacrificio di un Martire 1947)
Rastrellamento
dell’11 Dicembre a Trezzo
I
rastrellamenti che stavano imperversando ovunque in Langa portarono fin qui le
squadracce del RAP di Alba sotto la guida dei terribili Gagliardi e Rossi.
Il sei Dicembre
un camion di fascisti giunse a Trezzo e compì una prima retata di giovani che
portò ad Alba liberandoli tre giorni dopo e rilasciando loro un lasciapassare
che fu il loro inganno in quanto con questo documento in tasca si ritenevano
quasi al sicuro. Ma il giorno seguente ritornarono e li portarono nuovamente
via, mentre altri giovani venivano catturati nei paesi vicini; soltanto in
Trezzo furono rastrellate 17 persone. Cinque di queste vennero deportate in
Germania e due Manzone Giuseppe e Meinardi Carlo, morirono per i maltrattamenti
subiti.
CELESTINO
SANDRI 1926 Trezzo Tinella.
A Trezzo
i fascisti di Alba l’11 Dic ‘44 rastrellarono per i vari cascinali della
zona
17
giovani, resi meno vigilanti e quindi rintracciati presso le loro abitazioni,
sia per la stagione, sia perché i fascisti li avevano forniti di alcuni
documenti inutili soltanto tre giorni dopo!( Luigi Mainerdo sentì dire che il
Col. Giargia di Neive interpellato dal padre di Giuseppe Manzone non potè fare
nulla!) Tra i 17 vi furono Cinque sfollati tra cui il Maresciallo Ferrara
Partigiano "Nando" e 4 erano militari di vari paesi del meridione rimasti a
Trezzo dopo l’otto Sett. Di Trezzo vi furono Aimasso Carlo, Bielli Felice e
Oreste entrambi Deportati e ritornati ( di Cocconato d’Asti), Doglio Luigi
(riuscì a fuggire a Canelli),Manzone Giuseppe e Mainerdo Carlo, entrambi
Deportati in Germania e deceduti nei lager, Sandri Lorenzo, il Padre di
Celestino liberato in seguito a Canelli e Celestino.
Manzone
Ester
<Quando
mio fratello Giuseppe fu arrestato in Casa fiducioso per il documento che gli
avevano rilasciato i RAP DI ALBA il 9 Dicembre dopo tre giorni di fermo , io
che allora avevo 13 anni, ricorda la SIgnora Ester Manzone Bonifacio, scoppiai
in pianto disperato. Il Ten. Rossi allora, tirò fuori dalla tasca una manciata
di caramelle e me le porse con un sorriso cattivo. Io sollevai il coperchio
della stufa e gettai le caramelle nel fuoco con un gesto di rabbia che fece
andare su tutte le furie il Rossi. In seguito, mentre furono radunati tutti i
giovani e stavano per essere avviati a piedi verso Canelli, mio padre Dionigi
infilò in tasca al Rossi 10.000 Lire, ed egli accettò senza muovere un dito per
la sua liberazione. Ancora pagammo 3000 Lire ad un tizio di Mango
sfollato da Torino , influente presso i fascisti., ma non fece nulla se non una
lettera in cui ci rassicurava del ritorno di Giuseppe dalla Germania.
Maestra
Manzone Ester
<Reduce
nel 1943 dalla Campagna di Russia come Autiere aggregato del 9 Rita Art.
d’Armata, mio fratello si trovava l’8 Sett. 1943 in Toscana e da qui tornò dopo
10 giorni di peripezie. Posti i giovani nel dilemma di imbracciare le armi al
fianco dei tedeschi o essere inviati in Germania, Giuseppe entrò a far parte
del Gruppo Partigiano di Trezzo con a capo Pinutin Gavarino. Il 6 Dicembre un
gruppo di fascisti della Rap di Alba lo rastrellò a casa sua con il pretesto
che era ancora sotto l’obbligo di leva. Fu condotto ad Alba e rilasciato dopo
tre giorni, gli diedero anche un documento senza valore che fece credere di
essere al sicuro. L’11 Dicembre altri tre militi lo prelevarono nuovamente e
con altri a piedi, attraverso Neviglie, Camo, Valdivilla, Santo Stefano Belbo
fu condotto a Canelli e consegnato alle SS tedesche. Qui li torturarono con
continui interrogatori sfiancanti e dopo alcuni giorni il 14/12 li
caricarono su dei camion e li condussero a Torino per tre ore alle nuove e poi
alla Caserma di C.so Stupinigi. Ester lo seguì sempre e riuscì a vederlo da una
finestra e a consegnare dei viveri e generi di conforto per lui e i suoi
compagni. Riuscì a ricevere delle lettere da consegnare alle famiglie, finchè
scortati dai fascisti furono fatti salire su di un’autocorriera e trasferiti al
Campo di Concentramento di Bolzano blocco C con il n. Di matricola 7254 era il
19 Dicembre 1944.
Il 28
Dicembre e il 16 Gennaio ‘45 scrisse ancora due lettere che ricevemmo e dalle
quali traspariva tanta stanchezza dolore per la prigionia, oltre al timore di
essere deportato in Germania. Il sette Febbraio ‘45, io stessa mi recai a
Bolzano per consegnare pacchi, ma scoprii che il 17 Gennaio erano partiti per
Flossemburg.
Il Maresciallo Ferrara che riuscì a tornare dalla prigionia raccontò che 260 vittime furono suddivise su carri bestiame in 60 per tradotta e trasportati a Flossemburg dove arrivarono il 19 Gennaio ‘45. Dopo una settimana di duro lavoro pungolati dalle SS e dai loro cani rabbiosi, ammucchiati in quel campo di morte, Giuseppe con altri venne trasferito come “meccanico” nel campo di Zwichau. Qui la vita non cambiò: lavoro, malnutrizione e maltrattamenti! Dopo due mesi di lager Giuseppe morì. Era il 12 Marzo 1945.
Anche il
Compagno di Giuseppe, Carlo Meinardi 17 Maggio 1922 morì a distanza di pochi
giorni nel Campo di Flossembuerg, il 27 Marzo 1945. Carlo era figlio unico di
Madre vedova, la lasciò sola a piangere come tante altre Madri che persero
figli e mariti a causa di una guerra atroce voluta dalla ferocia umana.
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