GIOVANNI LEQUIO BERRIA 1896 1970
Alla cascina Val Crosa di Lequio Berria ho incontrato Romano, Renato Bruna e la moglie Valeria Cavallotto. Loro sono oltre che Testimoni della Memoria anche Custodi delle memorie del Padre e suocero Giovanni del 1896 Bersagliere “andato avanti” nel 1970. Partecipò alla Grande Guerra e conservò e tramandò ricordi silenziosi che lo accompagnarono per tutta la vita: Il grande quadro dei Caduti, dei Mutilati, e dei Reduci della Guerra del 1915 /18, un’immagine di San Giovanni Battista stampata su di un pezzo di stoffa che portò al collo da soldato e un libretto con parecchi nominativi di compagni d’armi e con scritti pro-memoria del giuramento del Bersagliere e di poetiche frasi in ricordo dei momenti trascorsi da militare. Nel libretto vi è pure il ricordino funebre di un amico,
I Bruna
di Val Crosa hanno anche conservato il primo Diploma consegnato a nonno
Giovanni, attestante la partecipazione alla grande Guerra. Il tutto, fu
gelosamente tenuto da Giovanni dentro una custodia di tela grigioverde che
scampò non solo ai fatti d’armi del 15/18 ma anche all’incendio della cascina
Bruna che costrinse le famiglie a trasferirsi in Val Crosa. Romano e Renato
affermano di aver sempre visto il loro papà che conservava quella custodia nel
comodino di fianco al letto e la nuora Valeria aggiunge di aver notato che il
suocero, alla sera , prima di andare a letto posava la mano su quel contenitore
di Memoria e sicuramente riaffioravano i ricordi e la storia della sua
gioventù. Quando il nonno “andò avanti” Valeria e Renato riposero quelle
Testimonianze e le hanno conservate fino ad oggi per rispettare la silenziosa
richiesta di un Langhetto: “non perdete né gettate la Memoria della storia”.
RICORDI DI ROMANO BRUNA 1936
Ad
ascoltare i racconti di Romano, si sono soffermati anche i nipoti Fabrizio,
Silvano e Fulvio. Hanno ascoltato in silenzio e attenti lo zio che ha ricordato di quelle volte che
andò con suo padre a caricare l’acqua salata per produrre il sale. Si andava
con il bue ed il carro a riempire la botte alla fontana di acqua salata che era
oltre Alba. Si partiva che era ancora notte. Per ben due volte corsero dei
gravi rischi. Tornando trovarono il
posto di blocco dei nazi-fascisti alla Madonna Moretta e li costrinsero ad
effettuare un lungo giro passando a Madonna di Como. Quando furono oltre questa
località, allo scoperto, furono presi di mira dalle armi sia dei Partigiani che
dei tedeschi e si ripararono nel fosso. Entrambe le volte temettero che venisse
colpito il bue, ma fortunatamente passarono tutti indenni e con grande spavento. Romano aveva soltanto
otto anni, ma gli pare di sentire ancora il sibilare dei proiettili sopra la
testa. Giunsero a casa che era notte e aggiunge:< per un po’ d’acqua salata
si rischiava la vita!>.
Racconta
anche delle scorrerie che effettuavano sia i tedeschi che uomini armati che si
spacciavano per partigiani con il solo intento di razziare e intimorire le
donne.
Quando
incendiarono, per rappresaglia lo “scao” essiccatoio e granaio al Bricco di
Arguello( fatto già narrato da Carlo Secco e Davide Volpe)perché era stato il
nascondiglio dei Partigiani, Romano ricorda che , da loro, alla cascina Bruna,
arrivò un individuo proveniente dal rio Aure. Seppero in seguito che era la
“spia”. Pretese che lo alloggiassero nella stalla per la notte. Il padre di
Romano non potè dire di no, non sapendo di chi si trattasse ma lo rinchiuse
nella stalla e vegliò tutta la notte con l’accetta inserita nella cinta dei
pantaloni, pronto a colpirlo se avesse tentato di fuggire o di combinare
qualcosa. Al mattino gli intimò di andarsene e dopo poco giunsero dei
partigiani a chiedere se avessero visto un tale che corrispondeva a quello che aveva
dormito nella stalla. Saputo che strada aveva intrapreso lo inseguirono e non
se ne seppe più nulla. Romano conferma che furono tempi di paura e conobbe
personaggi da stimare e altri di cui diffidare. Ricorda di un tale, che dopo la
guerra abitò per un po’ in un ciabot che
acquistò da suo padre. Proveniva da Torino e durante la guerra aveva recuperato
materiali dei lanci. Non doveva avere la coscienza tranquilla, poiché Romano lo
aveva visto che dormiva con due pistole a portata di mano. Si diceva si fosse
fatto dei nemici recuperando materiali dei lanci effettuati dagli alleati per i
veri Partigiani. Come era venuto sparì e di lui non si seppe più nulla.
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