giovedì 28 dicembre 2023

FENOGLIO TERSILLA SERRAVALLE LANGHE 1925 / 2004

 

 

                       FENOGLIO TERSILLA 

                   02/02/1924 SERRAVALLE

                         LANGHE (CUNEO)

                 ANDATA AVANTI 01/01/2004

Nome di battaglia  “TROTTOLINA” 

PARTIGIANO

C.DO 99° BRG. GARIBALDI. DIV LANGHE 

Dal 01/08/1944 Al 07/06/1945


 


https://photos.app.goo.gl/n7qmr7pmv3suHniC6      

“TROTTOLINA” Maestra FENOGLIO OPPEDISANO TERSILLA del 1925 di Serravalle Langhe, raccontò alla Maestra MARIA TRAVERSA CAVALLOTTO di Cerretto Langhe, che allorché decise di collaborare con i Partigiani era studentessa al Collegio di Nizza Monferrato e per tenere i collegamenti con la sede dei Garibaldini a Villa di Serravalle Langhe, percorreva a piedi, tutta la Valle Belbo pur con grande disagio e pericolo. Chiese ai capi partigiani se poteva indossare i pantaloni per i viaggi di trasferimento, ma questi le consigliarono di non farlo poiché sarebbe stato più pericoloso in quanto una donna con i pantaloni avrebbe immediatamente dato nell’occhio e individuata come “Ribelle”. Così continuò i suoi viaggi vestita con la gonna sopportando anche l’inclemenza della pioggia e della neve.

 

LORENZO FENOGLIO COMANDANTE “RENZO”

RACCONTÒ DI “TROTTOLINA

     

<Ogni paese dell’alta Langa aveva i suoi tre o quattro partigiani in banda. Di Serravalle, in banda, eravamo io, Nandin, e Trottolina, unica donna. Lei con Margherita Vincenti iniziò l’attività partigiana svolgendo un lavoro di volantinaggio ad Alba. Si infiltrava tra i repubblichini, ascoltava i loro discorsi, i loro programmi, e riferiva. Nanni Latilla comandava il Raggruppamento Divisioni Langhe, e aveva come commissario politico Remo Guerra, un ex operaio, funzionario del Partito Comunista. Il lavoro di trottolina era quello della staffetta, teneva i collegamenti con la Langa e anche con Torino. Tutte le settimane partiva da Villa di Serravalle, dove aveva la sede il nostro comando, e a piedi raggiungeva una cascina di Canelli. Da lì il plico proseguiva poi per il Monferrato. Quel lavoro di staffetta la entusiasmava perché l’obiettivo era un’umanità nuova, un mondo giusto, pulito.

Non sentiva mai la fatica, anche se a volte tornava con i piedi che sanguinavano a forza di camminare. Riusciva anche a vincere la paura, riusciva a mai drammatizzare il rischio di finire un giorno o l’altro al muro, fucilata. Quando rientrava al comando tutti la accoglievano con affetto, Remo Guerra la abbracciava, Nanni Latilla si metteva sull’attenti e le faceva il saluto militare...

Per noi non era una donna ma una sorella. Niente scherzi di cattivo gusto, non uno che la sfiorasse. Era circondata da un ambiente di famiglia. Un ex repubblichino, un calabrese, «Alioscia», che poi cadde prigioniero dei fascisti e venne fucilato, le diceva : <tu sei la nostra sorellina>. 

Era credente e tutte le sere diceva le preghiere e il rosario, tutte le domeniche andava a messa e tutti anche i comunisti rispettavano i suoi sentimenti religiosi. Mi diceva: < sono uomini eccezionali i comunisti, ammiro soprattutto la loro dirittura morale, la loro ossessione dell’ideale dell’umanesimo. Sono sicura che con loro sono dalla parte giusta.>

Come me Trottolina aveva un grande rispetto per i contadini perché avevamo capito che ci avevano sfamati, e infatti non avemmo alcuna spia tra i contadini.

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