Le vigne del ”Cardin” di BORGOMALE
BEPPE GALLIANO NATO A GORZEGNO 1935
Papà ANGELO Mamma LUIGIA
RICORDI DI BEPPE E ALDO
Nostra Nonna
era ”Ernestina Negro Galliano” morta nel 1949 (moglie di Giusepin Galliano).Mi
accompagnava sempre per funghi.
Nonno Giusepin
si sposò due volte e dalla prima moglie ebbe due figli, uno dei quali andò in America(Argentina)
e finchè fu in vita scrisse a casa e Aldo ricorda le lettere con scritto un po’
in spagnolo ma che si comprendevano. Giusepin sposò Ernestina in seconde nozze
ed ebbe nostro padre e il padrino di Aldo, Magna Vigina, Magna Rosa.
Il padre
di Marco, Beppe , e Gioanin del 1914 che andò in Grecia a combattere, era
Domenichin.
Zio Beppe
e zio Marco sono fratelli di magna Sandra, che fece loro da mamma, perché la
loro morì giovane a Gorzegno.
A Cieui(CLODIO) vicino a Carche(Carcare)
viveva Augusto marito di Sandra.
Un’altra
sorella di zio Beppe e Marco e Sandra fu la Suora che venne sepolta a Gorzegno
quando io, Aldo, avevo quattro anni
Loro
erano originari delle ”Cianele” Borgata di Gorzegno(prima della galleria) si
prende a dx e si va ar Cianele”.
La mamma
di Beppe Troia, Cagnazzo era la sorella della nonna Ernestina dei Galliano del
Cardin e suo fratello Barba Gioanino Cagnazzo era Maggiore del Regio Esercito a
Firenze e al termine della guerra tornò a vivere alla cascina “Gisuole” di
Gorzegno vicino a loro. Beppe ricorda che quando tornava durante la guerra, si
toglieva la divisa e andava in qualche nascondiglio,e per un po’ di tempo non lo si vedeva più! Dopo
la guerra esercitò l’attività di Insegnante Elementare a Cortemilia ed in altri
paesi. Suo figlio Dino divenne tenente Colonnello dell’Aviazione e dopo la
guerra, da Ingegnere fu assunto alla Fiat, la figlia divenne maestra.
Aldo :
noi eravamo ragazzini e andavamo a segargli la legna, poi lui ci faceva
rimanere a pranzo e ricordo che era severo, perché ci insegnava a stare a
tavola come si doveva, ma attirava il nostro rispetto perché da persona
istruita ci raccontava cose interessanti!
Beppe:
Gioanino aveva tre sorelle, Limpia, Ida che andò in Francia e Rosa che visse a
Torino.
Beppe e
Aldo: Prima della galleria di Prunetto, verso Bormida vi era e c’è ancora un
mulino- segheria che utilizzava l’acqua del Bormida (lo stesso menzionato da
Beppe Troia quando era da mezzadro dai (Cocino dèr Gatt).
ZIO BEPPE
TROIA (Testimone della Memoria)
Il
mugnaio era “ Man Mocia”(mano mozzata) così chiamato perché privo di una mano e
inoltre “ o eizava èr croze” utilizzava le stampelle. Sempre presso il mulino
avvenne un omicidio: tre o quattro malviventi, di notte diedero una
schioppettata al mugnaio che sostituì “man mocia” per rubargli soldi e oro.
Beppe:
ricordo di Gioanin Troia fratello di Beppe che si faceva vangare l’orto da me e
poi tirava fuori ra bornija del Bruz( Barattolo) e insieme facevamo na “crozta”
un crostino sulla stufa. Gioanin e Angiolina non ebbero figli e io e Aldo li
andavamo ad aiutare anche dopo che venimmo a Borgomale. A quei tempi, dopo la
guerra, seminarono tanto grano, però poi bisognava tagliarlo e a mano era un
lavoro infinito. Come ricordò Beppe un primo aiuto venne dalla mietilega
trainata dai buoi di quelli della Cascina Meuja situata subito dopo la
galleria. Negli anni ’50 sostituirono i buoi con un trattore Pavesi, quelli dra
Meuja furono i primi e gli unici ad averlo. Erano Italo, Luciano e Franco, il
più vecchio oltre a una sorella che si sposò e andò ad abitare a Mombarcaro
Quando ci
trasferimmo qui da Gorzegno, avevamo due buoi una mucca e due vitelli e andammo
a prenderli con il padre, a piedi perché camion non ce n’erano e vendemmo a
Franco drà meuja alcuni pezzi di terreno che erano rimasti. Qui, prima di avere
i buoi, ci facemmo spargere il letame per poter arare con l’aratro che abbiamo ancora sotto il
portico.
Beppe Galliano https://youtu.be/G-gCwSV6VAs
A voghe i partigian ampicà!(A vedere i Partigiani
impiccati!)
Non
dimenticherò mai più quel giorno in cui la Maestra Guglielminetti fascista convinta ci portò in passeggiata.
Io frequentavo la prima o la seconda elementare. Ci inquadrò, e a passo di
marcia ci condusse a vedere i sette partigiani uccisi e appesi per il mento a
dei ganci del ponte di Levice. Qualcuno di quei poveri giovani tremava ancora !
Anche se è passato tanto tempo , “im vèn ancora frègg a contéro!” (mi
vengono i brividi a raccontarlo ) e quel fatto ritorna nei miei sogni! “che
bzogn o jèrlo èd porté dèr masnà a voghe ne spétacol parèi?! (che necessità
c’era di portare dei bambini a vedere uno spettacolo così terribile?!)
Non ho
un bel ricordo di quella maestra! Ricordo il cognome ma” veui manch massionera” !non voglio menzionarla!
Forme di scarpe in legno
Forma per scarpe e Lezna
Da giovane imparai a fabbricare gli zoccoli e scarpe di cuoio. Questo lavoro mi servì, e quando andai militare a Saluzzo fui messo come “sellaio” della Caserma dove si costruivano I basti per I muli e anche selle per I cavalli dei graduati, La guerra era già finita, ma io così ero anche esonerato dalle marce. Inoltre potevo usufruire di parecchi permessi per venire a casa spesso!
RICORDO DI ALDO PACE
Aldo
Pace mio cognato ricordava sempre
Quando
nel 1944 arrivarono i tedeschi a Borgomale, lui aveva dieci anni. Volevano
scendere a Campetto ma trovarono lo stradone del ponte con una enorme buca.
<Ora
le Langhe sono divise in due parti e, a ovest, si trova, isolata, la 48a
Brigata Garibaldi. Per impedire al nemico di passare rapidamente nelle valli
Belbo e Bormida, ultimi baluardi di difesa, vengono fatti saltare nella notte
fra il 16 e il 17Agosto ‘44, il ponte sulla strada Borgomale-Castino, e quelli
di S. Benedetto e di Monesiglio. «La mattina del giorno 17 trascorre
relativamente tranquilla. Nel pomeriggio una colonna avversaria, da Serravalle
per Lequio Berria e Benevello, scende a Borgomale e tenta di passare il Belbo,
al quadrivio di Campetto, per spingersi su Bosia, ma viene respinta da un
reparto della I Divisione in cooperazione con un altro di garibaldini».Diana Carminati Masera LANGA PARTIGIANA
Erano già stati informati che i partigiani avevano fatto
esplodere un ordigno, ma evidentemente sapevano anche che quelli del paese li
avevano aiutati. Andarono da Cico drà botega che aveva quattro figlie e “senssa
tante sirimonie” le portarono via. Alla madre che strepitò per il sopruso
dissero di riferire a Cico che se entro la sera avesse portato in piazza
quattro coppie di buoi per trainare i loro mezzi oltre la buca, alle ragazze
non sarebbe stato torto un capello, in caso contrario avrebbero corso seri
pericoli.
Cico,
nonostante l’età, alla notizia dell’arrivo dei nazifascisti aveva provveduto a
nascondersi, ma appena seppe dell’ultimatum del Capitano tedesco, uscì dal
nascondiglio e si organizzò per trovare i buoi richiesti.
I
compaesani collaborarono e quando si terminò il transito dei mezzi verso
Campetto le ragazze tornarono a casa sane e salve, le avevano tenute
prigioniere nel bosco.
ALDO E BEPPE GALLIANO
GALLIANO ALDO PRESIDENTE DEL GRUPPO ALPINI DI BORGOMALE PER TANTI ANNI
ALDO
SPERICOLATO TRATTORISTA AL “CARDIN”
ALDO E IL LORO
FIDATO BUE “PIPPO”
Aldo e Beppe Galliano a prendere i buoi a piedi
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