martedì 4 febbraio 2025

GALLIANO BEPPE 1935 GORZEGNO BORGOMALE

 


Le vigne del ”Cardin” di BORGOMALE


 


 




 

BEPPE GALLIANO NATO A GORZEGNO 1935



                       

                Papà ANGELO      Mamma LUIGIA

                     RICORDI DI BEPPE E ALDO

Nostra Nonna era ”Ernestina Negro Galliano” morta nel 1949 (moglie di Giusepin Galliano).Mi accompagnava sempre  per funghi.

Nonno Giusepin si sposò due volte e dalla prima moglie ebbe due figli, uno dei quali andò in America(Argentina) e finchè fu in vita scrisse a casa e Aldo ricorda le lettere con scritto un po’ in spagnolo ma che si comprendevano. Giusepin sposò Ernestina in seconde nozze ed ebbe nostro padre e il padrino di Aldo, Magna Vigina, Magna Rosa.

Il padre di Marco, Beppe , e Gioanin del 1914 che andò in Grecia a combattere, era Domenichin.

Zio Beppe e zio Marco sono fratelli di magna Sandra, che fece loro da mamma, perché la loro morì giovane a Gorzegno.

 A Cieui(CLODIO) vicino a Carche(Carcare) viveva Augusto marito di Sandra.

Un’altra sorella di zio Beppe e Marco e Sandra fu la Suora che venne sepolta a Gorzegno quando io, Aldo, avevo quattro anni

Loro erano originari delle ”Cianele” Borgata di Gorzegno(prima della galleria) si prende a dx e si va ar Cianele”.

La mamma di Beppe Troia, Cagnazzo era la sorella della nonna Ernestina dei Galliano del Cardin e suo fratello Barba Gioanino Cagnazzo era Maggiore del Regio Esercito a Firenze e al termine della guerra tornò a vivere alla cascina “Gisuole” di Gorzegno vicino a loro. Beppe ricorda che quando tornava durante la guerra, si toglieva la divisa e andava in qualche nascondiglio,e  per un po’ di tempo non lo si vedeva più! Dopo la guerra esercitò l’attività di Insegnante Elementare a Cortemilia ed in altri paesi. Suo figlio Dino divenne tenente Colonnello dell’Aviazione e dopo la guerra, da Ingegnere fu assunto alla Fiat, la figlia divenne maestra.

Aldo : noi eravamo ragazzini e andavamo a segargli la legna, poi lui ci faceva rimanere a pranzo e ricordo che era severo, perché ci insegnava a stare a tavola come si doveva, ma attirava il nostro rispetto perché da persona istruita ci raccontava cose interessanti!

Beppe: Gioanino aveva tre sorelle, Limpia, Ida che andò in Francia e Rosa che visse a Torino.

Beppe e Aldo: Prima della galleria di Prunetto, verso Bormida vi era e c’è ancora un mulino- segheria che utilizzava l’acqua del Bormida (lo stesso menzionato da Beppe Troia quando era da mezzadro dai (Cocino dèr Gatt).

 

ZIO BEPPE TROIA (Testimone della Memoria)   

Il mugnaio era “ Man Mocia”(mano mozzata) così chiamato perché privo di una mano e inoltre “ o eizava èr croze” utilizzava le stampelle. Sempre presso il mulino avvenne un omicidio: tre o quattro malviventi, di notte diedero una schioppettata al mugnaio che sostituì “man mocia” per rubargli soldi e oro.

 

Beppe: ricordo di Gioanin Troia fratello di Beppe che si faceva vangare l’orto da me e poi tirava fuori ra bornija del Bruz( Barattolo) e insieme facevamo na “crozta” un crostino sulla stufa. Gioanin e Angiolina non ebbero figli e io e Aldo li andavamo ad aiutare anche dopo che venimmo a Borgomale. A quei tempi, dopo la guerra, seminarono tanto grano, però poi bisognava tagliarlo e a mano era un lavoro infinito. Come ricordò Beppe un primo aiuto venne dalla mietilega trainata dai buoi di quelli della Cascina Meuja situata subito dopo la galleria. Negli anni ’50 sostituirono i buoi con un trattore Pavesi, quelli dra Meuja furono i primi e gli unici ad averlo. Erano Italo, Luciano e Franco, il più vecchio oltre a una sorella che si sposò e andò ad abitare a Mombarcaro

 

Quando ci trasferimmo qui da Gorzegno, avevamo due buoi una mucca e due vitelli e andammo a prenderli con il padre, a piedi perché camion non ce n’erano e vendemmo a Franco drà meuja alcuni pezzi di terreno che erano rimasti. Qui, prima di avere i buoi, ci facemmo spargere il letame per poter  arare con l’aratro che abbiamo ancora sotto il portico.

 

 

 

 

 

Beppe Galliano https://youtu.be/G-gCwSV6VAs

A voghe i partigian ampicà!(A vedere i Partigiani impiccati!)

Non dimenticherò mai più quel giorno in cui la Maestra Guglielminetti  fascista convinta ci portò in passeggiata. Io frequentavo la prima o la seconda elementare. Ci inquadrò, e a passo di marcia ci condusse a vedere i sette partigiani uccisi e appesi per il mento a dei ganci del ponte di Levice. Qualcuno di quei poveri giovani tremava  ancora !  Anche se è passato tanto tempo , “im vèn ancora frègg a contéro!” (mi vengono i brividi a raccontarlo ) e quel fatto ritorna nei miei sogni! “che bzogn o jèrlo èd porté dèr masnà a voghe ne spétacol parèi?! (che necessità c’era di portare dei bambini a vedere uno spettacolo così terribile?!)

Non ho un bel ricordo di quella maestra! Ricordo il cognome ma” veui  manch massionera” !non voglio menzionarla!

 

   

                     Forme di scarpe in legno


      

                      Forma per scarpe e Lezna


Da giovane imparai a fabbricare gli zoccoli e scarpe di cuoio. Questo lavoro mi servì, e quando andai militare a Saluzzo fui messo come “sellaio” della Caserma dove si costruivano I basti per I muli e anche selle per I cavalli dei graduati, La guerra era già finita, ma io così ero anche esonerato dalle marce. Inoltre potevo usufruire di parecchi permessi per venire a casa spesso!

                    

                       RICORDO DI ALDO PACE


Aldo Pace mio cognato ricordava sempre

Quando nel 1944 arrivarono i tedeschi a Borgomale, lui aveva dieci anni. Volevano scendere a Campetto ma trovarono lo stradone del ponte con una enorme buca.

<Ora le Langhe sono divise in due parti e, a ovest, si trova, isolata, la 48a Brigata Garibaldi. Per impedire al nemico di passare rapidamente nelle valli Belbo e Bormida, ultimi baluardi di difesa, vengono fatti saltare nella notte fra il 16 e il 17Agosto ‘44, il ponte sulla strada Borgomale-Castino, e quelli di S. Benedetto e di Monesiglio. «La mattina del giorno 17 trascorre relativamente tranquilla. Nel pomeriggio una colonna avversaria, da Serravalle per Lequio Berria e Benevello, scende a Borgomale e tenta di passare il Belbo, al quadrivio di Campetto, per spingersi su Bosia, ma viene respinta da un reparto della I Divisione in cooperazione con un altro di garibaldini».Diana Carminati Masera LANGA PARTIGIANA

Erano già stati informati che i partigiani avevano fatto esplodere un ordigno, ma evidentemente sapevano anche che quelli del paese li avevano aiutati. Andarono da Cico drà botega che aveva quattro figlie e “senssa tante sirimonie” le portarono via. Alla madre che strepitò per il sopruso dissero di riferire a Cico che se entro la sera avesse portato in piazza quattro coppie di buoi per trainare i loro mezzi oltre la buca, alle ragazze non sarebbe stato torto un capello, in caso contrario avrebbero corso seri pericoli.

Cico, nonostante l’età, alla notizia dell’arrivo dei nazifascisti aveva provveduto a nascondersi, ma appena seppe dell’ultimatum del Capitano tedesco, uscì dal nascondiglio e si organizzò per trovare i buoi richiesti.

I compaesani collaborarono e quando si terminò il transito dei mezzi verso Campetto le ragazze tornarono a casa sane e salve, le avevano tenute prigioniere nel bosco.

 

 

 

            ALDO E                        BEPPE GALLIANO

GALLIANO ALDO PRESIDENTE DEL GRUPPO ALPINI DI BORGOMALE PER TANTI ANNI


ALDO SPERICOLATO TRATTORISTA AL “CARDIN”



ALDO E IL LORO FIDATO BUE “PIPPO”



https://youtu.be/6QwYiTQrqSw        

Aldo e Beppe Galliano a prendere i buoi a piedi







 

                   

                

 

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