VACCA ANTONIO(GIOANIN) DI GIUSEPPINA MAINARDI E DI GIUSEPPE
NEVIGLIE 16/07/1917 NEIVE
CONTADINO
FF AA REGIE DIV. ALPINA CUNEENSE IV RGT. ARTIGLIERIA
DECEDUTO 20/03/1943
SEPOLTO BASIANOVKA Campo 67/5 Basianovka
INTERNATO NEL CAMPO N.67/5 BASJANOVSKI Reg SVERDLOVSK
Le Fosse Comuni sono in un Bosco di betulle che
si trova a 500 metri di fianco alla strada che costeggia la Ferrovia prima di
arrivare nella città di Basianovka e Onorcaduti ha fatto erigere un Cippo
Commemorativo a Ricordo di TUTTI i Militari morti qui.
“Carissimi genitori, vengo nel dirvi le mie notizie di salute, è ottima come spero sempre di voi tutti. Oggi vi ho spedito altro vaglia di L 300, 1/12 in data. Spero che il secondo lo avete ricevuto.Ho avuto finalmente notizie dalla sorella Zita e ditele scusa se non le ho mai scritto una lettera. Salutoni Giuanin”
La foto sopra, di Pier Cesare
Pellegrino, riprende il fiume Don nella zona di Karabut, la riva sinistra è
quella presidiata dalla divisione Cuneense, che comprendeva anche il 4° regg. Artiglieria
Alpina.
Ad un mese e mezzo dalla cartolina
Gioanin
si trovò coinvolto nel grande ripiegamento, fu catturato dai militari russi e Deportato
e internato
nel Lager 62 di Nekrilovo nella zona orientale
della Regione di Voronez che comprendeva buona parte del fronte italiano sul
Don, cioè sia quello del Corpo d’armata alpino sia quello del II Corpo d’armata
di Fanteria. Nel Lager di KHRENOVOJE VI MORIRONO 1111 ITALIANI.
I
sopravvissuti Furono trasferiti con un viaggio di 2000 KM aldilà degli Urali nel
Campo 67/5 di Basianovski regione di Sverdlovsk dove è deceduto il 20 Marzo
1943. Fu sepolto in una fossa comune. Gioanin morì in quel Campo insieme ad
altri 1.153 italiani.
Rammenta
Gioanin Vacca fratello di Anna “Neta”. Gioanin fin dall’età di 5 anni andò a
vivere nella casa degli zii poiché la sua famiglia, che abitava da “Ghignon”
era composta di mamma Giuseppina Mainerdo ”Pinota (sorella del papà di Luigi)
dal papà Giuseppe ”Pinin e da sei figli. Non possedevano nulla, dice Luigi, né
un campo né una vigna e il papà Gepin, per raggranellare qualche soldo andava
per tartufi. Il cognato lo aiutò dandogli un campo da seminare e una vigna da
coltivare, inoltre presero in casa Gioanin che fu tenuto come un figlio.
Collaborava con lo zio e appena più grande lo aiutò nel suo lavoro sia in
cantina che nelle commissioni per recuperare gli assaggi delle uve e dei vini.
Quando fu in età di Leva fu chiamato alle armi e come altri giovani che ricorda
furono inviati in Africa, in Francia, poi nei Balcani e infine in Russia dove
quasi tutti trovarono la morte.
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