VOLPE GIOVANNI E GENERALE ERNESTO PICCINELLI
GENERALE DEGLI ALPINI
Sono nato
a Neive Capoluogo. Mio papà era Capo Stazione a Castagnole e poi a Neive e
anche mia mamma insegnò per due anni a Castagnole e poi a Neive Alto, alla Casa
Cigliutti e al Littorio. Io frequentai i primi due anni di elementari a
Castagnole e poi a Neive. Per le medie e il Ginnasio andai ad Alba. Si andava
il treno. Vi era una sola Corsa al mattino presto ed eravamo tantissimi poiché
venivano a prendere il treno da Mango, Neviglie,Trezzo ecc.ed il treno arrivava
sempre stracolmo di studenti da S.Stefano Belbo e Castagnole. Arrivati ad Alba
si andava al Bar Coraglia per la colazione. Non vi era ancora il
Cappuccino e prendevamo il “caffèlatte”,
poi si andava a scuola e per pranzo si andava in Convitto. Ebbi ottime
insegnanti : la Prof.sa Marchiaro, la Prof.sa Servetti e il Prof. Torrazza che
veniva da Nizza. Era un personaggio dell'800 con la barbetta,baffi e cappello a
bombetta.
Fino a
Luglio 1943, quando cadde il fascismo, a Neive si conduceva una vita abbastanza
normale. L’eco della guerra arrivava dai fronti della Francia,Grecia Albania,
Russia, ma erano eventi lontani di cui si aveva quasi timore parlare, di
pronunciarsi. Dopo il ’43, invece la guerra giunse anche nei piccoli paesi.
Dopo l’otto Settembre iniziò a serpeggiare la paura. Mio padre era Capo
Stazione delle Ferrovie e ne vide di “tutti i colori”. Occorreva stare
“botonà”( guardinghi) poiché vi era tanta confusione e arrivando personaggi che
non si sapeva se erano repubblichini o repubblicani o tedeschi o Partigiani,
diventava difficile parlare e dichiararsi per una fazione o per l’altra.
INTERVENTO
ALLA CANOVA DI NEIVE
MARCIA DELLA PACE 12 GIUGNO 2010
https://youtu.be/x-8BN4vXtr4 2010 alla Canova di Neive 1943
mio esame di III media
A voi ragazze e ragazzi che avete gli anni che ebbi
io nel 1943, per parlare di Pace voglio raccontare come ho vissuto quell’anno
in cui sostenni l’esame di terza media. Si era nel pieno del conflitto
mondiale. In quell’estate del 1943 vi furono tre episodi che cambiarono le
sorti dell’Italia:
1 In quell’estate calda gli Anglo Americani
sbarcarono in Italia e risalirono la penisola per combattere e scacciare i
nazifascisti.
2 Cadde il fascismo e Mussolini e il Re Vittorio
Emanuele nominò Capo del governo il Maresciallo Badoglio Badoglio.
3 L’otto settembre ci fu L’ Armistizio
A causa di questi tre eventi l’Italia si trovò
divisa in due. Al Sud vi erano gli Anglo Americani e al Nord al di sopra della
Linea Gotica( linea immaginaria che che passava pressapoco a Bologna e divideva
in due l’Italia) vi erano i nazisti che scorrazzavano e seminavano terrore .
Inoltre a Salò, sul Lago di Garda Mussolini fondò la repubblica di Salò.
Fu in quel periodo che sorsero le prime Bande di
combattenti che volevano contrapporsi alle violenze perpetrate dai nazisti e da
repubblichini della repubblica di Salò. Dapprima questi combattenti furono
denominati “Banditi” poi Ribelli( e per questo vi fu chi scrisse la Preghiera
dei Ribelli. Inizialmente furono piccoli nuclei che si radunarono in montagna e
nelle campagne per sfuggire ai Rastrellamenti effettuati dai nazifascisti, in
seguito diventarono sempre più numerosi e diventarono PARTIGIANI.
Si organizzarono
in Gruppi e Brigate e si diedero nomi che si ispiravano agli ideali
politici in cui si riconoscevano: MATTEOTTI, BADOGLIANI, STELLA ROSSA,
GIUSTIZIA E LIBERTà.
Negli anni 43-44-45, io avevo qualche anno più di voi e ricordo che
avvennero ogni giorno RASTRELLAMENTI, DEPORTAZIONI,PICCOLI
COMBATTIMENTI,RAPPRESAGLIE, FUCILAZIONI E anche Atti di EROISMO.
Mi riferisco all’eroismo dei giovani che combatterono e molti caddero qui nella Battaglia del Bricco e nelle due Battaglie di Alba. La Battaglia del Bricco l’ho vissuta guardando dalla finestra della mia camera della Stazione ferroviaria dove vivevo. Iniziò all’una del pomeriggio e terminò alle 9 di sera. In quel pomeriggio- sera morirono quattro PARTIGIANI.
TAURUS GORDON LORENZO
La Preghiera del Ribelle
di Teresio Olivelli e Carlo Bianchi
Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce
segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli
interessi dominanti, la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha
calpestato Te fonte di libera vita,
dà la forza della ribellione.
Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre
forze, vestici della Tua armatura.
Noi ti preghiamo, Signore.
Tu che fosti respinto, vituperato, tradito,
perseguitato, crocifisso, nell'ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria:
sii nell'indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell'amarezza.
Quanto piú s'addensa e incupisce l'avversario, facci
limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra.
Spezzaci, non lasciarci piegare.
Se cadremo fa' che il nostro sangue si unisca al Tuo
innocente e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.
Tu che dicesti: ``Io sono la resurrezione e la vita''
rendi nel dolore all'Italia una vita generosa e severa.
Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu
sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal
fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai
dare.
I
RASTRELLAMENTI A NEIVE
Il giorno
dell’Immacolata, a Neive vi fu un grande Rastrellamento. Io appoggiato alla
ringhiera della terrazza della Stazione e osservavo un militare che, nella
piazza antistante la Vinicola, stava montando una Radio rice trasmittente.
Questi alzò gli occhi e mi disse < Lei cosa fa lì?> Io risposi che ci
abitavo e che guardavo.Mi fecero scendere e mi incolonnarono con altri.
Quell’otto Dicembre faceva un freddo “boia” e la nonna si affrettò a portarmi
una maglia e un cappotto. Disse che suo nipote era soltanto un ragazzo, ma
questi non l’ascoltarono. La nonna corse ad avvisare la mamma che era in Chiesa
ma neppure lei riuscì, sia pure con l’interprete, a far comprendere che avevo
soltanto 15 anni e a farmi liberare.
Con il
gruppo di uomini incolonnato fui condotto nel Paese alto nel Castello. Quando
venne il mio turno di essere interrogato, un tedesco mi puntò il dito e disse:
< tu battere mani a Partigiani!> Io “ciuto”(zitto) mi misi sull’attenti e
non pronunciai una parola. Intanto arrivò il Commissario Prefettizio Mario
Negro proprietario della fornace ( non vi era già più il Podestà), il quale
garantì che ero soltanto un giovane studente. A quelle parole, controllarono
ancora i documenti e vedendo che tutto era in regola fui lasciato libero di
tornare a casa. A raccontare ora ,mi vien da sorridere, ma penso al rischio
corso a causa della giovanile incoscienza. Uscito dal Castello, mi misi a
correre per raggiungere casa, incurante di eventuali posti di blocco, dai quali
vedendomi correre avrebbero potuto spararmi.
15 agosto 1944 QUANDO IL TRENO SALTÒ IN TANARO
I Partigiani fecero saltare un treno in Tanaro
LA VITA
ALLA STAZIONE FERROVIARIA
Una mattina mi trovai due Partigiani in camera che mi dissero di stare tranquillo, dovevano attendere il treno per poi lanciarlo a tutto vapore e farlo terminare con tutti i vagoni e il suo carico giù dal ponte sul Tanaro. Attesero il treno, fecero scendere tutti i viaggiatori e al macchinista ordinarono di mandare la vaporiera al massimo e si lanciarono fuori. Uno dei Partigiani nel saltare dal treno si ferì ad un ginocchio e fu ricoverato in Sala d’Aspetto dove gli furono prestate le prime medicazioni. La vaporiera, lanciata ai cento all’ora transitò senza deragliare nella Stazione di Barbaresco
Dal
diario MAURI < 15 agosto : un reparto della Brigata Belbo ferma presso NEIVE
il Treno proveniente da Alessandria al quale sono agganciati numerosi carri
merce carichi di materiale e macchinari destinati in Germania.Catturati i
militari di guardia ai vagoni merce e fatti scendere i viaggiatori, il treno è
fatto precipitare dal ponte sul Tanaro, già interrotto, e vengono così
distrutti tutti i materiali diretti ai nazisti.>
Il Partigiano “Taurus”.
Divenni amico di un giovane Partigiano, il suo
nome era Evasio Pistone assunse il nome di battaglia “Taurus”. Una volta mi
disse: < davanti al nemico io non indietreggio, sparo! Rimango sul posto>
Questa frase mi rimase scolpita nella mente e gli dissi “ : <Caspita che
eroe! > ai miei occhi di ragazzino diventò un mito.
Il 16 agosto 1944 verso le ore 9 il
paese di Neive Borgonuovo fu invaso dalle truppe dei repubblichini tra le quali
vi erano anche i “Lupi di Toscana” comandati dal Capitano Rossi e dal Maggiore
Gagliardi. Arrivarono motociclette, campagnole, camion, persino autoblindo. Fu
un’occupazione in grande stile!
Io ero alla finestra della Stazione
ferroviaria e ad un certo punto vidi due camion che partirono dalla Piazza e attraversato il passaggio a livello presero
la strada del mulino, attraversarono il ponte sul Tinella salirono in Rivetti e
proseguirono verso Serraboella. Il mio pensiero andò subito al mio eroe
Partigiano “Taurus” che era stanziato da quelle parti, pensai: “chissà dov’è
ora e quali emozioni sta provando” Lo immaginai appostato in un filare mentre
l’uva era quasi matura. Mi dissi : forse penserà al dolore dei famigliari se
dovesse morire! Penserà ai suoi amici, ai suoi compagni di scuola, a quando era
bambino, a quando era chierichetto e quando da Balilla lo hanno promosso
Avanguardista.> Ad un certo punto dopo un silenzio terribile, intanto che lo
pensavo solo armato di uno “sten” e speravo riuscisse a essere al sicuro,
sentii un colpo! Fu sicuramente il suo, poi udii solo più sventagliate di
mitragliatrici dei repubblichini. I combattimenti continuarono in queste
colline e fu un continuo rumore di mitraglie. Il mio amico eroe Partigiano
“Taurus” fu trovato proprio in una vigna steso con gli occhi al Cielo. Ero
sbalordito e affranto, non avrei mai più pensato che il sangue di tanti eroi
avrebbero bagnato il terreno di queste belle colline di Langa.>
MAMMA
ADELINA CORTESE
La mia mamma Adele Cortese, insegnò un po’ in
montagna, poi a Treiso, a Castagnole e quindi fu assegnata a Neive, prima nelle
aule della Casa del Popolo al Littorio, poi per un po’ nella casa Cigliutti
sopra la galleria ferroviaria.
Fortunatamente Il 30 Marzo 1944, quando avvenne il bombardamento mirato alla Galleria
da parte degli inglesi, era un Venerdì Santo ed erano già iniziate le vacanze
pasquali. Di solito bambini e insegnanti quando vi era l’allarme correvano
sotto la galleria per mettersi in salvo, e sarebbe stata una Strage.
Vidi, dal
passaggio a livello, la mamma di Romano Levi uccisa a causa dello spostamento
d’aria provocato dalle bombe,
e anche
Toso Pietro, padre di Americo e Nuccia fu trovato ucciso scaraventato dallo
spostamento d’aria, all’interno della galleria.
Rimasero
uccisi anche Cavallo Giovan Battista che stava tornando dal Mulino Rosso sul
Tinella e si trovò con il carro e la mucca proprio dal passaggio a livello
quando avvenne il bombardamento e Giulio Ferrero di Mango, il marito di una
ragazza del “Langheireu”.
Civili caduti a causa dei
bombardamenti del 30 03 1945 a Neive
Balbo Teresa di Giuseppe Vedova
Levi
Cortemilia 23 08 1904 commerciante 30 03 1945
BALBO TERESA E MARITO LEVI SERAFINO
Cavallo Giuseppe G.Battista di
Teobaldo Neive 04 settembre 1884 Contadino 30 03 1945
Ferrero Giulio di G.Battista Mango 06
06 1913 Operaio Neive 02 04 1945 (marito di una ragazza del
“Langhèireu”)Testimonianza Oberti Busso
Adda
Toso Pietro di Martino Neive 14 07
1897 Meccanico Neive 30 03 1945
TOSO PIETRO
DON TARDITI
Don
Tarditi era un Prete “alla buona”. Le sue prediche erano in piemontese , ad
esempio un inizio:” Alora ancheu e n’oma 25 èd marss San March. Èm racomand che
fassi dr’ elemosine abondante per tene lontan rà tempesta!....(Oggi è il 25 di
Marzo San Marco. Mi raccomando che facciate delle elemosine abbondanti affinchè
stia lontana la grandine!). Rammento che era comprensivo e per questo veniva
preferito da noi ragazzi alle prese con le prime “problematiche sessuali”. Don
Tarditi dava l’assoluzione senza colpevolizzarti. Invece Don Bergadano ai
ragazzi che con difficoltà confessavano di aver “fatto cose brutte”, li
sottoponeva ad un vero e proprio interrogatorio. Voleva sapere “con chi? Quante
volte? E scendeva nei particolari” Così facendo andavano tutti da Don Tarditi
che bonariamente li assolveva e li faceva sentire meno “cattivi”.
RICORDO DEL PROZIO GIOANIN AROSSA
Avevo un prozio, fratello di mia nonna materna che
viveva ai “Bevioni” nel cortile degli Arossa e Giachino. Era un personaggio che
raccontava le storie nelle stalle. Sapeva accentrare l’attenzione e creare
suspanse. Sul più bello si fermava a noi che gli dicevamo < dai va
avanti!> lui < chiudeva con un perentorio..A doman!>
Era scapolo e viveva da solo in tre camerette. Io
andavo volentieri perché era simpatico e interessante. In una camera aveva il
caminetto e sopra la mensola una mela, un pomodoro, un peperone e” in botin”
botticcino dell’olio. Quella composizione mi affascinava e metteva appetito.
Da zio Gioanin, dopo il 1943 andammo come sfollati,
e per me fu una vera vacanza. Poi zio aveva sempre fantastiche idee di giochi
con frutti e oggetti che costruiva lui.
Ricordo con piacere che al termine della guerra si assistette come ad uno “sfogo” di gioia, e all’organizzazione di feste da ballo. Si ballava nei cortili, nelle aie e in camere allestite con musicanti che tiravano fuori gli strumenti per troppo tempo silenziosi. Partecipai a feste da ballo in una “Stanssia”(Camera) di Castagnole e poi a rà “Baloca”(una frazione di Neive), al Littorio si organizzarono veglie verdi, azzurre e tante altre. Appena fu possibile arrivarono i balli a palchetto con il cartello ”SUONERA’ UNA SCELTA ORCHESTRA” e pur tra tante difficoltà e ricordi dei giovani Caduti per colpa della guerra si cercò di andare oltre con momenti che facevano assaporare l’aria di Libertà. Naturalmente questo valeva per i giovani, le mamme e le nonne continuarono a soffrire e a piangere per i loro cari Dispersi o morti nei tanti Fronti di guerra o durante la Resistenza.
LA
VINICOLA NEIVESE
La
vinicola di Neive era di Proprietà di Stupino Giacomo (aveva un bel parco e due
grandi ippocastani davanti. Mazoè(mezzadro)fu Cesco ‘d Revèl che aveva due
figli Elide e Dario. La famiglia Revello era di semplice estrazione con Papà e
mamma analfabeti. Noi “ragazzacci” dicevamo a Cesco : “né che ‘t sèi in
Compagno? Tu e la tua famiglia politicamente siete di sinistra vero? E lui si
guardava intorno, alzava le mani e se ne andava per non esporsi e timoroso se
ne andava! Quando nella piazza Garibaldi di fronte alla Vinicola arrivarono i
repubblican e posero il “Campo”, portarono alla moglie di Cesco anatre e
galline da cucinare per la Milizia e lei gliele preparò ben volentieri sperando
di poterne assaggiare qualche pezzo. Erano tempi in cui La “fame” ti faceva
anche cambiare “idea”! La figlia di Cesco Revel, bellissima ragazza, andò a
Torino e sposò un uomo molto ricco. Rammento che una volta andai a vedere una
partita del “grande Torino” e uscendo dagli spalti “popolari” la incontrai che
scendeva dalla “Tribuna”, tutta impellicciata e grande Signora.
Dopo la
Guerra, la Vinicola fu gestita da Biancotto Guido marito di Elsa Giachino e
Padre di Ivo. Guido aveva una grande vasca con dei filtri e filtrava le uve
moscato ricordo che incuriosito dalla miriade di “insetti: vespe e altri”
richiamati dagli zuccheri che si sprigionavano dal filtraggio, venivo
ricompensato con un “cassù di quel nettare di Moscato che sembrava miele.
Rimase
per molti anni a gerbido e il caseggiato in parte crollò, fu acquistata da
Mario Giordano padre di Roberto e Beppe e costruì il mangimificio e casa
attuale.
INTERVENTO 16 AGOSTO 2021 ALLA CANOVA DI NEIVE
Voglio oggi ricordare un grande personaggio del
periodo della Resistenza: il Vescovo di Alba Don Luigi Maria Grassi. Grazie ai
suoi interventi salvò la vita a molte persone si civili che partigiani
collaborando proprio con gli uomini della Resistenza nell’effettuare scambi tra
prigionieri.
Voglio anche ricordare I tanti Partigiani Caduti per
la Libertà:
Boella Valerio”Walter, Romano Scagliola”Diaz” Bindello
Luigi “ Pitros” e quanti hanno permesso con la loro lotta e Sacrificio di
arrivare alla Liberazione di Alba il 26 aprile 1945.
Quando la guerra finí ricordo che furono fucilati i due criminali fascisti
che avevano terrorizzato le Langhe e l'Albese, i famigerati Gagliardi e Rossi.
Furono uccisi alle sedici dove poi fu realizzato il campo sportivo Michele
Coppino.
Grazie a tutti e W l'Italia!
GENERALE PICCINELLI ERNESTO
CON AMICI ED ALPINO REMUSSI CHE LO ACCOMPAGNATNO ALLA CANOVA DI NEIVE
NIPOTI E PRONIPOTI PICCINELLI LAURA E PICCINELLI PAOLO
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