sabato 1 marzo 2025

PICCINELLI ERNESTO GENERALE DEGLI ALPINI NEIVE 1929

 

 



                   VOLPE GIOVANNI E GENERALE ERNESTO PICCINELLI 
                           CUSTODI DEL SACELLO DELLA CANOVA

 


              PICCINELLI ERNESTO NEIVE 1929

                GENERALE DEGLI ALPINI

Sono nato a Neive Capoluogo. Mio papà era Capo Stazione a Castagnole e poi a Neive e anche mia mamma insegnò per due anni a Castagnole e poi a Neive Alto, alla Casa Cigliutti e al Littorio. Io frequentai i primi due anni di elementari a Castagnole e poi a Neive. Per le medie e il Ginnasio andai ad Alba. Si andava il treno. Vi era una sola Corsa al mattino presto ed eravamo tantissimi poiché venivano a prendere il treno da Mango, Neviglie,Trezzo ecc.ed il treno arrivava sempre stracolmo di studenti da S.Stefano Belbo e Castagnole. Arrivati ad Alba si andava al Bar Coraglia per la colazione. Non vi era ancora il Cappuccino  e prendevamo il “caffèlatte”, poi si andava a scuola e per pranzo si andava in Convitto. Ebbi ottime insegnanti : la Prof.sa Marchiaro, la Prof.sa Servetti e il Prof. Torrazza che veniva da Nizza. Era un personaggio dell'800 con la barbetta,baffi e cappello a bombetta.

 

Fino a Luglio 1943, quando cadde il fascismo, a Neive si conduceva una vita abbastanza normale. L’eco della guerra arrivava dai fronti della Francia,Grecia Albania, Russia, ma erano eventi lontani di cui si aveva quasi timore parlare, di pronunciarsi. Dopo il ’43, invece la guerra giunse anche nei piccoli paesi. Dopo l’otto Settembre iniziò a serpeggiare la paura. Mio padre era Capo Stazione delle Ferrovie e ne vide di “tutti i colori”. Occorreva stare “botonà”( guardinghi) poiché vi era tanta confusione e arrivando personaggi che non si sapeva se erano repubblichini o repubblicani o tedeschi o Partigiani, diventava difficile parlare e dichiararsi per una fazione o per l’altra.

 

INTERVENTO ALLA CANOVA DI NEIVE

MARCIA DELLA PACE 12 GIUGNO 2010

 


 

 

https://youtu.be/x-8BN4vXtr4              2010 alla Canova di Neive 1943 mio esame di III media

A voi ragazze e ragazzi che avete gli anni che ebbi io nel 1943, per parlare di Pace voglio raccontare come ho vissuto quell’anno in cui sostenni l’esame di terza media. Si era nel pieno del conflitto mondiale. In quell’estate del 1943 vi furono tre episodi che cambiarono le sorti dell’Italia:

1 In quell’estate calda gli Anglo Americani sbarcarono in Italia e risalirono la penisola per combattere e scacciare i nazifascisti.

2 Cadde il fascismo e Mussolini e il Re Vittorio Emanuele nominò Capo del governo il Maresciallo Badoglio Badoglio.

3 L’otto settembre ci fu L’ Armistizio

A causa di questi tre eventi l’Italia si trovò divisa in due. Al Sud vi erano gli Anglo Americani e al Nord al di sopra della Linea Gotica( linea immaginaria che che passava pressapoco a Bologna e divideva in due l’Italia) vi erano i nazisti che scorrazzavano e seminavano terrore . Inoltre a Salò, sul Lago di Garda Mussolini fondò la repubblica di Salò.

Fu in quel periodo che sorsero le prime Bande di combattenti che volevano contrapporsi alle violenze perpetrate dai nazisti e da repubblichini della repubblica di Salò. Dapprima questi combattenti furono denominati “Banditi” poi Ribelli( e per questo vi fu chi scrisse la Preghiera dei Ribelli. Inizialmente furono piccoli nuclei che si radunarono in montagna e nelle campagne per sfuggire ai Rastrellamenti effettuati dai nazifascisti, in seguito diventarono sempre più numerosi e diventarono PARTIGIANI.

Si organizzarono  in Gruppi e Brigate e si diedero nomi che si ispiravano agli ideali politici in cui si riconoscevano: MATTEOTTI, BADOGLIANI, STELLA ROSSA, GIUSTIZIA E LIBERTà.

Negli anni 43-44-45, io avevo qualche anno più di voi e ricordo che avvennero ogni giorno RASTRELLAMENTI, DEPORTAZIONI,PICCOLI COMBATTIMENTI,RAPPRESAGLIE, FUCILAZIONI E anche Atti di EROISMO.

 Mi riferisco all’eroismo dei giovani che combatterono e molti caddero qui nella Battaglia del Bricco e nelle due Battaglie di Alba. La Battaglia del Bricco l’ho vissuta guardando dalla finestra della mia camera della Stazione ferroviaria dove vivevo. Iniziò all’una del pomeriggio e terminò alle 9 di sera. In quel pomeriggio- sera morirono quattro PARTIGIANI.

NEGUS

TAURUS    GORDON      LORENZO

La Preghiera del Ribelle


di Teresio Olivelli e Carlo Bianchi

Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dominanti, la sordità inerte della massa,
a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato Te fonte di libera vita,
dà la forza della ribellione.

Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi:
alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura.

Noi ti preghiamo, Signore.

Tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso, nell'ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell'indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell'amarezza.

Quanto piú s'addensa e incupisce l'avversario, facci limpidi e diritti.

Nella tortura serra le nostre labbra.

Spezzaci, non lasciarci piegare.

Se cadremo fa' che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.

Tu che dicesti: ``Io sono la resurrezione e la vita'' rendi nel dolore all'Italia una vita generosa e severa.

Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu sulle nostre famiglie.

Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare.

 

I RASTRELLAMENTI A NEIVE

Il giorno dell’Immacolata, a Neive vi fu un grande Rastrellamento. Io appoggiato alla ringhiera della terrazza della Stazione e osservavo un militare che, nella piazza antistante la Vinicola, stava montando una Radio rice trasmittente. Questi alzò gli occhi e mi disse < Lei cosa fa lì?> Io risposi che ci abitavo e che guardavo.Mi fecero scendere e mi incolonnarono con altri. Quell’otto Dicembre faceva un freddo “boia” e la nonna si affrettò a portarmi una maglia e un cappotto. Disse che suo nipote era soltanto un ragazzo, ma questi non l’ascoltarono. La nonna corse ad avvisare la mamma che era in Chiesa ma neppure lei riuscì, sia pure con l’interprete, a far comprendere che avevo soltanto 15 anni e a farmi liberare.

Con il gruppo di uomini incolonnato fui condotto nel Paese alto nel Castello. Quando venne il mio turno di essere interrogato, un tedesco mi puntò il dito e disse: < tu battere mani a Partigiani!> Io “ciuto”(zitto) mi misi sull’attenti e non pronunciai una parola. Intanto arrivò il Commissario Prefettizio Mario Negro proprietario della fornace ( non vi era già più il Podestà), il quale garantì che ero soltanto un giovane studente. A quelle parole, controllarono ancora i documenti e vedendo che tutto era in regola fui lasciato libero di tornare a casa. A raccontare ora ,mi vien da sorridere, ma penso al rischio corso a causa della giovanile incoscienza. Uscito dal Castello, mi misi a correre per raggiungere casa, incurante di eventuali posti di blocco, dai quali vedendomi correre avrebbero potuto spararmi.

15 agosto 1944 QUANDO IL TRENO SALTÒ IN TANARO

https://youtu.be/gAhJHmTYJ5Y            

 I Partigiani fecero saltare un treno in Tanaro

LA VITA ALLA STAZIONE FERROVIARIA

Una mattina mi trovai due Partigiani in camera che mi dissero di stare tranquillo, dovevano attendere il treno per poi lanciarlo a tutto vapore e farlo terminare con tutti i vagoni e il suo carico giù dal ponte sul Tanaro. Attesero il treno, fecero scendere tutti i viaggiatori e al macchinista ordinarono di mandare la vaporiera al massimo e si lanciarono fuori. Uno dei Partigiani nel saltare dal treno si ferì ad un ginocchio e fu ricoverato in Sala d’Aspetto dove gli furono prestate le prime medicazioni. La vaporiera, lanciata ai cento all’ora transitò senza deragliare nella Stazione di Barbaresco


e Alba e finì la sua corsa in Tanaro poiché il ponte era stato fatto saltare. ChI lo vide cadere in Tanaro disse che sembrava un “giocattolo”. Io e i miei compagni “da bardòt” (ragazzini curiosi), appena si seppe dell’avvenimento, ci avviammo a piedi o in bicicletta per andare a vedere il treno che penzolava dal ponte.

Dal diario MAURI < 15 agosto : un reparto della Brigata Belbo ferma presso NEIVE il Treno proveniente da Alessandria al quale sono agganciati numerosi carri merce carichi di materiale e macchinari destinati in Germania.Catturati i militari di guardia ai vagoni merce e fatti scendere i viaggiatori, il treno è fatto precipitare dal ponte sul Tanaro, già interrotto, e vengono così distrutti tutti i materiali diretti ai nazisti.>

Il Partigiano “Taurus”.

https://youtu.be/Mh40uOYtiRA             
2021 ricordo Partigiano Taurus

 Divenni amico di un giovane Partigiano, il suo nome era Evasio Pistone assunse il nome di battaglia “Taurus”. Una volta mi disse: < davanti al nemico io non indietreggio, sparo! Rimango sul posto> Questa frase mi rimase scolpita nella mente e gli dissi “ : <Caspita che eroe! > ai miei occhi di ragazzino diventò un mito.

Il 16 agosto 1944 verso le ore 9 il paese di Neive Borgonuovo fu invaso dalle truppe dei repubblichini tra le quali vi erano anche i “Lupi di Toscana” comandati dal Capitano Rossi e dal Maggiore Gagliardi. Arrivarono motociclette, campagnole, camion, persino autoblindo. Fu un’occupazione in grande stile!

Io ero alla finestra della Stazione ferroviaria e ad un certo punto vidi due camion che partirono dalla Piazza  e attraversato il passaggio a livello presero la strada del mulino, attraversarono il ponte sul Tinella salirono in Rivetti e proseguirono verso Serraboella. Il mio pensiero andò subito al mio eroe Partigiano “Taurus” che era stanziato da quelle parti, pensai: “chissà dov’è ora e quali emozioni sta provando” Lo immaginai appostato in un filare mentre l’uva era quasi matura. Mi dissi : forse penserà al dolore dei famigliari se dovesse morire! Penserà ai suoi amici, ai suoi compagni di scuola, a quando era bambino, a quando era chierichetto e quando da Balilla lo hanno promosso Avanguardista.> Ad un certo punto dopo un silenzio terribile, intanto che lo pensavo solo armato di uno “sten” e speravo riuscisse a essere al sicuro, sentii un colpo! Fu sicuramente il suo, poi udii solo più sventagliate di mitragliatrici dei repubblichini. I combattimenti continuarono in queste colline e fu un continuo rumore di mitraglie. Il mio amico eroe Partigiano “Taurus” fu trovato proprio in una vigna steso con gli occhi al Cielo. Ero sbalordito e affranto, non avrei mai più pensato che il sangue di tanti eroi avrebbero bagnato il terreno di queste belle colline di Langa.>

 

MAMMA ADELINA CORTESE

La  mia mamma Adele Cortese, insegnò un po’ in montagna, poi a Treiso, a Castagnole e quindi fu assegnata a Neive, prima nelle aule della Casa del Popolo al Littorio, poi per un po’ nella casa Cigliutti sopra la  galleria ferroviaria. Fortunatamente Il 30 Marzo 1944, quando avvenne il bombardamento mirato alla Galleria da parte degli inglesi, era un Venerdì Santo ed erano già iniziate le vacanze pasquali. Di solito bambini e insegnanti quando vi era l’allarme correvano sotto la galleria per mettersi in salvo, e sarebbe stata una Strage.

Vidi, dal passaggio a livello, la mamma di Romano Levi uccisa a causa dello spostamento d’aria provocato dalle bombe,

e  anche Toso Pietro, padre di Americo e Nuccia fu trovato ucciso scaraventato dallo spostamento d’aria, all’interno della galleria.

Rimasero uccisi anche Cavallo Giovan Battista che stava tornando dal Mulino Rosso sul Tinella e si trovò con il carro e la mucca proprio dal passaggio a livello quando avvenne il bombardamento e Giulio Ferrero di Mango, il marito di una ragazza del “Langheireu”.

Civili caduti a causa dei bombardamenti del 30 03 1945 a Neive

Balbo Teresa di Giuseppe Vedova Levi 

Cortemilia 23 08 1904 commerciante 30 03 1945

             

BALBO TERESA E MARITO LEVI SERAFINO

Cavallo Giuseppe G.Battista di Teobaldo Neive 04 settembre 1884 Contadino 30 03 1945

Ferrero Giulio di G.Battista Mango 06 06 1913 Operaio Neive 02 04 1945 (marito di una ragazza del “Langhèireu”)Testimonianza Oberti Busso  Adda

Toso Pietro di Martino Neive 14 07 1897 Meccanico Neive 30 03 1945


                        

                              TOSO PIETRO
       

                                   

                                   DON TARDITI    


Don Tarditi era un Prete “alla buona”. Le sue prediche erano in piemontese , ad esempio un inizio:” Alora ancheu e n’oma 25 èd marss San March. Èm racomand che fassi dr’ elemosine abondante per tene lontan rà tempesta!....(Oggi è il 25 di Marzo San Marco. Mi raccomando che facciate delle elemosine abbondanti affinchè stia lontana la grandine!). Rammento che era comprensivo e per questo veniva preferito da noi ragazzi alle prese con le prime “problematiche sessuali”. Don Tarditi dava l’assoluzione senza colpevolizzarti. Invece Don Bergadano ai ragazzi che con difficoltà confessavano di aver “fatto cose brutte”, li sottoponeva ad un vero e proprio interrogatorio. Voleva sapere “con chi? Quante volte? E scendeva nei particolari” Così facendo andavano tutti da Don Tarditi che bonariamente li assolveva e li faceva sentire meno “cattivi”.

RICORDO DEL PROZIO GIOANIN AROSSA

Avevo un prozio, fratello di mia nonna materna che viveva ai “Bevioni” nel cortile degli Arossa e Giachino. Era un personaggio che raccontava le storie nelle stalle. Sapeva accentrare l’attenzione e creare suspanse. Sul più bello si fermava a noi che gli dicevamo < dai va avanti!> lui < chiudeva con un perentorio..A doman!>

Era scapolo e viveva da solo in tre camerette. Io andavo volentieri perché era simpatico e interessante. In una camera aveva il caminetto e sopra la mensola una mela, un pomodoro, un peperone e” in botin” botticcino dell’olio. Quella composizione mi affascinava e metteva appetito.

Da zio Gioanin, dopo il 1943 andammo come sfollati, e per me fu una vera vacanza. Poi zio aveva sempre fantastiche idee di giochi con frutti e oggetti che costruiva lui.

                                               


 

 Nel dopo guerra noi giovani a ballare

 https://youtu.be/efJkHIPig5A       I BALLI DEL DOPO GUERRA


Ricordo  con piacere che al termine della guerra si assistette come ad uno “sfogo” di gioia, e all’organizzazione di feste da ballo. Si ballava nei cortili, nelle aie e in camere allestite con musicanti che tiravano fuori gli strumenti per troppo tempo silenziosi. Partecipai a feste da ballo in una “Stanssia”(Camera) di Castagnole e poi a rà “Baloca”(una frazione di Neive), al Littorio si organizzarono veglie verdi, azzurre e tante altre. Appena fu possibile arrivarono i balli a palchetto con il cartello ”SUONERA’ UNA SCELTA ORCHESTRA” e pur tra tante difficoltà e ricordi dei giovani Caduti per colpa della guerra si cercò di andare oltre con momenti che facevano assaporare l’aria di Libertà. Naturalmente questo valeva per i giovani,  le mamme e le nonne continuarono a soffrire e a piangere per i loro cari Dispersi o morti nei tanti Fronti di guerra o durante la Resistenza. 

 

LA VINICOLA NEIVESE

La vinicola di Neive era di Proprietà di Stupino Giacomo (aveva un bel parco e due grandi ippocastani davanti. Mazoè(mezzadro)fu Cesco ‘d Revèl che aveva due figli Elide e Dario. La famiglia Revello era di semplice estrazione con Papà e mamma analfabeti. Noi “ragazzacci” dicevamo a Cesco : “né che ‘t sèi in Compagno? Tu e la tua famiglia politicamente siete di sinistra vero? E lui si guardava intorno, alzava le mani e se ne andava per non esporsi e timoroso se ne andava! Quando nella piazza Garibaldi di fronte alla Vinicola arrivarono i repubblican e posero il “Campo”, portarono alla moglie di Cesco anatre e galline da cucinare per la Milizia e lei gliele preparò ben volentieri sperando di poterne assaggiare qualche pezzo. Erano tempi in cui La “fame” ti faceva anche cambiare “idea”! La figlia di Cesco Revel, bellissima ragazza, andò a Torino e sposò un uomo molto ricco. Rammento che una volta andai a vedere una partita del “grande Torino” e uscendo dagli spalti “popolari” la incontrai che scendeva dalla “Tribuna”, tutta impellicciata e grande Signora.

Dopo la Guerra, la Vinicola fu gestita da Biancotto Guido marito di Elsa Giachino e Padre di Ivo. Guido aveva una grande vasca con dei filtri e filtrava le uve moscato ricordo che incuriosito dalla miriade di “insetti: vespe e altri” richiamati dagli zuccheri che si sprigionavano dal filtraggio, venivo ricompensato con un “cassù di quel nettare di Moscato che sembrava miele.

Rimase per molti anni a gerbido e il caseggiato in parte crollò, fu acquistata da Mario Giordano padre di Roberto e Beppe e costruì il mangimificio e casa attuale.

 

INTERVENTO 16 AGOSTO 2021  ALLA CANOVA DI NEIVE

Voglio oggi ricordare un grande personaggio del periodo della Resistenza: il Vescovo di Alba Don Luigi Maria Grassi. Grazie ai suoi interventi salvò la vita a molte persone si civili che partigiani collaborando proprio con gli uomini della Resistenza nell’effettuare scambi tra prigionieri.

Voglio anche ricordare I tanti Partigiani Caduti per la Libertà:

Boella Valerio”Walter, Romano Scagliola”Diaz” Bindello Luigi “ Pitros” e quanti hanno permesso con la loro lotta e Sacrificio di arrivare alla Liberazione di Alba il 26 aprile 1945.

 Quando la guerra finí ricordo che furono fucilati i due criminali fascisti che avevano terrorizzato le Langhe e l'Albese, i famigerati Gagliardi e Rossi. Furono uccisi alle sedici dove poi fu realizzato il campo sportivo Michele Coppino.

Grazie a tutti e W l'Italia!

GENERALE PICCINELLI ERNESTO

CON AMICI ED ALPINO REMUSSI  CHE LO ACCOMPAGNATNO ALLA CANOVA DI NEIVE


ALPINO REMUSSI PAOLO 

NIPOTI E PRONIPOTI PICCINELLI LAURA E PICCINELLI PAOLO

 

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