venerdì 7 marzo 2025

BEPPE DI NEIVE ARGUELLO RACCOLTA DI STORIE DI MASCHE

 




RICORDI DI MASCHE. Di CAMIA ASSUNTA

Mio papà racconta che una volta andò a “vijè ant’nà stala” (a una “veglia” in una stalla a Dogliani, e arrivò uno che disse:”Volevo portarvi a vedere una bella pecora , ma mi è scappata!”Disse che venendo per strada nella vallata vide una pecorella in un prato, se la caricò sulle spalle col proposito di vederla alla luce ma quando fu “a r’ancò d’r’éra a ré scapaié! (all’inizio dell’aia gli è scappata)In quella vallata deserta ,ogni tanto si vedevano dei Bocin  e si diceva fossero masche.

Ra masca Zantérna

In un Ciabòt(piccola casetta) abitava una vecchia e i divo ch’à réva na Masca ( e dicevano fosse una Masca”).( S i ammalò e chiamarono il prete per farle portare R’euri Sant.(l’olio Santo dell’Estrema Unzione) A quei tempi per portare l’olio Santo si faceva come una “procession” di un po’ di persone. Quando il prete col gruppo fu per la strada che porta a Monforte, si addensò su di loro una nube “Propi bruta! Ch’à fava pao!” (proprio brutta, che faceva paura.)

Il prete disse : ”Fomse corage che r’oma Nosgnor ansèm!(facciamoci coraggio abbiamo il Nostro Signore con Noi) Arrivarono al ciabòt da “chila sì”(da questa!) gli somministrò l’olio Santo e gli scoprì i piedi, poiché l’usanza era che” dop r’ori Sant ìi désquatavo i pé, Dis ch’à r’ava i pé èd fèr !(dopo l’olio Santo scoprivano i piedi del defunto! Dicono avesse i piedi di ferro!) Il prete commentò “andoma andoma r’avo stà avisà da ra nivora! Diso che a iera na masca! (Andiamo andiamo, eravamo stati avvisati dalla nuvola! Dicono fosse una Masca!) Mia mamma era bambina, era al seguito della Processione e lo ha sempre raccontato!

Ér gàt da ra fnestra

C’era una donna che aveva un bimbo piccolo e preoccupata vedeva che veniva sempre un gatto non loro dalla finestra. Lo riferì al marito e questo” In dì o r’atr mi r’ò rangg! In dì ò rà svaciàro e con ò siròt o rà tajaje i na piota! Èss gat ò rè scapà (un giorno o l’altro lo sistemo io! Un giorno lo attese e con l’accetta gli tagliò una zampa! Iss diz che dop an poch, (si dice che dopo un po’)in  una cascina lì attorno si vide una donna senza una mano. Si diceva fosse una Masca.

RACCONTI DI DROCCO CAROLINA San Benedetto Belbo



Garibaldi di Bonvicino :Guaritore- mascone

Il vicino di mio padre , avendo male ad una gamba fece venire Garibaldi di Bonvicino che aveva fama di essere un buon guaritore. Questo venne e lo guarì, gli fu promesso che come paga gli avrebbe fatto avere due sacchi di grano. Alla trebbiatura i sacchi non gli furono recapitati e il vicino di mio padre tornò ad avere male alla gamba. Il mio  papà tornò da Garibaldi a pregarlo di venire nuovamente a guarire l’ amico , ma il guaritore disse di riferire che siccome non era stato pagato  come pattuito non sarebbe tornato .Il vicino rimase zoppo fino alla morte,lo ricordo ancora. Si diceva che Garibaldi fosse una masca e quando fu in punto di morte dovette venire il prete ad aiutarlo a morire. Dovette bruciare certi libri che Garibaldi possedeva e consultava.

 

La voce dar bosch der monie (dal bosco delle monache)

 


 

Tornando a casa, mio padre incontrò un agnellino nero riccio e proprio bello. Lo sollevò e se lo mise sul collo pensando che qualcuno lo avesse smarrito,e intanto che procedeva gli diceva: sai che sei proprio bello,chissà come ti cercherà il tuo proprietario?.Quando fu all’imbocco della strada dei Moretti(frazione di San Benedetto Belbo)sentì una voce provenire dal Bosco delle Monie che diceva:”Eleonora chi è che ti porta?”

L’agnellino rispose:”O re Carlo ‘d Gioanin ‘d pajin” Mio padre si spaventò e lasciò cadere l’agnello che scappò e non fu mai più visto. Si dice che nel paese vivesse una masca che faceva sia del bene che del male!

Irma Fessia della Bosia 1921 Bosia

https://youtu.be/WmYIm9FenqA  Storie di Masche

 Tolon èr mascon e il parroco di Bosia

Sulla strada per venire qui da noi, in quel ciabòt che hai visto, viveva un uomo con la sua famiglia lo chiamavano Tolon ed era un mascon.

Una sera venne a vegliare(vié) da noi. Mia mamma era in attesa di me ed era nella camera sopra. Ad una certa ora mia mamma chiamò mio padre perché non si sentiva bene. Tolon disse che voleva vederla, mio padre e mio zio gli dissero di andarsene, prima con le buone e poi in malo modo. Lui sghignazzando :<Tanto voglio vederla mentre partorisce e ci riuscirò!> Dopo pochi giorni mia madre partorì e nacqui  io. Mia mamma però non si riprendeva e diceva a mio padre delle frasi sconnesse che preoccupavano quelli della famiglia, mia nonna mio zio e mia zia ed anche il papà. Diceva : <Fai andar via quel farfallone! > e mio padre<non vedo nessun farfallone> lei insisteva che prendesse una scopa per far andar via il farfallone!< è lì nell’angolo in alto, ora è dalla finestra , ora qui sulla coperta, adesso sulla culla della masnà( bambina)!>

 E nessun altro vedeva sto farfallone. Tutti si guardavano preoccupati e credevano farneticasse!

Insieme a quello, io piangevo in continuazione e non c’era verso èd paziéme(Tranquillizzarmi). Mia nonna, che era molto di Chiesa disse a mio padre di andare a Bosia a chiamare il prete. Questi venne subito e diede una benedizione alla camera , dopo poco la mamma si calmò e se le chiedevano se vedesse ancora il farfallone rispondeva di no. Io però continuavo a piangere e non sapevano come calmarmi, mi tenevano in braccio e piangevo, nella culla piangevo, non c’era verso. Finchè il prete chiese di prendermi in braccio, la nonna racconta che gli volai letteralmente tra le braccia. Lui, dicono mi parlasse sottovoce e mi accarezzasse e piano piano smisi di piangere.

Mio zio accompagnò il parroco con il calesse e vedendolo molto agitato, senza farsi notare lo seguì in Chiesa e si nascose nel confessionale. Raccontò che vide una scena incredibile. Subito il Parroco si inginocchiò, poi si alzò e iniziò a menare calci e pugni e a urlare parole indirizzate al demonio. Ci volle un po’ prima che si calmasse. Faceva paura, era tutto rosso in viso e mio zio temeva “ìi pièisa in corp” (gli prendesse un infarto).

Si diceva che il Parroco si era assunto il Demonio che Tolon aveva insinuato in mè e mia mamma e in Chiesa riuscì a scacciarlo.

   Intervista e  Trascrizione di Beppe Fenocchio di Arguello


 Oreste Francone ILVA NANDO gli raccontavano di Lissìin

DROCCO Carolina

Irene e Mario  Saglietti

Nonno Nando

CLELIA Sobrero  D’Antocc

IRMA Mamma di Silvia (Tolon)

CAMIA Assunta

SOBRERO PALMINA

RUFFINO VINCENZINA

RAPALINO GIOVANNI

VOLPIANO GIOVANNA

GONELLA MOZZONE ROSA

FAZZINO LUIGI

MAGLIANO GIOVANNA

Saglietti Mario La Masca  “perra”

BORRI ANNA FENOCCHIO Mio padre Mini e la Masca di Val grande

STORIE DI MASCHE ANONIME VALLE UZZONE

GIACONE MENTORE TREISO 1927

SOBRERO CLELIA

FRESIA CORSINI GINA

OLGA DI NIMBERGHE


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