RICORDI DI MASCHE. Di CAMIA ASSUNTA
Mio papà racconta che una volta andò a “vijè ant’nà stala”
(a una “veglia” in una stalla a Dogliani, e arrivò uno che disse:”Volevo
portarvi a vedere una bella pecora , ma mi è scappata!”Disse che venendo per strada
nella vallata vide una pecorella in un prato, se la caricò sulle spalle col
proposito di vederla alla luce ma quando fu “a r’ancò d’r’éra a ré scapaié! (all’inizio
dell’aia gli è scappata)In quella vallata deserta ,ogni tanto si vedevano dei
Bocin e si diceva fossero masche.
Ra masca Zantérna
In un Ciabòt(piccola casetta) abitava una vecchia e i divo
ch’à réva na Masca ( e dicevano fosse una Masca”).( S i ammalò e chiamarono il
prete per farle portare R’euri Sant.(l’olio Santo dell’Estrema Unzione) A quei
tempi per portare l’olio Santo si faceva come una “procession” di un po’ di
persone. Quando il prete col gruppo fu per la strada che porta a Monforte, si
addensò su di loro una nube “Propi bruta! Ch’à fava pao!” (proprio brutta, che
faceva paura.)
Il prete disse : ”Fomse corage che r’oma Nosgnor ansèm!(facciamoci
coraggio abbiamo il Nostro Signore con Noi) Arrivarono al ciabòt da “chila sì”(da
questa!) gli somministrò l’olio Santo e gli scoprì i piedi, poiché l’usanza era
che” dop r’ori Sant ìi désquatavo i pé, Dis ch’à r’ava i pé èd fèr !(dopo
l’olio Santo scoprivano i piedi del defunto! Dicono avesse i piedi di ferro!)
Il prete commentò “andoma andoma r’avo stà avisà da ra nivora! Diso che a iera
na masca! (Andiamo andiamo, eravamo stati avvisati dalla nuvola! Dicono fosse
una Masca!) Mia mamma era bambina, era al seguito della Processione e lo ha
sempre raccontato!
Ér gàt da ra fnestra
C’era una donna che aveva un bimbo piccolo e preoccupata
vedeva che veniva sempre un gatto non loro dalla finestra. Lo riferì al marito
e questo” In dì o r’atr mi r’ò rangg! In dì ò rà svaciàro e con ò siròt o rà
tajaje i na piota! Èss gat ò rè scapà (un giorno o l’altro lo sistemo io! Un
giorno lo attese e con l’accetta gli tagliò una zampa! Iss diz che dop an poch,
(si dice che dopo un po’)in una cascina
lì attorno si vide una donna senza una mano. Si diceva fosse una Masca.
RACCONTI DI DROCCO CAROLINA San Benedetto Belbo
Garibaldi
di Bonvicino :Guaritore- mascone
Il vicino di mio padre , avendo male ad una
gamba fece venire Garibaldi di Bonvicino che aveva fama di essere un buon
guaritore. Questo venne e lo guarì, gli fu promesso che come paga gli avrebbe
fatto avere due sacchi di grano. Alla trebbiatura i sacchi non gli furono
recapitati e il vicino di mio padre tornò ad avere male alla gamba. Il mio papà tornò da Garibaldi a pregarlo di venire
nuovamente a guarire l’ amico , ma il guaritore disse di riferire che siccome
non era stato pagato come pattuito non
sarebbe tornato .Il vicino rimase zoppo fino alla morte,lo ricordo ancora. Si
diceva che Garibaldi fosse una masca e quando fu in punto di morte dovette
venire il prete ad aiutarlo a morire. Dovette bruciare certi libri che
Garibaldi possedeva e consultava.
La voce
dar bosch der monie (dal bosco delle monache)
Tornando a casa, mio padre incontrò un agnellino
nero riccio e proprio bello. Lo sollevò e se lo mise sul collo pensando che
qualcuno lo avesse smarrito,e intanto che procedeva gli diceva: sai che sei
proprio bello,chissà come ti cercherà il tuo proprietario?.Quando fu
all’imbocco della strada dei Moretti(frazione di San Benedetto Belbo)sentì una
voce provenire dal Bosco delle Monie che diceva:”Eleonora chi è che ti porta?”
L’agnellino rispose:”O re Carlo ‘d Gioanin ‘d
pajin” Mio padre si spaventò e lasciò cadere l’agnello che scappò e non fu mai
più visto. Si dice che nel paese vivesse una masca che faceva sia del bene che
del male!
Irma
Fessia della Bosia 1921 Bosia
https://youtu.be/WmYIm9FenqA
Storie di Masche
Tolon èr mascon e il
parroco di Bosia
Sulla strada per venire qui da
noi, in quel ciabòt che hai visto, viveva un uomo con la sua famiglia lo
chiamavano Tolon ed era un mascon.
Una sera venne a vegliare(vié)
da noi. Mia mamma era in attesa di me ed era nella camera sopra. Ad una certa
ora mia mamma chiamò mio padre perché non si sentiva bene. Tolon disse che
voleva vederla, mio padre e mio zio gli dissero di andarsene, prima con le
buone e poi in malo modo. Lui sghignazzando :<Tanto voglio vederla mentre
partorisce e ci riuscirò!> Dopo pochi giorni mia madre partorì e nacqui io. Mia mamma però non si riprendeva e diceva
a mio padre delle frasi sconnesse che preoccupavano quelli della famiglia, mia
nonna mio zio e mia zia ed anche il papà. Diceva : <Fai andar via quel
farfallone! > e mio padre<non vedo nessun farfallone> lei insisteva
che prendesse una scopa per far andar via il farfallone!< è lì nell’angolo
in alto, ora è dalla finestra , ora qui sulla coperta, adesso sulla culla della
masnà( bambina)!>
E nessun altro vedeva sto farfallone. Tutti si
guardavano preoccupati e credevano farneticasse!
Insieme a quello, io piangevo
in continuazione e non c’era verso èd paziéme(Tranquillizzarmi). Mia nonna, che
era molto di Chiesa disse a mio padre di andare a Bosia a chiamare il prete.
Questi venne subito e diede una benedizione alla camera , dopo poco la mamma si
calmò e se le chiedevano se vedesse ancora il farfallone rispondeva di no. Io
però continuavo a piangere e non sapevano come calmarmi, mi tenevano in braccio
e piangevo, nella culla piangevo, non c’era verso. Finchè il prete chiese di
prendermi in braccio, la nonna racconta che gli volai letteralmente tra le
braccia. Lui, dicono mi parlasse sottovoce e mi accarezzasse e piano piano
smisi di piangere.
Mio zio accompagnò il parroco
con il calesse e vedendolo molto agitato, senza farsi notare lo seguì in Chiesa
e si nascose nel confessionale. Raccontò che vide una scena incredibile. Subito
il Parroco si inginocchiò, poi si alzò e iniziò a menare calci e pugni e a
urlare parole indirizzate al demonio. Ci volle un po’ prima che si calmasse.
Faceva paura, era tutto rosso in viso e mio zio temeva “ìi pièisa in corp” (gli
prendesse un infarto).
Si diceva che il Parroco si
era assunto il Demonio che Tolon aveva insinuato in mè e mia mamma e in Chiesa
riuscì a scacciarlo.
Intervista
e Trascrizione di Beppe Fenocchio di
Arguello
Oreste Francone ILVA NANDO gli raccontavano di Lissìin
DROCCO Carolina
Irene e
Mario Saglietti
Nonno Nando
CLELIA
Sobrero D’Antocc
IRMA Mamma
di Silvia (Tolon)
CAMIA
Assunta
SOBRERO
PALMINA
RUFFINO
VINCENZINA
RAPALINO
GIOVANNI
VOLPIANO GIOVANNA
GONELLA
MOZZONE ROSA
FAZZINO
LUIGI
MAGLIANO
GIOVANNA
Saglietti
Mario La Masca “perra”
BORRI ANNA
FENOCCHIO Mio padre Mini e la Masca di Val grande
STORIE DI
MASCHE ANONIME VALLE UZZONE
GIACONE
MENTORE TREISO 1927
SOBRERO
CLELIA
FRESIA
CORSINI GINA
OLGA DI NIMBERGHE
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