martedì 26 marzo 2024

PIAZZA MORENO FELICINA FEISOGLIO 1926

 


PIAZZA MORENO FELICINA 1926 Feisoglio

Sono nata il 13 agosto 1926 a Feisoglio in una Borgata,  chi la nomina “Bertorelli” chi ”Unzione”.. Era abitata dalle famiglie di 6 fratelli Piazza, tre abitavano da una parte del cortile e tre dall’altra. Mio papà era Carlo e mamma Tappa Margherita del 1899. Ho compiuto ad agosto 97 anni e sono stata festeggiata da tanti nipoti e pronipoti. Avere tanti anni a volte è faticoso, ma diciamo che tra cose belle ed un po’ meno belle ringrazio Dio di essere arrivata fin qua.

Avevo due fratelli e una sorella.Il fratello Giuseppe era del 1921

PIAZZA GIUSEPPE DI CARLO

FEISOGLIO (CN/I) il 18/11/1921

Contadino FFAA Regie

C.DO II CORPO ARMATA XV BTG ARTIERI

SOLDATO

Luogo di morte: FILENOVO (URSS) il 17/12/1942

Soldato del genio militare, addetto a lavori di vario genere (scavi, trasporti, costruzioni, ecc.).

 

  è partito per la seconda guerra mondiale e non è più tornato, è Caduto in U.R.S.S., un altro fratello del1924 è morto qualche anno fa e non è andato militare ma collaborò con i partigiani e doveva sempre nascondersi, la sorella più giovane di tutti vive a Torino ed ha 94 anni.

LA MIA INFANZIA

Quando ero piccola ricordo che si viveva con poco, pochi soldi e il vestiario era semplice. Si andava a piedi, e quando iniziai a venire a scuola a Feisoglio papà mi accompagnava e poi veniva a prendermi quando uscivo.Anche piccolina aiutavo già andando al pascolo e poi in campagna nel lavoro con la meliga, le patate, l’orzo. Le famiglie avevano animali nella stalla e da cortile e con le pecore si otteneva la lana e il latte per le “Tome”. Si andava a vendere lana e tome e con il ricavato si poteva comprare altro.

È sempre stato bello andare al pascolo, al mattino andava mamma, poi al pomeriggio andavamo noi bambini, anche da piccoli. Con la scuola ci portavamo il libro e ricordo che papà ogni tanto veniva a vedere se studiavo. Poi a partire dai sette otto anni iniziai ad andare ai mercati a vendere le tome. Andavo a piedi con lo zio Pietro ed io con il mio cesto e le sue figlie con il loro, a piedi ci recavamo a Serravalle Langhe al mercato del giovedì. Ci recavamo anche a Niella Belbo, ma io preferivo Serravalle. Scendevamo per il sentiero ed arrivavamo al fiume Belbo che a volte era anche bello ricco d’acqua e lo zio mi dava mano per guadare, poi si saliva la collina e si arrivava a Serravalle dove vi era un bel mercato.

Ricordo entrambe le nonne con nome Felicina, per questo il mio nome le rinomina. Sono contenta di portare il loro nome, è bello ricordarle.

La nonna paterna veniva da Prunetto. Il nonno materno era Luigi e quello paterno Giuseppe originario della Borgata.

AL TEMPO DELLA GUERRA

Nel periodo della guerra succedettero tanti fatti tristi. Poco sopra casa nostra vi erano i partigiani e ricordo che una volta vennero anche nella nostra borgata e avevano le armi che incutevano paura.Un altro fatto che ci preoccupò è quando da Riblòt, sotto la nostra borgata, vennero a prelevare tre partigiani che si nascondevano sul fienile. Due li uccisero sul posto e uno lo fecero marciare fino in paese, lo misero al muro e lo fucilarono.

Mio fratello ed un suo amico erano del 1924 e non si presentarono alla Chiamata di Leva. Per un po’ di tempo si nascosero nella casa di mia mamma che era un po’ isolata e dormivano e si facevano da mangiare là, sempre attenti a quando fossero arrivati i nazifascisti, poi, per essere più sicuri si costruirono un altro nascondiglio. In prossimità di un campo vi era un buco, loro vi portarono due materassi e poi lo coprirono con fasci di legna assi e pietre. Si trasferirono lì. Una volta andarono a lavorare nel campo e non fecero in tempo ad entrare nel nascondiglio. Arrivarono i tedeschi e siccome loro continuarono a lavorare, i soldati non fecero loro nulla.

Anche zio Pietro e Carlucio che aveva solo 16 anni andavano a nascondersi quando erano avvisati che arrivavano i tedeschi. Tutti gli uomini, un po’ più giovani o più grandi sapevano dove andare per evitare sti nazifascisti. Nel bosco, poco distante, noi avevamo un castagnon, vecchio albero che aveva nel grande tronco una caverna naturale dove ci stavano due o tre persone. Mio padre non volle tagliarlo proprio perché serviva per nascondersi. Invece, mio cognato, una volta che arrivarono i tedeschi con i cani, andò in un buco che si era costruito sotto la “liaméra” Concimaia. Avevano tutti paura, poiché se non ti uccidevano ti portavano in Germania!

Ad un mio cugino, Paglieri Rinaldo del “Caplèt” di Cravanzana 18/12/1927,  e ad un suo compagno Rabino Luigi Carlo del ‘25, spararono e li uccisero mentre dal Belbo fuggivano. Era il 21 novembre 1944. Li videro mentre tentavano di andare a nascondersi alla Cascina “Brandona”.

                   



PAGLIERI RINALDO     RABINO LUIGI CARLO

 

 

 

 



 Mio marito Moreno Ermenegildo era del 1911 e fece tutta la seconda guerra mondiale, suo padre Carlo  e gli zii Eugenio parteciparono alla guerra del 1915 18. Il papà ritornò dopo sette anni di guerra e prigionia , i due zii:    Pietro 1894 morì a Cosana

MORENO PIETRO DI GIUSEPPE FEISOGLIO 5 12 1894

SOLDATO 56° RGT FANTERIA “Marche”

MORTO IL 9 NOVEMBRE 1915 A COS(B)ANA

 


 ed Eugenio 1898 morì di malattia in Ospedale da campo n. 139 a San Zenone degli Ezzelini Treviso

MORENO EUGENIO DI GIUSEPPE FEISOGLIO 26 GIUGNO 1898

SOLDATO 67° RGT FANTERIA

MORTO 10 AGOSTO 1917 OSPEDALETTO DA CAMPO N. 139  SAN ZENONE DEGLI EZZELINI (TREVISO)

 

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