PIAZZA MORENO FELICINA 1926
Feisoglio
Sono nata il 13 agosto 1926 a
Feisoglio in una Borgata, chi la nomina “Bertorelli” chi ”Unzione”.. Era
abitata dalle famiglie di 6 fratelli Piazza, tre abitavano da una parte del
cortile e tre dall’altra. Mio papà era Carlo e mamma Tappa Margherita del 1899.
Ho compiuto ad agosto 97 anni e sono stata festeggiata da tanti nipoti e
pronipoti. Avere tanti anni a volte è faticoso, ma diciamo che tra cose belle
ed un po’ meno belle ringrazio Dio di essere arrivata fin qua.
Avevo due fratelli e una sorella.Il fratello Giuseppe era
del 1921
PIAZZA GIUSEPPE DI
CARLO
FEISOGLIO (CN/I) il
18/11/1921
Contadino FFAA
Regie
C.DO II CORPO
ARMATA XV BTG ARTIERI
SOLDATO
Luogo di morte:
FILENOVO (URSS) il 17/12/1942
Soldato del genio
militare, addetto a lavori di vario genere (scavi, trasporti, costruzioni,
ecc.).
LA MIA INFANZIA
Quando ero piccola ricordo che
si viveva con poco, pochi soldi e il vestiario era semplice. Si andava a piedi,
e quando iniziai a venire a scuola a Feisoglio papà mi accompagnava e poi
veniva a prendermi quando uscivo.Anche piccolina aiutavo già andando al pascolo
e poi in campagna nel lavoro con la meliga, le patate, l’orzo. Le famiglie
avevano animali nella stalla e da cortile e con le pecore si otteneva la lana e
il latte per le “Tome”. Si andava a vendere lana e tome e con il ricavato si
poteva comprare altro.
È sempre stato bello andare al
pascolo, al mattino andava mamma, poi al pomeriggio andavamo noi bambini, anche
da piccoli. Con la scuola ci portavamo il libro e ricordo che papà ogni tanto
veniva a vedere se studiavo. Poi a partire dai sette otto anni iniziai ad
andare ai mercati a vendere le tome. Andavo a piedi con lo zio Pietro ed io con
il mio cesto e le sue figlie con il loro, a piedi ci recavamo a Serravalle
Langhe al mercato del giovedì. Ci recavamo anche a Niella Belbo, ma io
preferivo Serravalle. Scendevamo per il sentiero ed arrivavamo al fiume Belbo
che a volte era anche bello ricco d’acqua e lo zio mi dava mano per guadare,
poi si saliva la collina e si arrivava a Serravalle dove vi era un bel mercato.
Ricordo entrambe le nonne con
nome Felicina, per questo il mio nome le rinomina. Sono contenta di portare il
loro nome, è bello ricordarle.
La nonna paterna veniva da
Prunetto. Il nonno materno era Luigi e quello paterno Giuseppe originario della
Borgata.
AL TEMPO DELLA GUERRA
Nel periodo della guerra
succedettero tanti fatti tristi. Poco sopra casa nostra vi erano i partigiani e
ricordo che una volta vennero anche nella nostra borgata e avevano le armi che
incutevano paura.Un altro fatto che ci preoccupò è quando da Riblòt, sotto la
nostra borgata, vennero a prelevare tre partigiani che si nascondevano sul
fienile. Due li uccisero sul posto e uno lo fecero marciare fino in paese, lo
misero al muro e lo fucilarono.
Mio fratello ed un suo amico
erano del 1924 e non si presentarono alla Chiamata di Leva. Per un po’ di tempo
si nascosero nella casa di mia mamma che era un po’ isolata e dormivano e si
facevano da mangiare là, sempre attenti a quando fossero arrivati i
nazifascisti, poi, per essere più sicuri si costruirono un altro nascondiglio.
In prossimità di un campo vi era un buco, loro vi portarono due materassi e poi
lo coprirono con fasci di legna assi e pietre. Si trasferirono lì. Una volta
andarono a lavorare nel campo e non fecero in tempo ad entrare nel
nascondiglio. Arrivarono i tedeschi e siccome loro continuarono a lavorare, i
soldati non fecero loro nulla.
Anche zio Pietro e Carlucio
che aveva solo 16 anni andavano a nascondersi quando erano avvisati che
arrivavano i tedeschi. Tutti gli uomini, un po’ più giovani o più grandi
sapevano dove andare per evitare sti nazifascisti. Nel bosco, poco distante,
noi avevamo un castagnon, vecchio albero che aveva nel grande tronco una
caverna naturale dove ci stavano due o tre persone. Mio padre non volle
tagliarlo proprio perché serviva per nascondersi. Invece, mio cognato, una
volta che arrivarono i tedeschi con i cani, andò in un buco che si era
costruito sotto la “liaméra” Concimaia. Avevano tutti paura, poiché se non ti
uccidevano ti portavano in Germania!
Ad un mio cugino, Paglieri
Rinaldo del “Caplèt” di Cravanzana 18/12/1927,
e ad un suo compagno Rabino Luigi Carlo del ‘25, spararono e li uccisero
mentre dal Belbo fuggivano. Era il 21 novembre 1944. Li videro mentre tentavano
di andare a nascondersi alla Cascina “Brandona”.
PAGLIERI RINALDO RABINO
LUIGI CARLO
Mio marito Moreno Ermenegildo era del 1911 e fece tutta la seconda guerra mondiale, suo padre Carlo e gli zii Eugenio parteciparono alla guerra del 1915 18. Il papà ritornò dopo sette anni di guerra e prigionia , i due zii: Pietro 1894 morì a Cosana
MORENO
PIETRO DI GIUSEPPE FEISOGLIO 5 12 1894
SOLDATO 56°
RGT FANTERIA “Marche”
MORTO IL 9
NOVEMBRE 1915 A COS(B)ANA
ed Eugenio 1898 morì di malattia in Ospedale da campo n. 139 a San Zenone degli Ezzelini Treviso
MORENO
EUGENIO DI GIUSEPPE FEISOGLIO 26 GIUGNO 1898
SOLDATO 67°
RGT FANTERIA
MORTO 10
AGOSTO 1917 OSPEDALETTO DA CAMPO N. 139
SAN ZENONE DEGLI EZZELINI (TREVISO)
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