MARENDA
MOSSIO MARGHERITA
ARGUELLO 1927 DI Felicina Francone e Filippo
MIO PADRE
FILIPPO
Filippo
Marenda, mio padre, morì venti giorni prima che io nascessi e così non lo
conobbi né seppi molto di lui. Sono cresciuta con i miei fratelli Gepinin 1914,
Maggiorino 1922 che morì in guerra e Concessina che sposò Anselmo Secco. Il
papà morì di “Cirrosi”, anche perché pare che la zia di mia madre, “Mariana”,
che veniva ai Giamesi per aiutarlo quando si ruppe una gamba, gli proponeva
spesso e volentieri del vino che gli procurò la malattia al fegato .
MAGNA
MARIANA FRANCONE
Zia
Marianna era un personaggio “pittoresco”, viveva all’ultimo piano nella casa di
Cesarin , che fu Sindaco di Arguello.
Viveva in
una camera dove faceva cucina e camera da letto e di fianco aveva una camera
dove teneva la legna e le galline. Mariana che viveva da sola, la notte andava
a parlare con le galline e le chiamava per nome: Colombina, Bianchina, Nerina e
…..
Io quando
andavo a scuola ad Arguello e pioveva o nevicava, mi fermavo anche a dormire da
zia Mariana e la ricordo strana ma buona e dolce!
LA SCUOLA
DI SAN FRONTINIANO
Per andare a scuola si scendeva attraverso la “sternija””selciato” e di fianco alla Chiesa dopo il gelso vi erano gli scalini d’accesso alla scuola. Vi era un’aula sola e dietro tre “stanssiette” camerette per le maestre. Sotto queste camere c’era la Boschera(legnaia), una stalla e il “gabinetto”. La costruzione della scuola era staccata dalla Chiesa e vi era il passaggio per accedere alla legnaia e alla stalla.
Scuola di San Frontiniano ArguelloLAVORI IN
CAMPAGNA
Prima
della scuola si portavano le pecore al pascolo, poi le lasciavo a Marina e
Valentina che erano più grandi e avevano terminato le scuole, io raggiungevo
l’aula scolastica. Al pomeriggio al pascolo mi portavo sempre il libro per
studiare.
Finite le
scuole, rimasi ai Giamesi finchè non mi
sposai. Portavo le pecore al pascolo oppure “andava dvan ai beu”(andavo davanti
ai buoi). Il lavoro per noi bambine e bambini non mancava, poiché oltre ad
accudire le “fè” pecore, si andava a
raccogliere fave ed ortaggi per preparare la minestra. Anche il lavoro davanti
ai buoi era di mia competenza e l’ho sempre svolto. Poi mi sposai con un
“campagnao” Ennio Mossio, e così
continuai, e lavorare nei campi e nelle vigne con piacere.
RICORDO
DEGLI ANZIANI DI ARGUELLO
Quando andavo a scuola e nevicava, mi fermavo tutta la settimana “dar Barba Cit”, zio Angelo e da magna Cesarina mamma di Ettore ed Elio e ricordo che cullavo Ettore che era piccolo. Zio “barba Cit” era sempre allegro e mi voleva proprio bene.
Da zia
Fiorina e Cesarin andavo meno volentieri perché vi erano Rosa e Anna le loro
figlie che mi toccavano i quaderni, e a me dispiaceva.
Una volta
d’inverno, col maltempo, erano già parecchi giorni che ero dagli zii e mi
sopravvenne malinconia di casa, così senza dire nulla anziché andare dal Barba
Cit, all’uscita della scuola, presi la strada e andai ai Giamesi, lo zio non
vedendomi venne a cercarmi!
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