mercoledì 21 febbraio 2024

BUSCA AGOSTINO LEQUIO BERRIA 1920

 

BUSCA AGOSTINO DI GIUSEPPE DI LUIGI 

16 DICEMBRE 1920 LEQUIO BERRIA

CONTADINO  SOLDATO FFAA REGIE DIVISIONE ALPINA CUNEENSE

4°RGT ARTIGLIERIA VAL PO Compagnia 52^

DATA DECESSO 7 FEBBRAIO 1943

SEPOLTO A TAMBOV










Piasco 15 7 42

Cari genitori vengo con poche parole per farvi sapere mie notizie. Io sto bene come spero in voi tutti. Il viaggio l’ho fatto benissimo e dicono che hanno sospeso la partenza, spero sarà vero e così vengo ancora una volta a casa per poco o tanto non so. Sono passato a vedere se c’era il vestito ma non c’era il sarto era andato a Torino, e così bisogna che venga ancora una volta a prendere la misura.

Tanti saluti da chi sempre vi ricorda. Agostino

GRUPPO ARTIGLIERIA ALPINA VAL Po 52° BATTERIA

Guerra 1940-43 DIV CUNEENSE 4^ Artiglieria

1940 - Il 10 giugno, la Divisione risulta schierata nel sottosettore Maira. Partecipa al conflitto italo-francese occupando dal 22 giugno il vallone de Chabriere e il vallone de Mary. Nella seconda decade del mese di dicembre, la Divisione viene trasferita in Albania e avviata al fronte, tra il 15 e il 17 dicembre, con unità parziali divise tra Val Devoli, Cukae Groshiles.

 

1941 - a metà febbraio difende le posizioni di Bregu i Malli. Il 18 marzo, la Divisione viene trasferita nella zona di Berati e a fine mese al confine albano-jugoslavo a Labinotie. Il 10 aprile valica il confine iugoslavo verso la conca di Debar. Cessate le operazioni la Cuneense si trasferisce prima nella zona di Elbasan e poi a Durazzo. Il 5 maggio inizia le operazioni di imbarco per l'Italia.

 

1942 - Trasferita sul fronte russo, in luglio raggiunge la zona di Izium e Uspenskaia, zona di affluenza del Corpo d'Armata alpino. Di riserva nella 8a armata nella zona del Don si disloca a Millerowo. Dal 24 dicembre al 14 gennaio subisce attacchi di forze russe a nord di Nova Kalitva.

 

1943 - Dal 14 gennaio, a seguito della rottura del fronte in altro settore, arretra nella zona di Ternowka e poi verso Rossoch, Nikitovka. La ritirata avviene a continuo contatto e combattimento con forze russe. Il 26 gennaio presso Valujki la divisione rompe il cerchio dello sbarramento russo. I resti della Divisione si raccolgono a Bolsche Troizkoje 


Russia 16 10 42

Carissima sorella oggi ho ricevuta la tua lettera e mi ha fatto molto piacere sapere che state tutti bene come ringraziando Iddio posso dirvi di me. Ho ricevuto le quattro lame e grazie anche se non ne avevo ancora bisogno perché ne avevo portate tante e ne ho perse e qui non se ne trovano, e così le ammucchio un po’ perché so che tante insieme non le potete mandare. Francobolli ne ho ancora ma inviatemi della carta per scrivere. Inviatemi anche tre o quattro sigarette, io non fumo ma le uso per scambiarle con qualcosa da mangiare e così sto meglio. Per ora non posso lamentarmi sto bene come quando ero in Italia e il pericolo è poco. Finché va così non si può dir niente, se ho la fortuna che non crepa il mulo va anche meglio per me. Per adesso li teniamo in una casa ma stiamo preparando il posto sotto terra per i muli e per noi perché hanno paura che muoiano tutti quest’inverno. Non state a pensar male perché il lavoro è poco e da mangiare abbiamo sempre la razione che ci davano in Italia, stiamo tutto il giorno coricati e si sta bene ugualmente. Speriamo che presto finisca così da poter ritornare tutti (della ditta) del gruppo che siamo qui in Russia. Ci vediamo tutti i giorni e così il tempo passa di più e si sta sempre allegri e poi si vedrà come sarà. Tanti saluti a tutta la famiglia da chi sempre vi ricorda, tuo fratello Agostino.

Paolo e Marrone che sono qui con me mi dicono di dirvi che vorrebbero congedarsi per venire a lavorare con voi! Ciao ciao a presto

Russia 24 10 42

Carissima sorella oggi ho ricevuto la tua lettera………………………………..grazie delle lamette che ho ricevuto. Anche se ne avevo ancora non le getto via perché possono sempre servirmi. Mi hai detto se mi ricordo di quello che si diceva quando ero a casa, ma ormai li ho intestati al mio babbo e non te li posso mandare, ma se li ricevi fai che non vadano persi, prendili ugualmente, perché io non ne faccio niente, ci sono già seicento lire in giro e alla fine del mese ne spedisco nuovamente e ne fai cosa vuoi. Se puoi mandami una maglia perché ne ho quattro ma tre le ho addosso poiché qui il freddo non è solo come in Italia e con 35°40° sottozero si sta molto allegri. Presto si va sotto terra, a molta terra! E così si sta tutti meglio. Qui ci sono solo case coperte di paglia.

Mi hai detto di prendere una foto insieme a Bersano ma ci manca la macchina e il rullino. Dovresti vederlo Bersano, non lo riconosceresti più: ha un pizzo nero e lungo quattro dita. Anche i miei baffi sono lunghi e li arrotolo già. Se non me li fanno tagliare li porto in Italia. Grazie per la foto che mi hai mandata. Fai i saluti a  quelli che sono in licenza, spero un giorno di poter venire anch’io, ma prima del quarantaquattro! Tanti saluti a te e a tutta la famiglia. Tuo fratello Agostino

Fai i saluti a Maria. Le ho già scritto due volte, ma non mi ha mai risposto.

Russia 18 11 42

Carissima Sorella dopo un po’ di tempo ho ricevuto vostre notizie poiché è successo che la posta impiega un mese ad arrivare………………………………..Mi hai chiesto della neve, ebbene sì è già nevicato due volte ma ce ne saranno due dita, il problema è che fa un gran freddo e vi è gran “tormenta”, per questo portiamo già il pastran e il passamontagna tutto il giorno.  La notte ci copriamo con 6 coperte e si dorme all’asciutto. Da mangiare ne danno ancora abbastanza e speriamo di passare l’inverno bene se Dio vuole. Non mi avete detto se prendete ancora il sussidio, dovete sapere che per noi che siamo in Russia il sussidio ci aspetta e in più devono darci otto lire al giorno. A noi soldati ci devono dare diciotto Lire al giorno ma voi potete prenderne solo dieci, gli altri otto rimangono fermi in Posta, potete firmare e ritirare gli altri dieci. Gli altri li ritireremo poi noi se si torna indietro, ma hanno detto che non vanno persi e danno anche gli arretrati.

Mi hai chiesto degli altri artiglieri se sono con me, ci sono Ettore e Camillo, però non li ho ancora visti. Gli altri sono tutti all’ottimo(stanno tutti bene), qualcuno lo vedo tutti i giorni, c’è anche Mario di Borgomale che è con Battista. Tanti saluti da chi sempre vi ricorda Agostino.

Contraccambia i saluti a Maria. Ciao ciao, arrivederci a presto.

Russia 01 12 1942

Carissima sorella vengo in riscontro delle tue lettere che oggi ho ricevuto e che mi hanno fatto molto piacere che state tutti bene come posso farvi presente di me ringraziando Il Signore. Mi avete detto che avete ricevuto i soldi ma non so se li avete ricevuti tutti, perché in giro ci sono mille e trecento lire. Ma se sono venuti gli altri arriveranno anche questi. Mi ha fatto effetto saper che hanno lasciato scendere le bombe vicino a casa! Fammi sapere se se sono scoppiate, spero le abbiano lasciate cadere per sbaglio, magari hanno visto qualche luce e così le hanno scaricate, spero non abbiano fatto tanti danni. Io per ora non ho bisogno di niente e non state a pensare male di me, che io sono ancora al sicuro, lavoro tutto il giorno a portare a casa grano per i muli e un po’ lo mangio anch’io. Si macina e poi si mette sulla stufa, così di fame non ne faccio. Tanti saluti a tutta la famiglia da chi sempre ti ricorda. Tuo fratello Agostino. A risentirci presto. 

 IL Lager degli Italiani nel Paese dei Lupi – 1943 – 60 anni dopo. Inverno 2003 Rada. Casella postale 188, Unione Sovietica -. L'aria è gelida. Il sole splende, ma non scalda. La neve arriva in certi punti quasi alle ginocchia. Aleksandra Stepanova Krushatina avanza senza indugio in questa foresta fittissima di querce e di pini. Malgrado i suoi 79 anni, il passo è sicuro, grazie anche ai “valienki” neri, tipici stivaloni russi di feltro, che ha ai piedi. <>, ci indica rossa in volto per il gelo, dopo cinque minuti di passeggiata, un fossato pieno di neve, dove sono ancora visibili dei pali piantati nel terreno. Qui, a sei chilometri dal lager, si fermava per la notte una delle tante squadre che tagliavano le querce, il cui legno serviva all'Armata rossa per costruire ponti o veniva utilizzato nelle miniere del bacino carbonifero del Donbass in Ucraina orientale. Sessanta anni fa avveniva in Russia il più grande disastro della storia militare italiana e la maggiore ecatombe di nostri soldati di tutti i tempi. In tre fasi, tra il novembre '42 ed il gennaio '43, l'esercito sovietico circondò e mise fuori combattimento le truppe dell'Asse a Stalingrado e sul Don. Solo parte del Corpo d'armata alpino riuscì a ripiegare, rompendo l'accerchiamento a Nikolajewka il 26 gennaio '43. L'avventura dell'Armir finiva lì, col successivo rimpatrio in primavera: secondo dati sovietici, in quei terribili mesi, morirono combattendo o di stenti circa 25mila soldati italiani, mentre approssimativamente 70mila furono fatti prigionieri.

 

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