lunedì 30 aprile 2012

MOZZONE FRANCO 1929 AMEDEO ROCCA



FRANCO MOZZONE

                                                              

Il traghetto di Barbaresco foto Aldo Agnelli





Franco Mozzone


Intervista realizzata e trascritta da Beppe di Anna e Michelino  Fenocchio
Franco Mozzone classe 1929

IL TRAGHETTO DEL TANARO E

 I FASCISTI    DI BARBARESCO   

A quindès agn, i republican i ran piame! 
A 15 ANNI I REPUBBLICANI MI ARRESTARONO
Io abitavo nel paese di Barbaresco e la nostra cascina aveva il muro in comune con quella di Codevilla dove c’era il comando della Brigata Matteotti. La mattina del 5 Agosto trovammo nel cortile quattro o cinque mitra e sputa fuoco con una cassetta di proiettili caduta da un “birocin”(carro a due ruote trainato dal cavallo).Mio padre vedendo tutto quell’armamentario commentò: “Ma sonni mat!?” Nascose quelle armi e dopo mezz’ora arrivarono i “repubblican” che non trovando i partigiani presero trenta paesani : eravamo “ot o dés pare e fio! e altri venti “Iera Bastian e Piero, Boba e Mario,Donarin e Gioanin, mì e mè pare e atri doi”. Ci caricarono su un camion e ci portarono ad Alba in prigione. Nel frattempo il Vescovo Monsignor Grassi arrivò nel paese chiamato dal Parroco Don Lorenzo Perrone. Il vescovo affrontò il Colonnello Languasco e ottenne di sospendere la decisione di fucilarci e di dar fuoco al paese finchè non si fosse riusciti a trovare i tre tedeschi e 5 soldati che i partigiani avevano presi prigionieri.  Con il Podestà di Barbaresco Tilio èd Manz e  Ettore‘d Bressa che aveva il cavallo e il calesse andarono prima a Treiso e poi a Trezzo Tinella dove con l’aiuto del partigiano Paolo Farinetti trovarono i prigionieri per lo scambio.
 In prigione io non mi staccavo da mio padre e tutti avevamo paura che ci fucilassero . Passavano dei “scroson”(impertinenti)(giovani della Muti) che ci dicevano : Ancò eu foma fora!(oggi vi uccidiamo!)Ci tennero fino alle 18 “sènsa gnènte da mangé!” (senza nulla da mangiare!) ,poi avvenuto lo scambio ci accompagnarono oltre il ponte al Rondò e ci lasciarono tornare a casa. Quattro o cinque che erano in età di leva furono trattenuti e arruolati nei Muti, noi prendemmo il traghetto sul Tanaro e andammo a casa. Si risolse con una grande paura ma fino all’ultimo tememmo che sti Fascisti col moschetto ci sparassero!
 Stimolato da Amedeo Rocca che gli dice: Contie quandi i Tedesch i ran déstacà o traghèt! RACCONTA QUANDO I FASCISTI HANNO STACCATO IL TRAGHETTO
Franco inizia:
A sì, lì a rè co stò béla! AH Sì Lì è ANCHE STATA BELLA!
Mio zio gestiva il porto di Barbaresco,il traghetto che serviva a trasportare persone animali e carri sull’altra sponda del Tanaro. Quello di Barbaresco era in località Paiùss, più a valle  c’era quello di Neive gestito dagli Agnelli Aurelio e Gidio e cugini Enrico e Gino. Un giorno arrivarono i tedeschi e slegarono gli ancoraggi del traghetto che così, in balia della corrente fu trasportato “an bèl poch a val an mès a Tane” (un bel po’ a valle in mezzo al Tanaro).Lo fecero perché non volevano fosse utilizzato dai partigiani per attraversare il fiume. Ricordo che lavorammo due giorni per ripristinare fune e traghetto. Inoltre fu un danno notevole per la famiglia poiché è vero che non lo utilizzavano i partigiani, ma neppure lo potevano prendere “particolar e négossiant che erano buoni clienti!







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