DOPO LA NAJA LA GUERRA D'AFRICA
MARENGO ARMANDO classe 1918A CURA DI BEPPE FENOCCHIO
Quando andai in Africa avevo già effettuato 16 mesi di
servizio militare poiché sono del 1918. Quando iniziò la Guerra io avrei dovuto
essere congedato,invece rimasi ancora sotto le armi fino al 1943. Rimasi poco
sul fronte Francese poiché quando noi dichiarammo guerra alla Francia la
Germania l’aveva già conquistata!(Nella
primavera del 1940, Hitler volse l'esercito tedesco contro la Francia, che in
poche settimane venne spazzato via. Il 10 giugno 1940, quando ormai la Francia
era allo stremo, l'Italia fascista di Mussolini dichiarò guerra alla Francia e
alla Gran Bretagna.)
Siccome ero nell’aviazione fui inviato a Cameri per un
mese e poi in Africa. Era un sabato e mi
ero cambiato per andare in Libera uscita a Novara ma fui convocato dal
Colonnello con altri quattro autisti, ci
disse che dovevamo partire subito e presentarci a Capodichino dove saremmo stati imbarcati per
la Somalia.
A
casa a salutare e poi si parte
Io e gli altri tre
ci guardammo e dicemmo:“Possibile! che r’obbio da andé an Africa sensa salutè i
nostri? “(Che dobbiamo andare in Africa senza salutare i nostri?” Eravamo uno
di Torino uno di Cuneo uno di Vicenza e mì ed Sini, Ci demmo appuntamento per
la Domenica a casa di quello di Torino (certo Bologna i cui genitori avevano
una tabaccheria all’angolo tra corso Vittorio e
corso Re Umberto). Io venni ad Alba affittai una bici da Talina ,tornai
a casa salutai ,dormii tre ore e ripartìi con Rico che doveva venire a far
visita a suo fratello Condo in Ospedale,presi il Pullman per Torino e arrivai
prima di Silvestro col ed Coni,è incredibile! Non mi ricordo di cosa ho fatto
ieri sera e invece mi ricordo nomi e fatti di stant’agn fa!!
D’ogni modo aspettammo quello di Vicenza,che arrivò alla
sera ,mi ricordo che andammo ancora al Cine e poi prendemmo il treno. Arrivammo
in forte ritardo a Capodichino ma tanto ,”pés che an Africa podivo nen
mandéne!!” La nave per la Somalia era già partita e il Colonnello ci disse
“bravi ! adesso vi sbatto in prigione!” Ci portarono in prigione e quando
furono le quattro del pomeriggio col ed Turin prese la panca e la sbatte sul
tavolo facendo un gran botto,venne l’ufficiale di Picchetto che disse : “sevi
mat? E lui rispose “va ben ra pèrson ma che ròbo da more èd fam?” (va bene essere in prigione ,ma non morire di fame!)
Sul "Conte Rosso viaggiavano 2.729 uomini dei quali 1.432 si salvarono e 1.297 morirono o furono allora dispersi.
La
scampiamo la seconda volta
A Tripoli rimanemmo circa un mese ed era già Natale! Rischiai subito di “laséie er
piume!” Ero sul camion( uno dei primi 634 a gasolio) di cui ero autista
e con un mio compagno guardavamo il Cappellano che stava preparando un piccolo
altare .Vedemmo arrivare un aereo e il mio amico disse “ oh guarda è il
Postale!” O sì bèica er Postal! Era un
aereo inglese ! iniziò un bombardamento! , arrivò tutto lo stormo e fu il finimondo! Subito “son piantame” nelle buche scavate per camminamento poi
scappai perché dissi : “Si indrinta s’ìi ruva na bomba son bele sotrà!”Qui
dentro se arriva una bomba son sotterrato!
Fu terribile! Gli Hangar esplodevano e si piegarono “Er
colisse ed fèr chi son robuste eh!
Arrivarono a ondate successive poiché cercavano il nostro
stormo che era arrivato quel giorno all’Aeroporto Di Castel San Benito proprio
sopra Tripoli. Gli Inglesi volevano distruggere tutti quegli” Apparecchi”
fortuna che non erano stati messi negli Hangar!
Verso
Alessandria d’Egitto …in feu èd paja!
Dopo una quindicina di giorni andammo a Misurata a
preparare il nuovo aeroporto. Misurata si trova nel deserto e io con il camion
facevo servizio a trasportare i materiali e viveri dal porto. Avevamo gli aerei
più moderni che possedeva l’Italia, i Macchi 200 ,erano i primi con il carrello rientrabile. Da Misurata
partirono per molte azioni ma “Bèica er stoire! Ran tacò a bombardéne,e tute èr
not i vnivo a sopatène!” (Iniziarono a bombardarci e venivano tutte le notti a
scrollarci!) Allora il campo di aviazione fu spostato ancora più nel deserto,
da lì avanzammo un po’dopo Tobruk fino ai confini dell’Egitto ma fu “in feu èd
paja nèh!” perché gli Inglesi ci fecero “arcuré” (Arretrare) spianando Misurata
,oltre Bengasi e fino al deserto della Sirtica .Qui si fermarono perché
temevano il deserto e così noi potemmo riorganizzarci,ma arrivarono anche i
Tedeschi in nostro aiuto neh! Loro avevano dei grandi carrarmati, i nostri in
confronto non erano niente! Il problema grosso erano i rifornimenti,poiché le
navi che provenivano dall’italia venivano affondate e allora andavamo a
rifornirci di benzina e gasolio in Tunisia che ormai era occupata dai Tedeschi.
Ricordo che percorrevamo quasi mille chilometri per
andare in Tunisia a caricare il carburante e ne occorreva veramente tanto tra
aerei carrarmati e mezzi di trasporto!
Si riuscì nuovamente ad avanzare fino ai confini con
l’Egitto ma il sogno di Mussolini di entrare ad Alessandria d’Egitto con il
cavallo bianco non si realizzò. Gli Inglesi sapevano astutamente arretrare
senza perdite di uomini e mezzi ,invece noi perdemmo quasi due battaglioni di
bersaglieri! Se ne salvarono proprio pochi! Quella non era una guerra da
combattere con la baionetta,bensì con i mezzi meccanizzati! Mussolini rimase
più di un mese ad aspettare che si avesse la possibilità di entrare ad
Alessandria ma “roma pà faira!” (non ce l’abbiamo fatta!) La Propaganda Fascista aveva arruolato tanti
ragazzi di 16 17 anni che furono portati in Africa allo sbaraglio. Ricordo che
“favo compassion”(facevano tenerezza!), destino volle che incontrassi Gostino
un giovane del mio paese che inviato al fronte contro l’Esercito inglese fu tra
i pochi che rimasero sbandati facendo 100 chilometri a piedi nel deserto.
Quando lo rividi quasi non lo riconoscevo più! Siccome non sapeva cosa fare lo
condussi con me, lo rifocillai e gli consigliai di presentarsi a un comando,fu
la sua fortuna poiché ritornò a casa con la nave Ospedaliera mentre io rimasi
là quasi un anno ancora!
Un’altra
bella storia!
Stavo aspettando che il serbatoio di acqua dolce che
avevo portato alla Concessione Volpi si svuotasse e osservavo due Aerei S88 che
avevano portato i viveri dall’Italia .Mi avvicinai ad un Colonnello che
conoscevo bene(di Asti) e gli chiesi dove andassero quegli aerei,lui mi disse
“vanno in Italia,vuoi andarci anche tu?) Io pensai scherzasse,ma lui
ribadì.”Vai a prendere la tua roba che tra poco si parte! Mollai tutto corsi in
camerata e lo dissi ad altri e salimmo su sti aerei.L’unica paura era di essere
abbattuti, ma la voglia di tornare era talmente tanta che rischiai! Un Capitano
mi disse “abbiamo poco combustibile ma fino in Sicilia dovremmo arrivare!
Quasi al termine del carburante ,atterrammo nel bel mezzo
di un bombardamento, non diedi il tempo all’apparecchio di fermarsi che mi
buttai con la borsa “ed coram” (di cuoio) e così fecero i miei
compagni,scavalcammo l’alta rete dell’aeroporto e non sapendo dove eravamo
salimmo su dei camion militari che andavano a Catania. Era quasi buio ed
eravamo a digiuno dal mattino.Trovammo una piola che aveva solo formaggio pane
e 2 fiaschi di vino,Mentre ci rifocillavamo suonò l’allarme e l’oste con la
famiglia corse nel rifugio antiaereo ,lo disse anche a noi ma “ròvo già beivu
an poch e soma fregasne der bombardamènt! Non siamo andati e anzi ci siamo
addormentati sui tavoli! Al mattino l’oste ci trovò ancora lì e commentò:
“almeno loro hanno dormito!”
Natale
1943 ra vita … a variva manc na canson
Tra un bombardamento e l’altro arrivammo a Messina e poi
a Napoli e quindi rientrammo in Caserma a Cameri. Fui inviato all’aeroporto di
Caselle da dove con l’8 Settembre me ne tornai a casa dopo due anni e mezzo di
Africa, evitando i posti di blocco tedeschi. Vidi ancora tanti fatti atroci e
posso dire che fu un periodo veramente drammatico. “tra partigian e repubblican
e tedesch èt capivi pì gnènte! Si
uccideva con una facilità incredibile e ra vita a variva manc na cansòn! (e la vita non valeva nemmeno una canzone
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