mercoledì 3 settembre 2025

CARDINO LIBERO NEIVE 1923

 









MOGLIE Luigina Roagna

 

CARDINO LIBERO Neive 1923 2015 DI Gepin e Macco Irma

Libero è nato ai Macolin, un gruppo di cascine in fondo alla Borgata Balluri di Neive. Dal suo cortile mi dice “ da sì voghima èr mar!” (da qui vediamo il mare!) e mi indica con il bastone l’ampia ansa che effettua il fiume Tanaro laggiù tra le albere. Gli mostro una fotografia di mio padre sul Guzzino e subito ricorda: “Catro sì Michelino,  e ti, quante vote ro piate an brass!” (Ecco Michelino! e tu, quante volte ti ho tenuto tra le mie braccia!).È trascorso tanto tempo, e Libero indicando le ginocchia dolenti sospira” Noi abbiamo lavorato troppo! “ Lo dice ma non è convinto. La conferma che vorrebbe ancora svolgere del lavoro sta nelle parole della nipote Cinzia:” Dobbiamo nascondergli le chiavi del trattore, altrimenti si sentirebbe di andare nel noccioleto!”

I MAESTRI  LA SCUOLA E LA PASTURA NEI Gorèi

Andava a scuola a Neive “antèr pais”(Nel paese), lui e i suoi compagni  percorrevano i due chilometri per andare a scuola, tornavano per pranzo e nuovamente a scuola. Ricorda di aver avuto parecchi insegnanti: il Maestro Balbo, il Maestro Gallo, il Maestro Cigliutti, la maestra Natassia che veniva da un paese di montagna vicino a Mondovì e ancora la Maestra Bordino.

Fin dai primi anni di scuola Libero tornava alle 16 e - < Piava tre o quatr vache e séz o sèt fè>(prendevo le quattro mucche e le sei o sette pecore) e le portava <an pastura antì gorèi> al pascolo sulle sponde del Tanaro dove vi sono ancora oggi le piante di “gora”(salici). Aveva sempre il libro “sota r’asselle” (sotto il braccio), e mentre gli animali pascolavano lui studiava. A quei tempi da tutte le cascine del circondario, Balluri, Bordini, Albesani si portavano le mucche nei gorreti del Tanaro. C’erano circa ottanta o novanta mucche che pascolavano lungo il Tanaro, pagavano l’affitto al Comune. Le mucche erano valide come i buoi e le utilizzavano per tutti i lavori. Andò a scuola fino in quarta classe poi, il giorno che morì suo padre disse al Maestro Balbo:

 -< Doman vèn pì nèn a scora!> (domani non vengo più a scuola!> Doveva lavorare per “fé andé rà cassina> (per tirare avanti la cascina). La mamma svolgeva il lavoro di sarta e produceva le tome da vendere, toccò a lui farsi carico del lavoro nelle vigne e nei campi. Per un po’ di anni lui e la mamma tennero il sistema del papà.

                          

 A VENDERE LE UVE

              


                            

 

 Si portava a vendere l’uva ad Alba, tutte le piazze erano piene di “carton”(Carri) con “j’arbi”(navazze) piene di uva. A Neive e Alba vi erano tanti “Sènsàl “(Mediatori) e Libero ricorda Gepo Terranino, Giacon Tognin e Carlucio, Centin Vacca, Gioaninèt ma lui era molto amico con Leonin Giacosa. Se però volevi guadagnare un po’ di più portavi il carro in piazza e aspettavi i compratori che venivano dalla pianura di Fossano, Savigliano, Saluzzo.

Libero dice che iniziò a portare le uve in piazza che aveva ancora i pantaloni corti. <èm piava in piazì!>(Mi divertivo!>. Caricava il contenuto di una “bonza giusta èd 90 miglia”(una botte di novanta Miriagrammi) dentro all’Arbi e col carton trainato dalla mula si recava ad Alba per effettuare tre Mercati alla settimana.

                     I PARROCI DI NEIVE

Chiesa di San Gervasio


Libero ricorda i Parroci della sua infanzia che si recavano tutte le Domeniche alla Chiesetta di San Gervasio per celebrare la Messa. Don Tarditi, con i grandi zoccoli, lo si sentiva arrivare da in casa, Don Gallo era quello che “on fava ra dotrina”( ci faceva il catechismo), e ancora ricorda Don Bollano.

         

                                 Don Moriondo

    DON BOLLANO                                       DON GALLO

         


DON BOLLANO

                       


  DON TARDITI

RICORDI DELLA GUERRA

In tutti gli angoli vi erano nascondigli, vi erano camere sotto terra.

Quando qui ai Balluri vi fu il rastrellamento io dormii!-rimasi una notte su di un salice. I salici venivano “copà”potati e sarà stato ampio due volte questo tavolo. Era situato di fronte alla Chiesa di San Gervasio.

Qui era un inferno, i nazifascisti giravano casa per casa a cercare i partigiani e prelevavano giovani e uomini.

Fuggii a Magliano Alfieri da mia sorella e potevo starmene tranquillo, ma non lo ero e pensavo sempre a mia madre e alla casa, così una notte feci ritorno. Aprii lentamente “na girosia”(persiana), per vedere se tutto era a posto ed ebbi la sorpresa di notare due “ufficiali tedeschi” che dormivano in cucina, stazionarono una settimana a casa nostra. A quel punto richiusi piano la persiana e ripresi la strada per Magliano.

Nella nostra stalla, una sera rinchiusero 47 giovani rastrellati partendo da Castagnole Lanze. Si resero conto che tra gli animali e il posto ristretto sarebbero morti, e allora li trasferirono alla “Creusa” da Nando, poi furono tutti deportati in Germania.

DEVIATO QUEL LANCIO

Un aereo sorvolò la nostra zona e avrebbe dovuto effettuare un lancio per i partigiani che avevano la base qui sotto. Improvvisamente però, quando fu dalla galleria ferroviaria fu deviato da segnalazioni di qualcuno che avendo conosciuto i segnali fece sganciare in un’altra zona. Fu un gioco da ragazzi asserire che l’aereo aveva sbagliato il lancio. Corsero ad avvisare di andare a ritirare i bidoni con i materiali! Peccato che altri bidoni, quelli con i soldi, erano stati prelevati e nascosti. Fu la fortuna di qualcuno! Ormai son tutti morti.

Qualcuno però li vide, ma non parlò mai!

Cinzia: Raccontagli di cosa succedeva al tuo nonno quando andava per tartufi.

Libero: io non diedi mai interesse per quei fatti, ma èr parin raccontava che quando partiva per tartufi e passava davanti al Cimitero, gli appariva un gatto nero che lo accompagnava, il cane si nascondeva tra le sue gambe impaurito. Siccome il cane era disturbato da questa presenza diede una bastonata a sto gatto e questo sparì. Ma non lo uccise neh! perché non esisteva! Eh una volta avevano tempo per raccontare queste storie! Oggi non c'è più tempo! 😏 Dicevano ci fosse Marieta 'd Bona madre di Fredo che aveva èr libr dèr comando! Cinzia: < lo hanno ancora trovato nella casa vecchia! >

Libero: iera co Pietro do Lanternin che dicevano fosse un mascon. Faceva apparire un agnellino davanti al cavallo di parin che si arrestava. Succedeva sempre quando passava davanti al Cimitero! A me non successe mai, e pensare che passai tante volte andando per tartufi.

Libero: Da bambino partivo da solo e andavo a salutare "Michelone Portoné del traghetto di Barbaresco. Era un uomo che sarà stato alto più di due metri, fece sempre il traghettatore. Io gli portavo un po' di caffè e lui era contento.

 


 

 

 






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