Gatto Emilio Arguello 1935 di Marenda Delfina e Marcello
Nel 1940,
quando Emilio aveva solo 5 anni, mamma Delfina morì. Poco dopo il funerale, il
padre gli disse che lui non lo avrebbe tenuto a casa e gli cercò un posto dove
andare. La famiglia del Cavalier Secco Cesare e Vigia di San Micé sarebbero
stati i suoi ”padroni”. Gli disse di andare da Vigia che già era stata
contattata per assumere Emilio da “servitò”. Milio se ne partì a piedi e
raggiunse San Micé dove sarebbe rimasto fino in età scolare. Nella famiglia
Secco vi erano già dei figli e la mamma lo accolse come un altro suo figliolo.
VIGIA CAV. CESARE SECCO
Con Michele
e Giulio, Emilio svolgeva i lavori di campagna, nelle vigne e nei campi, era
come un gioco, anche se faticoso. Infatti, zappare o falciare o accudire gli
animali della stalla e “ andé dvan ai beu” non erano lavori leggeri.
Foto
archivio Roberto Castagnotti
Divertente era portare al pascolo le pecore con Michel e Giulio!
Un anno
trascorse in fretta e venne il tempo di frequentare la scuola. Tornò a casa in
paese e trovò la maestra che era diventata la compagna di suo padre. Fiducioso
che la “mamma Maestra Ghistin” lo avrebbe favorito un po’, iniziò la prima
elementare. Dopo pochi giorni, la maestra anzichè condurlo a scuola gli procurò
otto pecore e gliele affidò. L’incarico di pastorello non gli permise di
frequentare la scuola e dovette rinviare la poca preparazione scolastica al
Corso serale che frequenterà quando avrà 18/19 anni.
Gruppo della Scuola serale ad Arguello con Maestra
A otto anni, il padre e la maestra lo
sistemarono da sèrvitò a Sinio e poi a Montelupo Albese e ancora ai Giamesi
dagli Adriano. Furono anni di lavoro pesante che forgiarono un ragazzo che non
ebbe il tempo di conoscere l’affetto di una famiglia nè le tenerezze di una
madre, si adattò ad accettare il lavoro, i rimproveri e le fatiche come il destino
della propria vita. Raccontò che fortunatamente trovò sempre persone che lo
trattavano abbastanza bene, anche se con la scusa che i tempi erano duri
tendevano a sfruttarlo facendolo lavorare molto e dandogli poco da mangiare.
Ricorda che a Sinio dopo una fetta di polenta e un pezzo di toma per pranzo, lo
incaricarono di andare a svolgere un lavoro, mentre la famiglia rimase a
tavola. Lui dopo poco, con la scusa di aver dimenticato il “bertin” tornò in
casa e li trovò che stavano mangiando il pollo. Quello sgarbo fece si che Milio
se ne andasse per “Giustesse” (sistemarsi) da Carlin Adriano dei Giamesi di
Arguello.
Mariolin di
Sinio il “suonatore”
Emilio è un ottimo testimone della Memoria. Ricorda il
suo cugino Caduto in Russia ed ha fornito le foto che permettono di
Onorarlo, con la sfortunata mamma e sorella.
<Figlio di Gatto Luigi,fratello di Onorio(Celin)
mio padre e di Imerito Elvira. partì per la Guerra e inviato in Russia fu dato
Disperso .
La mamma Elvira che era stata abbandonata con due
figli in tenera età dal marito andato in America a “Cercar fortuna” soffrì
molto per la perdita della figlia giovane e rimase nell’attesa del ritorno del
figlio Giovanni.
Il cugino Gatti Mario, anche lui in Russia, ritornò grazie all’aiuto di una famiglia russa . lo ospitò e curò il principio di congelamento permettendogli di riprendere la marcia durante la Ritirata. Mario dovette spegnere ogni speranza della mamma di Giovanni poiché rivelò la triste verità: aveva visto letteralmente “saltare in aria e andare in mille pezzi” i prigionieri in un capannone tra i quali vi era anche il cugino.
Mamma Elvira con i due figli
Mamma Elvira in preda ai grandi dolori per le morti
dei figli ricevette anche una lettera dal marito in America. Le chiedeva di
inviargli soldi per poter acquistare un biglietto per la nave del ritorno. Non
potè inviare nulla poiché la malasorte si accanì ulteriormente con lei, la
povera casa dove abitava andò a fuoco. In preda alla disperazione lasciò
Arguello e di lei non si seppe più
nulla. Anche Luigi Gatti non tornò dall’America e non si ebbero più sue notizie.>
GATTO GIOVANNI ARGUELLO 9/2/1922
ARGUELLO (CN)
Operaio
FFAA Regie DIV
SIENA 341^ RGT FANTERIA
SOLDATO
GERMANIA il
18/03/1945
Maestra del Corso scuola serale presso lavatoio di Arguello. Emilio: < dopo tanto tempo venne una volta a salutarmi….ma era ormai anziana!
seminavamo fagioli !
EMILIO: trasporto fagioli dalla “Scaffa”
Ballerini su ballo a palchetto
Emilio: <Questo è l’accesso
al Crotin che mio padre Celin utilizzava quando aveva l’osteria di Arguello
proprio qui sopra. Vi erano dei personaggi che amavano cantare e non si
decidevano mai di andare a casa. Per non disturbare chi giocava a carte li faceva
scendere nel Crotin e così potevano cantare quanto volevano.
Il POZZO di tutti gli Arguellesi.
Emilio: <Profondo 15 metri.
L’ultima volta che fu da pulire, avrò avuto 18 o 19 anni, calarono me dentro un
botal (BOTTE). Nessuno sarebbe sceso!>
Emilio: < Costruii questo voltin per ripararmi poiché a volte arrivavano certi temporali che non ti davano il tempo di tornare a casa.
La Domenica si guarda giocare al balon
ETTORE MILIU GIANCARLO
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