sabato 19 luglio 2025

RIVETTI SERGIO 1935 CASASSE DI NEIVE

 


RIVETTI SERGIO CASASSE DI DI NEIVE 1935





                    Viecca Rosa        Rivetti Oreste


RIVETTI ORESTE NATO NEL 1900 in frazione Casasse di Neive sposò VIECCA Rosa nata nel 1904 nella frazione poco distante denominata “VIECCA”. I Rivetti di Casasse ebbero origine qui, a Casasse. Erano tre fratelli e tre sorelle: ONORINO fu il più grande e combattè la guerra del 1915 18 

ORESTE 1900 evitò di poco la guerra e fu ancora inviato a pattugliare a Schio -GIOVANNI(GIOANOTO) 1903- PALMINA 1914 mancata nel 2017 a 103 anni Sposò CAVALLO( DOI E MEZA) –LUIGIA (VIGIOTA) Sposò VIGIN CAVAGNIN DI NEVIGLIE,  CATERINA sposò il fratello di Dario Arossa il Partigiano “Caccia” e furono genitori del Dottor Alvise che lavorò a Torino.

Dalla parte di mamma erano tre sorelle Rosina mamma di Sergio, Pierina del 1916 non si sposò e rimase fin da ragazzina come (Serventa)donna di servizio dai Conti De Maria a Neive, Pasqualina si sposò a Cavallermaggiore, e ancora vi erano Mario che andò in Russia e tornò con i postumi del congelamento ai piedi (fu impiegato a Torino alla Michelin) e Vigioto (padre di Carla )  che rimase ai Viecca.

A lavorare la campagna rimase solo Oreste con il figlio Sergio, mentre i due fratelli andarono a Torino . La casa paterna di GIUSEPPE( Pinolin) fu divisa in tre parti ai tre fratelli alla morte del padre e la parte ereditata dalla figlia CLARA di ONORINO detto “NORATO” fu venduta a Silvia (figlia di Sergio) cinque anni fa, l’altra parte di casa dello zio Giovanni fu rilevata da Sergio quando ritornò da Torino con il pensionamento.

Originariamente vi era una cucina e un cucinino con due camere sopra, la cucina era collegata tramite una porta alla stalla con fienile sopra e letamaia davanti. La costruzione della Cascina di fronte fu il terzo blocco che andò in eredità a Gioanoto e poi rilevato da Sergio. Sergio ricorda che dove siamo noi ora vi era la stalla con cucina adiacente affinchè fosse riscaldata, dalla cucina si accedeva alla scala in legno che conduceva alle due camere da letto. A piano terreno vi era  “ra sara” la sala e “èr grané” Il granaio.

Nel 1957 all’esistente portico, il padre di Sergio Oreste spese un milione e fece costruire la stalla per suo uso.

"RA RAZON DRA CORT"

Ernestina (suocera di Michlin ), la vicina, aveva il Diritto di Passaggio e di fermata nel cortile e in un primo tempo concesse a Oreste di realizzare un pozzo, poi quando lo ebbe realizzato glielo fece chiudere. Il padre raccontava “roma picà per doi invern e peu roma doviro saré!” (lavorammo con il piccone per due inverni poi ce lo fece chiudere) Questa era proprio un po’ “barivela” bizzarra. Era vedova e andò a La Spezia, si mise con uno (forse un prete) che la consigliò!

IL BOMBARDAMENTO A “RA STASSION” NEIVE BORGO NUOVO

NEL 1945 IL VENERDì SANTO eravamo andati alle Funzioni in Chiesa, quando sentimmo gli aerei fuggimmo a nasconderci nella galleria ferroviaria. Mio padre sentì il bombardamento e si precipitò per venire a cercarci. Spaventatissimo ci trovò che uscivamo dalla galleria e vedemmo i morti che erano rimasti colpiti perché avevano tentato di raggiungere casa propria, come la mamma di Romano Levi, e Pietro Toso e gli altri che si erano trovati allo scoperto.



Nella foto prima della divisione si vede dietro il granaio con “re frà” l’inferriata e tutta la famiglia Rivetti.

Nonna Rosa, Sergio, Franco (il marito e la figlia Nedelia di Gioanoto(accoccolato) con la moglie della Valle Talloria), Serafino Arossa (fratello di Dario “Caccia”) con il figlio Dott. Alvise e la figlia.

Grazie Sergio di Casasse di Neive,  Giuseppina di Rodello che con Silvia mi avete permesso di conoscere storie di personaggi delle vostre famiglie e così di ricordarli e ONORARE LA LORO MEMORIA!

 PINOLIN ORESTE DEL 1900 ROSIN di Viecca DEL 1904, NORATO,GIOANOTO 1903, PALMINA 1914 2017, VIGIOTA E VIGIN ‘D CAVAGNIN, CATERINA, Pierina 1916, Pasqualina, Mario Reduce di Russia, SERAFINO FRATELLO DI “CACCIA”, IL DOTTOR ALVISE AROSSA , ERNESTINA, I VICINI Bindello genitori di Serafino "Caduto" in U.r.s.s. e Silio Marasso.Qui da noi si fece la fame! Avevamo due pecore e una capra e poca terra. Mangiavamo gran polenta e toma.Per evitare che la Polizia Annonaria che era al seguito della “machina da bate èr gran” la trebbiatrice e requisiva gran parte del grano, se ne nascondeva un po’ sulla cascina e lo si batteva con una cavaglia per poi portarlo a macinare al Mulino Rosso lì sul Tinella. Terminata la quinta fui “gistà” sistemato da vaché a Cavallermaggiore. Rimasi due anni poi andai da servitò a Castagnole poi un anno qui vicino da “Minin”. Con i primi soldi che portai a casa da Castagnole mio padre acquistò un vitello poi una mucca e pian piano arrivammo ad avere quattro o cinque animali. Io e mio padre si continuò ad andare da manovali svolgendo i lavori che trovavamo. Lavoravamo dalle cinque di mattina alla sera col buio per poco o niente. Mia sorella terminate le scuole andò da “serventa” presso la farmacista Tota Pregno di Costigliole e vi rimase finchè si sposò.

La famiglia di mio padre fu l’unica che rimase in campagna. Le sue sorelle quando furono in età da marito andarono ad abitare alla “stassion” di Neive (Borgonuovo) perché dovevano trovare un “buon partito. E fu così!

Voglio raccontarti la storia di mio padre e della sua famiglia.  Come già detto lui fu l' unico che rimase in campagna con il nonno Pinolin. I suoi fratelli e sorelle andarono tutti, chi a Torino chi spose con artigiani o commercianti.  Mio padre e mia madre misero su famiglia  qui con il padre che comandava e non li considerava. Mia madre e mia nonna non si sedettero mai a tavola. Pinolin  quando entrava in cucina buttava il cappello e loro dovevano essere pronte a prenderlo e a servire il padrone! Pinolin aveva un occhio di riguardo per i figli che avevano avuto il coraggio di andare a vivere nella città. Questi arrivavano ben vestiti, con la Vespa e poi con l'automobile e l'omaggio di un etto di caffè e facevano si che aumentasse l'apprezzamento per loro. A mia sorella dava un pezzo di caramella e alle cuginette di Torino ne offriva due o tre! Quando venne il tempo della divisione dei beni  le sorelle pretesero la "legittima" da mio padre mentre gli altri fratelli avevano tranquillamente avuto la loro parte! Mio padre aveva ereditato la terra che aveva sempre lavorato e non aveva soldi per liquidare le quattro Mila lire alle sorelle e così dovette indebitarsi! Io che avevo assistito a tutte queste ingiustizie dopo anni di fatiche da servitò e manovale di campagna, quando tornai dal Servizio militare non volli più sentire parlare di campagna e me ne andai a cercare lavoro a Torino. Partivo al mattino e tornavo alla sera. Un giorno girando per via Fabrizi incontrai la zia Fina che insistette affinchè rimanessi a dormire da loro. Rimasi stupito poiché avevano una camera sola a pianterreno dove svolgeva la sua attività di “maglierista- majera” e dietro un ripostiglio dove vi era una poltrona sulla quale dormiva zio Onorato e un lettone dove dormivano lei il marito e le bimbe e fece dormire anche me! Tornai a casa e considerai che la nostra famiglia pur non avendo grandi risorse viveva in modo molto più decoroso.  

Sergio con i nipotini


 








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