BALBO RENZO RICORDO DI PARTIGIANI
25 aprile 2012 a Valdivilla
Renzo iniziò:
< Ringrazio quello che resta
della seconda Divisione Langhe:
il figlio di "Binda" di Perletto
Valle Uzzone
"Tito"
"Tito" Persico Gualtiero, veniva dall’alta Valle Bormida ma è finito Autonomo. È stato uno dei più fervidi “Comunisti” della II Divisione Langhe Autonomi militari “Mauri”. Sempre difeso da tutti, perché c’era molta gente che voleva “fargli le scarpe” e a quei tempi voleva dire tagliargli i piedi per prendergli le scarpe.
Meghi, che ha rappresentato il
“Punto di Incontro, di coraggio. Nella sua casa posta sul bivio a Lequio Berria
tra Benevello e Diano d’Alba. Lei ha rappresentato tutto per II Div. Langhe.
Ha rappresentato la Bellezza
Partigiana, la bellezza “austera” “Lassmé sté!” lei dice “così bisognava
essere!”
Il figlio di Castrone
“Solente”. Dormii con tuo padre allo Scorrone per tre mesi. Tra tuo papà e "Rossin" Pancrazio. Pancrazio che voleva vedere Mauri e quando venne in visita
alla Squadra del “Grigio” non potè andare perché io gli avevo rubato i
pantaloni ed era in mutande! Mi detestò per tutta la vita!
CASTRONE LUIGI 30/05/1922
COSSANO BELBO (CUNEO) -
CONTADINO ESERCITO Arma GUARDIA ALLA
FRONTIERA
Nome di battaglia SOLENTE Prima formazione CDO 2° DIV
LANGHE Dal 15/11/1943 Al 01/05/1944Grado conseguito
CAPO NUCLEO Dal 15/11/1943 Al 31/12/1943Seconda formazione CDO 2° DIV
LANGHE Dal 18/07/1944 Al 08/05/1945 conseguito
COMANDANTE
SQUADRA Dal 01/01/1944 Al 31/12/1944
COMANDANTE DIST Dal 01/01/1945 Al 08/05/1945
CARMINE JOHN
Poi c’è John che rese possibili materialmente
molteplici combattimenti. L’uomo che ha gestito il parco macchine e camion
della II Divisione Langhe.
L’unico che si intendeva di motori e che sapeva
guidare perfettamente auto e camion.
Vi racconto anche questo: una delle due signorine
Colla che venne ad avvisarmi di scappare perché la milizia mi cercava, mi disse
anche che il comandante dei cacciatori degli Appennini, quello che organizzò il
rastrellamento e strage a Bricco di Neive del 16 agosto, arrabiatissimo le
confidò: <se non fosse stato per un lavativo che guidò la macchina come un
pazzo, Balbo lo avrei avuto steso già da tempo!> Quell’autista pazzo era Angelo Carmine
detto John. Guidava una 1100 cabriolet che al posto dei parafanghi aveva due
assi.
ROSSELLO RENZO
Renzo Rossello Partigiano “Foco” è il Testimone di
quanto successe alla Caserma Govone di Alba all’otto Settembre 1943. Lui si
salvò perché rimase chiuso alcuni giorni in uno stanzino, ma quando uscì vide
tanti cadaveri in grigioverde gettati sul letamaio.
NANO ORESTE
Il testimone dell’Eccidio del Topiné ( Pilone del
Chiarla sette giovani trucidati) Oreste Nano “Ornan” della Polizia Partigiana
che ricorda il padre dei fratelli Rivera che diventò con i capelli bianchi di
colpo quando vide i corpi straziati dei suoi figli. Ricordò anche la
testimonianza di un giovane del Brich do Giola tornato dalla Russia che disse:
< li vidi come li uccidevano, uno li teneva per il colletto e l’altro gli
sparava in fronte, poi li gettavano nello rian>
A Nano noi partigiani rubammo la moto che aveva
nascosto con cura in un crotin. Ma alla fine della guerra gliela abbiamo ridata!
Voglio ancora ricordare il Comandante Paolo qui
rappresentato dal figlio Oscar. Io ho sempre voluto bene a Paolo che fornì i
prigionieri tedeschi per lo scambio con mio padre Umberto che da 8 mesi era
prigioniero e marciva negli infernot delle Nuove di Torino. Fu sottoposto a due
false fucilazioni da parte delle SS naziste. Volevano che scrivesse una
dichiarazione di resa di GIOVANNI Balbo “Pinin”, suo fratello, poi ucciso qui a
Valdivilla, di suo nipote e di suo figlio
Adriano. Mio padre tranquillamente sempre si rifiutò.
Voglio ricordare
GIULIO CORDARA “SAINT ETIENNE"
Fu un Partigiano che non si tirava mai indietro.
L’ultima volta che mi trovai con lui, fu a Santo
Stefano Belbo, poco prima della fine della guerra, non aveva più il Saint
Etienne ma un Bren ed io gli portavo la cassetta con le munizioni
CORDARA GIULIO 10/08/1925 CANELLI (ASTI) -
MECCANICO
Forze armate ESERCITO Arma ARTIGLIERIA Reparto 19° BTG
ARTIGLIERIA CONTRAEREA
Nome di battaglia "SAINT Etienne" Qualifica ottenuta
PARTIGIANO COM 2° DIV LANGHE
Prima formazione FORM. GARIBALDI Dal 20/10/1943 Al
30/03/1944 Grado conseguito PARTIGIANO Dal 20/10/1944 Al 07/06/1945
Seconda formazione 16° DIV GAR Dal 31/03/1944
08/08/1944
COM 2° DIV LANGHE Dal 08/08/1944 Al 07/06/1945
FU ferito a MOMBARUZZO Data del ferimento 10/1944
Renzo
Balbo nacque a Torino nel 1930, ma la sua famiglia è originaria di Cossano
Belbo dove ha la casa ed è proprietaria di alcuni vigneti tra Cossano e Santo
Stefano Belbo. Il giovane Renzo a Cossano Belbo, durante la seconda guerra
mondiale, visse l’esperienza della guerra partigiana che vide protagonisti molti
esponenti della sua famiglia: da suo padre Umberto allo zio Giovanni Balbo,
famoso partigiano eroe caduto nell’imboscata tedesca di Valdivilla e cugino del
Comandante Poli ovvero Piero Balbo. Lo stesso Renzo venne utilizzato con
compiti di staffetta. La casa dei Balbo nel 1944 per rappresaglia venne rasa al
suolo dai tedeschi.
https://youtu.be/hWYgkrEI6rs che
nessuno osi toccare il Ricordo
https://youtu.be/HJkaWU6tlSc RICORDO GIOVANNI BALBO PININ
< Ecco perché vi è la necessità
di creare delle Memorie dirette. Occorre creare delle Memorie che accettino,
aldilà delle idee pre-costituite degli storici che ti dicono: “bè, in fin dei
conti la storia è stata quella e a seconda dei cassetti ognuno ci inserisce una
scheda che fa comodo”
Fare Memoria anche “demistificando”
la retorica della Memoria partigiana: <non tutti sono stati eroi- ma non
tutti sono stati vigliacchi- alcune azioni hanno avuto un buon esito, altre ne
hanno avuto poche…>
Però io voglio dire che in fin
dei conti, se nessuno si fosse mosso sarebbe stato molto peggio.
Inoltre voglio ricordare le
parole di mio zio “Pinin” al Comando di Castino. Dopo che si riuscì a liberare
mio padre dagli “infernot” delle carceri “Nuove” di Torino, dove rimase 8 mesi!
Zio Pinin disse a mio padre:< …varda Umberto che a finiss nèn sì, ma a
finiss a Roma> Guarda Umberto che (sta Resistenza) non finisce qui ma a
Roma!> Questa era l’idea di
Giovanni Balbo.
.
…..perchè vi è la necessità
che nessuno osi toccare quel Ricordo perché: <sul ponte di Cossano bandiera
nera, è il lutto dei Ribelli che fan la guerra, la meglio gioventù che va sotto
terra!
Al ponte di Cossano il Belbo
passa e l’acqua che vi scorre s’è fatta rossa.
Ma il giorno della riscossa
non è lontano, e voi fascisti ci rivedrete ancora con l’arma in mano.
Questo canto è nato nella mia
famiglia e nelle nostre zone sull’aria del canto degli Alpini della Cuneense.
https://youtu.be/njbp3a0UPMM?si=p6GGfj7Enxg66QRE
https://youtu.be/njbp3a0UPMM?si=p6GGfj7Enxg66QRE
Sul ponte di Perati
bandiera nera:
l'è il lutto degli Alpini
che va a la guera.
L'è il lutto della Julia
che va a la guera
la meglio gioventù[2]
che va sot'tera.
Sull'ultimo vagone
l'è l'amor mio
col fazzoletto in mano
mi dà l'addio.
Col fazzoletto in mano
mi salutava
e con la bocca i baci
la mi mandava.
Queli che son partiti
non son tornati
sui monti della Grecia
sono restati.
Sui monti della Grecia
c'è la Vojussa
del sangue degli Alpini
s'è fatta rossa.
Un coro di fantasmi
vien zo dai monti:
l'è il coro de li Alpini
che son morti.
Gli Alpini fan la storia,
la storia vera:
l'han scritta con il sangue
e la penna nera.
Alpini della Julia
in alto il cuore:
sul ponte di Perati
c'è il tricolore!
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