giovedì 24 aprile 2025

Valfré Alessandro Partigiano "Cicorin"

 








 Ora, grazie al Testimone della Memoria Marco Rivetti, nipote del Partigiano Valfré Alessandro “Cicorin” di Icardi Angela e di Antonio possiamo confermare i racconti effettuati circa la morte del Partigiano “Diaz”

 Il primo a raccontarmi dei fatti che videro cadere Romano Scagliola”Diaz” e altri fu il Comandante Pietro Berutti “Gino”

ATTACCO SU ALBA DEL 15 APRILE

       Alla presa di Alba del 15 Aprile, io ebbi l’incarico di sorvegliare con i miei uomini “Il sabotaggio del Molino Rizzoglio e della Centrale elettrica.” Comandavo la terza Colonna. Scendemmo da  Barbaresco e percorrendo le gallerie della ferrovia passammo sotto la galleria sulle rocche dove il Tanaro effettua un’ansa e vi sbuca il Torrente Cherasca. Lì davanti c’era il Seminario minore dove alloggiavano i fascisti. Noi arrivammo procedendo lungo l’argine che arrivava dal cimitero e passava dove ora c’è la rotonda e corso Torino. Sulla piazza del grande Peso Pubblico vi era una Torre dalla quale i repubblicani sparavano, ma noi riuscimmo a evitare i proiettili proteggendoci con la riva dell’argine, finchè giunse un piccolo carro armato che andò a girare dietro il vecchio campo sportivo e quindi alle nostre spalle e iniziò a effettuare una pioggia di fuoco. Fu così che dovemmo uscire allo scoperto e in quel frangente caddero colpiti  Valerio Boella Walter, Romano Scagliola Diaz, Marcello Montersino Giob, Solazzo Oronzo, Mereu Albino. Gino si mette le mani al viso e sussurra ”Abbiamo sbagliato tutto, ma eravamo giovani e inesperti e rischiavamo da incoscienti!”

Dal Seminario Minore sparavano, dalla torre del Peso sparavano, sparava il carro armato, a quel punto ordinai di fuggire e quando li vidi tutti al sicuro nella galleria ferroviaria, per ultimo, vedendo che i proiettili erano una pioggia nell’acqua della Cherasca pensai di rientrare attraversando il Tanaro sotto le rocche per arrivare da sotto a Barbaresco. Dove sfocia la Cherasca vi erano delle “Gore”(salici) e sapevo che sotto le rocche vi era “na roséla” (aquitrino di acqua corrente) dove avrei potuto attraversare il fiume. Con grande fatica percorsi il tragitto sotto i salici e un po’ piegato e un po’ a “Gatass”(a quattro zampe) arrivai dove c’era il porto di Barbaresco, attraversai con l’acqua alla gola, rischiando più di una volta di scivolare e di andare sotto.

Fui salvato da una ragazza(Adriana Alciati) sfollata da Genova  che viveva nel castello, vedendomi in difficoltà si tuffò e venne in mio aiuto. Ero stremato e riuscìi a salvarmi solo perché avevo ventidue anni, tanta forza e altrettanta incoscienza.

 

 

Boella Valerio “Walter”

e Montersino Marcello “Giob”

 

Il dieci Ottobre 1944, “Walter” aveva già partecipato alla prima occupazione di Alba e anche il 15 Aprile volle intervenire. Tutti i ragazzi fremevano all’idea di scendere ad Alba e liberarla definitivamente. La notte precedente, nessuno riuscì a chiudere occhio e anche Walter, che soffriva di ricorrenti emicranie, non riuscì a riposare. Tuttavia, al mattino, si presentò con un foulard attorno alle tempie e non volle sentir ragione, si avviò con noi e partecipò con vigore al combattimento finchè, esponendosi eccessivamente lo vedemmo cadere colpito in piena fronte. Toccò a me, in qualità di comandante, comunicare a Poli la perdita di Valerio e di Marcello. Anche Giob era un ragazzo che non aveva paura di niente e forse questo eccessivo coraggio gli costò la vita.

ONORE E MEMORIA PER IL PARTIGIANO Valfrè Alessandro “Cicorin”1924 di Icardi Angela e di Antonio

che con la testimonianza rilasciata al nipote Marco Rivetti mi ha permesso di ricordare tanti suoi compagni che combatterono e morirono per lasciarci un mondo libero!

Anche Anna Boella sorella del Partigiano Boella Valerio”Valter” dedicò un toccante racconto

Valfrè Alessandro Partigiano Cicorin era nel gruppo di “Diaz” Romano Scagliola, Giovanni Cardino “Johnny”, Rosso Gino, Rosso “René”, Rosso Giovanni “Tabù Lenin”,

PIERO BERUTTI “GINO” ALBA 1922 DI ABBA’ RINA E DEL FU CARLO

BOELLA VALERIO “WALTER” NEIVE 1925 DI VOGHERA CESARINA E DI CARLO               CADUTO

MONTERSINO MARCELLO “GIOB”VACCHERIA 1925 DI BIANCO ROSA E DI GIOVANNI    CADUTO

PALLADINO CARLO1923  DI LUSSO ADELAIDE e del Fu GIOVANNI

BASSO UGO ALBA 1919 DI BORDINO ANTONIA E DI MICHELE

MOZZONE MARIO 1921 BARBARESCO DI BOSIO MARIA E DI DAVIDE

ROCCA GIOVANNI BARBARESCO 1925 DI DEFORVILLE ANGIOLINA E DI BATTISTA

ARDITO VINCENZO GUARENE 1922 DI BRIGNOLO CAROLINA E DI MATTEO

BIGLINO FRANCESCO ALBA 1903 DI FU BOFFA GIUSEPPINA E DEL FU GIUSEPPE

ORCO LUIGI BARBARESCO 1925 DI GAIA MATLDE E DI PIERINO

ASOLA RENZO NEIVE 1929 DI BARROERO PIERINA E DI MICHELE

ALATI GIORGIO CUNEO 1925

MUSSO MARIO BARBARESCO 1926 DI GABUTTI TERESA E DI SISTO

CONTI GIUSEPPE BARBARESCO 1924 DI ASSOLA ROSA E DI GIOVANNI

GIACOSA RICCARDO BARBARESCO 1926 DI VOGHERA FRANCESCA E DEL FU CLEMENTE

GIUNTA VINCENZO LEONFORTE ENNA 1924 DI RESICATO GIUSEPPE E DI CARMELO

ZAMBINO ANTONIO FAVARA AG 1922 DI SCHIFANO ANGELA E DI ANTONIO

MANCARI GIUSTO TORTORICI 1921 DI VITANZA SARINA E DEL FU SEBASTIANO

CASTELLI GIUSEPPE CAMPOBELLO DI LICATA AG 1922 DI SPAGNOLO ANGELA E DI SALVATORE

PORRO MICHELINO CORTEMILIA 1925 DI GALLO GIUSEPPINA E DI LUIGI

DELLAPIANA PAOLO BARBARESCO 1922 DI PESCARMONA MARIA E DEL FU DOMENICO

PASTURA VALERIO NEIVE 1926 DI FARRO CECILIA E DI GIOVANNI

ASOLA ELVIO NEIVE 1926 DI BARROERO PIERINA E DI MICHELE

BOSIO PASQUALE BARBARESCO 1922 DI MALLARINO ENRICHETTA E DEL FU NATALE

ROCCA PIERINO BARBARESCO 1924 DI AIMASSO MARIA E ONORATO

SIBONA RICCARDO BARBARESCO 1924 DI RIVELLA CAROLINA E DEL FU PASQUALE

BERUTTI GIORGIO VACCHERIA 1917 DI BATTAGLINO EMILIA E DI GIUSEPPE

CASTAGNO PIETRO VACCHERIA 1921 DI CANE PAOLA E DI GIUSEPPE

PALLADINO FRANCESCO VACCHERIA 1925 DI QUASSOLO TERESA E DI ANTONIO

CRAVANZOLA MARIO VACCHERIA 1924 DI VEGLIO ROSA E DI ANTONIO

SIMONINI ALDO GRUPPO DI ROGNONE 1923 DELLA FU MARIA MALINGAMBI E DEL FU FERNANDINO

NICOSIA GIUSEPPE RAFFADALI AGRIGENTO 1924 DELLA FU SICURELLO LUIGIA E DI CALOGERO

Che dopo aver dormito niente la notte tra il 14 e il 15 aprile 1945 si avviò chi per la galleria chi per strada, per raggiungere Alba e riprenderla!

Furono “una moltitudine di figure scure che scivola nel buio verso il piano….” Che prese posizione utilizzando come trincea, alcuni argini ed un canale di scarico. Appostati lungo il fiume attesero l’ordine di attaccare, ma facendo giorno decisero di avanzare allo scoperto. Dalle postazioni dei repubblichini  furono visti e iniziò una terribile sparatoria. I partigiani cercarono di proteggersi scivolando bassi dietro l’argine ed il muro di recinzione del Campo sportivo. Alessandro “Cicorin” sentì “Diaz” che diceva di essere stato colpito. Con “Johnny” ed altri cercarono di aiutarlo, ma questi disse loro di andare avanti e di venirlo a prendere dopo. Obbedirono al loro Comandante e a malincuore procedettero sotto quella pioggia di proiettili che si faceva sempre più intensa. Sulla piazza sovrastante il Campo e il fiume, come raccontarono “Gino” ed altri apparve un carro armato che iniziò a produrre una scarica di proiettili che obbligò i Partigiani a decidere di cercare di raggiungere la riva del Tanaro per proteggersi con la sponda. Fu durante quel ripiegamento che molti procedendo a zig zag allo scoperto furono feriti. Valfré “Cicorin”, raccontò di aver visto “Valter” Boella girarsi per sparare e superare l’argine, ma fu subito colpito in fronte. Anche lui come “Jonny” ricordò che si voleva portare in salvo anche Diaz, ma lui non volle e ordinò ai suoi uomini di mettersi in salvo. Gli legarono un fazzoletto per fermare il sangue dell’arteria femorale e gli realizzarono una protezione scavando una nicchia con le mani

Alessandro “Cicorin” e Rosso Giovanni “Tabù Lenin” furono anche feriti ma tornarono con gli altri alla base e riferirono ai padri dei partigiani che Diaz era gravemente ferito e Valter Caduto. Questi con “Celo” papà di Diaz e Carlo Boella padre di Valerio organizzarono una squadra di volontari per andare a cercare i feriti e i caduti prima che facesse notte.

Raggiunsero il luogo indicato e anche se la sparatoria non era ancora terminata, strisciarono alla ricerca di Romano, Valerio,“Giob” Montersino. Ritrovarono i corpi e li trasportarono a braccia, Johnny (Cardino) e Cicorin (Valfré) raccontarono rispettivamente al fratello Fernando e al nipote Marco, che Diaz (Romano Scagliola fu ritrovato dal padre, era morto dissanguato e aveva ancora cercato di avvicinarsi ad una pozzanghera per bere.

La mamma di Walter Voghera Cesarina corse per prima a cercare suo figlio, ma sopraggiunse la notte e dovette ritornare sui suoi passi. Il giorno dopo la zia Piera con due amiche si recarono a percorrere il campo di battaglia e trovarono i corpi di Walter e di Giob. I fascisti acconsentirono al recupero dei due giovani ma ordinarono di seppellirli prima del funerale dei loro morti. Il Custode del Cimitero nascose i due corpi che nella notte tra il lunedì e il martedì furono trasportati a Neive un po’ a braccia e poi con dei carri con fieno per mimetizzare la presenza dei due Partigiani. Al loro passaggio la gente dei campi accorse e gettò dei fiori presi dai campi o dai giardini finchè furono ricoperti. Montersino Marcello “Giob” fu portato in Vaccheria a Guarene.

 Ferdinando Cardino Neive 1921 fratello di Giorgio e di Giovanni, riporta la testimonianza della partecipazione del fratello Giovanni alla Resistenza.

Giovanni Neive 1923 si trovò con Diaz e Valerio, in quel terribile giorno del 15 Aprile 1945 rivissuto nei racconti di Pietro Berutti “Comandante Gino” e della Maestra Anna Boella Pressenda sorella di “Walter”Valerio Boella.

Giovanni, racconta Fernando, si trovò vicino a “Diaz” Romano Scagliola che fu ferito al basso ventre dai proiettili che provenivano dal Seminario minore. Giovanni trascinò Diaz al riparo dietro l’argine, ma dovette attendere la fine del combattimento per andare a chiedere soccorsi, quando tornò trovò Diaz riverso su una pozzanghera. Era riuscito a spostarsi verso l’acqua per bere poiché stava morendo dissanguato. Accorse anche il padre “Celo”ma lo trovò senza vita” 

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