lunedì 1 luglio 2024

VERSIO BARTOLOMEO " NINO èr Fèrovié" neive 1917

 








                           NEIVESI CON NINO


                       VERSIO BARTOLOMEO NEIVE 1917

                           “Nino èr Fèrovié”

di Zoccola Maria Pasqualina(1890) dei Rizzi di Treiso e di Francesco

     MATRIMONIO DI NINO E MARIA MARASSO

Dai Currà, borgata neivese, anche Nino e Natale Versio lasciarono la Cascinotta paterna, dalla quale si vede la torre di Barbaresco e a vent’anni andarono in guerra. Prima la Campagna di Francia, poi il fronte greco-albanese


e ancora la Russia e la prigionia in Germania.
        LUIGI ROGGERO compagno di Nino durante il "ripiegamento"







Si portarono nello zaino l’allegria dei giovanili anni, le esperienze del lavoro contadino da bambini e di quello di garzone di macelleria. Portarono pure lo spirito di sacrificio e la tenacia nel sopportare fame e difficoltà. Queste doti, unitamente alle benedizioni e preghiere della mamma permisero loro di superare difficoltà sovrumane.

                            

Ho raccolto testimonianze e letto parecchi libri sulle vicissitudini dei giovani “guerrieri” della seconda Guerra Mondiale e da molti ho solo ricevuto qualche fotografia e ho dovuto effettuare collegamenti con i racconti ricevuti oralmente o letti. Per l’Artigliere “Nino” Versio Bartolomeo Neive 1917 di Maria e Francesco, padre di Mauro, mio amico d’infanzia, posso ricostruire la sua vita militare solo attraverso il foglio Matricolare, le foto e il racconto del suo compagno di “Ripiegamento” dal Fronte russo a Dobbiaco. Sì, pur avendolo conosciuto come papà del mio amico, come “macellaio” e come “ferroviere” non ebbi la possibilità di sentirlo narrare, come neppure Mauro suo figlio o i nipoti ebbero modo di farsi raccontare le esperienze di guerra. Nino non riuscì mai, come peraltro tanti Reduci, a raccontare cosa ebbe la sfortuna di vivere e vedere durante quei terribili anni ’37-’38-‘39-’40-‘41-‘42-’43, sette anni di vita nella guerra.





Analizzando le foto ritrovo il simpatico e sempre sorridente Nino che  pur impegnato nello scaricare un vitello dal camion e dal “ramblé” del mattatoio o a correre in bicicletta allo scambio della galleria ferroviaria, o intento a lavorare nella vigna, riusciva a salutare e sorridere a tutti.

Riuscì anche nei frangenti più terribili a tenere alto l’umore dei compagni scherzando e infondendo loro fiducia e speranza.

Il compagno di “Ripiegamento”Roggero Luigi 1920 di Santa Maria di La Morra ne parla come uno dei nove sempre disponibile ad aiutare chi non ce la faceva più a procedere o a sistemarsi le pezze che sostituivano gli scarponi, o ad andare a recuperare un’ isba per ripararsi a turno e ancora a preparare un po’ di cibo da dividere con il gruppo formato dal Ten. Dolcini, Serg.Maggiore Ghersi di Sanfré, Conta Pietro di Cuneo, il Caporal Maggiore Gatti Secondo di Castiglion Tinella, Carossino Armando di Sant’Olcese  di Genova, Olivero Michele della Madonna del Pilone che fu custode e guida dei Buoi trainatori della slitta, e un compagno di cui si son perse le tracce.

           
Foto recuperata da Fenoglio di Marsaglia quando tornò in Russia negli anni ’80













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