NEIVESI CON NINO
VERSIO BARTOLOMEO NEIVE 1917
“Nino èr Fèrovié”
di Zoccola Maria Pasqualina(1890) dei Rizzi di Treiso e di Francesco
MATRIMONIO DI NINO E MARIA MARASSODai Currà, borgata neivese, anche Nino e Natale Versio lasciarono la Cascinotta paterna, dalla quale si vede la torre di Barbaresco e a vent’anni andarono in guerra. Prima la Campagna di Francia, poi il fronte greco-albanese
e ancora la Russia e la prigionia in Germania. LUIGI ROGGERO compagno di Nino durante il "ripiegamento"
Si portarono nello zaino l’allegria dei giovanili anni, le esperienze del lavoro contadino da bambini e di quello di garzone di macelleria. Portarono pure lo spirito di sacrificio e la tenacia nel sopportare fame e difficoltà. Queste doti, unitamente alle benedizioni e preghiere della mamma permisero loro di superare difficoltà sovrumane.
Ho
raccolto testimonianze e letto parecchi libri sulle vicissitudini dei giovani
“guerrieri” della seconda Guerra Mondiale e da molti ho solo ricevuto qualche
fotografia e ho dovuto effettuare collegamenti con i racconti ricevuti
oralmente o letti. Per l’Artigliere “Nino” Versio Bartolomeo Neive 1917 di
Maria e Francesco, padre di Mauro, mio amico d’infanzia, posso ricostruire la
sua vita militare solo attraverso il foglio Matricolare, le foto e il racconto
del suo compagno di “Ripiegamento” dal Fronte russo a Dobbiaco. Sì, pur
avendolo conosciuto come papà del mio amico, come “macellaio” e come
“ferroviere” non ebbi la possibilità di sentirlo narrare, come neppure Mauro
suo figlio o i nipoti ebbero modo di farsi raccontare le esperienze di guerra.
Nino non riuscì mai, come peraltro tanti Reduci, a raccontare cosa ebbe la
sfortuna di vivere e vedere durante quei terribili anni
’37-’38-‘39-’40-‘41-‘42-’43, sette anni di vita nella guerra.
Analizzando
le foto ritrovo il simpatico e sempre sorridente Nino che pur impegnato nello scaricare un vitello dal
camion e dal “ramblé” del mattatoio o a correre in bicicletta allo scambio
della galleria ferroviaria, o intento a lavorare nella vigna, riusciva a
salutare e sorridere a tutti.
Riuscì
anche nei frangenti più terribili a tenere alto l’umore dei compagni scherzando
e infondendo loro fiducia e speranza.
Il
compagno di “Ripiegamento”Roggero Luigi 1920 di Santa Maria di La Morra ne
parla come uno dei nove sempre disponibile ad aiutare chi non ce la faceva più
a procedere o a sistemarsi le pezze che sostituivano gli scarponi, o ad andare
a recuperare un’ isba per ripararsi a turno e ancora a preparare un po’ di cibo
da dividere con il gruppo formato dal Ten. Dolcini, Serg.Maggiore Ghersi di
Sanfré, Conta Pietro di Cuneo, il Caporal Maggiore Gatti Secondo di Castiglion
Tinella, Carossino Armando di Sant’Olcese
di Genova, Olivero Michele della Madonna del Pilone che fu custode e
guida dei Buoi trainatori della slitta, e un compagno di cui si son perse le
tracce.
Foto recuperata da Fenoglio di
Marsaglia quando tornò in Russia negli anni ’80
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