ATTACCO
SU ALBA DEL 15 APRILE
Alla
presa di Alba del 15 Aprile, io ebbi l’incarico di sorvegliare con i miei
uomini “Il sabotaggio del Molino Rizzoglio e della Centrale elettrica.”
Comandavo la terza Colonna. Scendemmo da
Barbaresco e percorrendo le gallerie della ferrovia passammo sotto la
galleria sulle rocche dove il Tanaro effettua un’ansa e vi sbuca il Torrente
Cherasca. Lì davanti c’era il Seminario minore dove alloggiavano i fascisti.
Noi arrivammo procedendo lungo l’argine che arrivava dal cimitero e passava
dove ora c’è la rotonda e corso Torino. Sulla piazza del grande Peso Pubblico
vi era una Torre dalla quale i repubblicani sparavano, ma noi riuscimmo a
evitare i proiettili proteggendoci con la riva dell’argine, finchè giunse un
piccolo carro armato che andò a girare dietro il vecchio campo sportivo e
quindi alle nostre spalle e iniziò a effettuare una pioggia di fuoco. Fu così
che dovemmo uscire allo scoperto e in quel frangente caddero colpiti Valerio Boella Walter, Romano Scagliola Diaz,
Marcello Montersino Giob, Solazzo Oronzo, Mereu Albino. Gino si mette le mani
al viso e sussurra ”Abbiamo sbagliato tutto, ma eravamo giovani e inesperti e
rischiavamo da incoscienti!”
Dal
Seminario Minore sparavano, dalla torre del Peso sparavano, sparava il carro
armato, a quel punto ordinai di fuggire e quando li vidi tutti al sicuro nella
galleria ferroviaria, per ultimo, vedendo che i proiettili erano una pioggia
nell’acqua della Cherasca pensai di rientrare attraversando il Tanaro sotto le
rocche per arrivare da sotto a Barbaresco. Dove sfocia la Cherasca vi erano
delle “Gore”(salici) e sapevo che sotto le rocche vi era “na roséla” (aquitrino
di acqua corrente) dove avrei potuto attraversare il fiume. Con grande fatica
percorsi il tragitto sotto i salici e un po’ piegato e un po’ a “Gatass”(a
quattro zampe) arrivai dove c’era il porto di Barbaresco, attraversai con
l’acqua alla gola, rischiando più di una volta di scivolare e di andare sotto.
Fui
salvato da una ragazza(Adriana Alciati) sfollata da Genova che viveva nel castello, vedendomi in
difficoltà si tuffò e venne in mio aiuto. Ero stremato e riuscìi a salvarmi
solo perché avevo ventidue anni, tanta forza e altrettanta incoscienza.
Boella
Valerio “Walter”
e
Montersino Marcello “Giob”
Il
dieci Ottobre 1944, “Walter” aveva già partecipato alla prima occupazione di
Alba e anche il 15 Aprile volle intervenire. Tutti i ragazzi fremevano all’idea
di scendere ad Alba e liberarla definitivamente. La notte precedente, nessuno
riuscì a chiudere occhio e anche Walter, che soffriva di ricorrenti emicranie,
non riuscì a riposare. Tuttavia, al mattino, si presentò con un foulard attorno
alle tempie e non volle sentir ragione, si avviò con noi e partecipò con vigore
al combattimento finchè, esponendosi eccessivamente lo vedemmo cadere colpito
in piena fronte. Toccò a me, in qualità di comandante, comunicare a Poli la
perdita di Valerio e di Marcello. Anche Giob era un ragazzo che non aveva paura
di niente e forse questo eccessivo coraggio gli costò la vita.
ONORE
E MEMORIA PER IL PARTIGIANO Valfrè Alessandro “Cicorin”1924 di Icardi Angela e
di Antonio
che
con la testimonianza rilasciata al nipote Marco Rivetti mi ha permesso di
ricordare tanti suoi compagni che combatterono e morirono per lasciarci un
mondo libero!
Anche Anna Boella sorella del Partigiano Boella Valerio”Valter” dedicò un toccante racconto
.jpg)
Valfrè
Alessandro Partigiano Cicorin era nel gruppo di “Diaz” Romano Scagliola,
Giovanni Cardino “Johnny”, Rosso Gino, Rosso “René”, Rosso Giovanni “Tabù
Lenin”,
PIERO
BERUTTI “GINO” ALBA 1922 DI ABBA’ RINA E DEL FU CARLO
BOELLA VALERIO “WALTER” NEIVE
1925 DI VOGHERA CESARINA E DI CARLO CADUTO
MONTERSINO MARCELLO
“GIOB”VACCHERIA 1925 DI BIANCO ROSA E DI GIOVANNI CADUTO
PALLADINO
CARLO1923 DI LUSSO ADELAIDE e del Fu
GIOVANNI
BASSO
UGO ALBA 1919 DI BORDINO ANTONIA E DI MICHELE
MOZZONE
MARIO 1921 BARBARESCO DI BOSIO MARIA E DI DAVIDE
ROCCA
GIOVANNI BARBARESCO 1925 DI DEFORVILLE ANGIOLINA E DI BATTISTA
ARDITO
VINCENZO GUARENE 1922 DI BRIGNOLO CAROLINA E DI MATTEO
BIGLINO
FRANCESCO ALBA 1903 DI FU BOFFA GIUSEPPINA E DEL FU GIUSEPPE
ORCO
LUIGI BARBARESCO 1925 DI GAIA MATLDE E DI PIERINO
ASOLA
RENZO NEIVE 1929 DI BARROERO PIERINA E DI MICHELE
ALATI
GIORGIO CUNEO 1925
MUSSO
MARIO BARBARESCO 1926 DI GABUTTI TERESA E DI SISTO
CONTI
GIUSEPPE BARBARESCO 1924 DI ASSOLA ROSA E DI GIOVANNI
GIACOSA
RICCARDO BARBARESCO 1926 DI VOGHERA FRANCESCA E DEL FU CLEMENTE
GIUNTA
VINCENZO LEONFORTE ENNA 1924 DI RESICATO GIUSEPPE E DI CARMELO
ZAMBINO
ANTONIO FAVARA AG 1922 DI SCHIFANO ANGELA E DI ANTONIO
MANCARI
GIUSTO TORTORICI 1921 DI VITANZA SARINA E DEL FU SEBASTIANO
CASTELLI
GIUSEPPE CAMPOBELLO DI LICATA AG 1922 DI SPAGNOLO ANGELA E DI SALVATORE
PORRO
MICHELINO CORTEMILIA 1925 DI GALLO GIUSEPPINA E DI LUIGI
DELLAPIANA
PAOLO BARBARESCO 1922 DI PESCARMONA MARIA E DEL FU DOMENICO
PASTURA
VALERIO NEIVE 1926 DI FARRO CECILIA E DI GIOVANNI
ASOLA
ELVIO NEIVE 1926 DI BARROERO PIERINA E DI MICHELE
BOSIO
PASQUALE BARBARESCO 1922 DI MALLARINO ENRICHETTA E DEL FU NATALE
ROCCA
PIERINO BARBARESCO 1924 DI AIMASSO MARIA E ONORATO
SIBONA
RICCARDO BARBARESCO 1924 DI RIVELLA CAROLINA E DEL FU PASQUALE
BERUTTI
GIORGIO VACCHERIA 1917 DI BATTAGLINO EMILIA E DI GIUSEPPE
CASTAGNO
PIETRO VACCHERIA 1921 DI CANE PAOLA E DI GIUSEPPE
PALLADINO
FRANCESCO VACCHERIA 1925 DI QUASSOLO TERESA E DI ANTONIO
CRAVANZOLA
MARIO VACCHERIA 1924 DI VEGLIO ROSA E DI ANTONIO
SIMONINI
ALDO GRUPPO DI ROGNONE 1923 DELLA FU MARIA MALINGAMBI E DEL FU FERNANDINO
NICOSIA
GIUSEPPE RAFFADALI AGRIGENTO 1924 DELLA FU SICURELLO LUIGIA E DI CALOGERO
Che dopo aver dormito niente
la notte tra il 14 e il 15 aprile 1945 si avviò chi per la galleria chi per
strada, per raggiungere Alba e riprenderla!
Furono “una moltitudine di
figure scure che scivola nel buio verso il piano….” Che prese posizione
utilizzando come trincea, alcuni argini ed un canale di scarico. Appostati
lungo il fiume attesero l’ordine di attaccare, ma facendo giorno decisero di
avanzare allo scoperto. Dalle postazioni dei repubblichini furono visti e iniziò una terribile
sparatoria. I partigiani cercarono di proteggersi scivolando bassi dietro
l’argine ed il muro di recinzione del Campo sportivo. Alessandro “Cicorin”
sentì “Diaz” che diceva di essere stato colpito. Con “Johnny” ed altri
cercarono di aiutarlo, ma questi disse loro di andare avanti e di venirlo a
prendere dopo. Obbedirono al loro Comandante e a malincuore procedettero sotto
quella pioggia di proiettili che si faceva sempre più intensa. Sulla piazza
sovrastante il Campo e il fiume, come raccontarono “Gino” ed altri apparve un
carro armato che iniziò a produrre una scarica di proiettili che obbligò i
Partigiani a decidere di cercare di raggiungere la riva del Tanaro per proteggersi
con la sponda. Fu durante quel ripiegamento che molti procedendo a zig zag allo
scoperto furono feriti. Valfré “Cicorin”, raccontò di aver visto “Valter”
Boella girarsi per sparare e superare l’argine, ma fu subito colpito in fronte.
Anche lui come “Jonny” ricordò che si voleva portare in salvo anche Diaz, ma
lui non volle e ordinò ai suoi uomini di mettersi in salvo. Gli legarono un fazzoletto
per fermare il sangue dell’arteria femorale e gli realizzarono una protezione
scavando una nicchia con le mani
Alessandro “Cicorin” e Rosso
Giovanni “Tabù Lenin” furono anche feriti ma tornarono con gli altri alla base
e riferirono ai padri dei partigiani che Diaz era gravemente ferito e Valter
Caduto. Questi con “Celo” papà di Diaz e Carlo Boella padre di Valerio
organizzarono una squadra di volontari per andare a cercare i feriti e i caduti
prima che facesse notte.
Raggiunsero il luogo indicato
e anche se la sparatoria non era ancora terminata, strisciarono alla ricerca di
Romano, Valerio,“Giob” Montersino. Ritrovarono i corpi e li trasportarono a
braccia, Johnny (Cardino) e Cicorin (Valfré) raccontarono rispettivamente al
fratello Fernando e al nipote Marco, che Diaz (Romano Scagliola fu ritrovato
dal padre, era morto dissanguato e aveva ancora cercato di avvicinarsi ad una
pozzanghera per bere.
La mamma di Walter Voghera
Cesarina corse per prima a cercare suo figlio, ma sopraggiunse la notte e
dovette ritornare sui suoi passi. Il giorno dopo la zia Piera con due amiche si
recarono a percorrere il campo di battaglia e trovarono i corpi di Walter e di
Giob. I fascisti acconsentirono al recupero dei due giovani ma ordinarono di
seppellirli prima del funerale dei loro morti. Il Custode del Cimitero nascose
i due corpi che nella notte tra il lunedì e il martedì furono trasportati a
Neive un po’ a braccia e poi con dei carri con fieno per mimetizzare la
presenza dei due Partigiani. Al loro passaggio la gente dei campi accorse e
gettò dei fiori presi dai campi o dai giardini finchè furono ricoperti. Montersino
Marcello “Giob” fu portato in Vaccheria a Guarene.
Giovanni Neive 1923 si trovò
con Diaz e Valerio, in quel terribile giorno del 15 Aprile 1945 rivissuto nei
racconti di Pietro Berutti “Comandante Gino” e della Maestra Anna Boella
Pressenda sorella di “Walter”Valerio Boella.
Giovanni, racconta Fernando,
si trovò vicino a “Diaz” Romano Scagliola che fu ferito al basso ventre dai
proiettili che provenivano dal Seminario minore. Giovanni trascinò Diaz al
riparo dietro l’argine, ma dovette attendere la fine del combattimento per
andare a chiedere soccorsi, quando tornò trovò Diaz riverso su una pozzanghera.
Era riuscito a spostarsi verso l’acqua per bere poiché stava morendo
dissanguato. Accorse anche il padre “Celo”ma lo trovò senza vita”