https://youtu.be/7c_JHpjQooI La
mia famiglia
https://youtu.be/MLz0MhNp94k da
mezzadri
IO SONO CONTERNO DOMENICO NATO
A CERRETTO LANGHE IL 22 LUGLIO 1934 DA MARIA CENCIO DEL 1906 NATA A MONTELUPO E
ABITANTE IN LESME DI CERRETTO LANGHE, MIO PADRE NATO AD ALBARETTO TORRE ERA DEL
1904.
Con la mia famiglia venimmo da
mezzadri qui a San Antonino alla cascina del Parroco nel 1951 facendo il
contratto con Don Giuseppe Marengo. Quando venne Parroco Don Pellerino e mise
in vendita la cascina noi la acquistammo.
Prima di venire qui da
Mezzadri si abitava in Lesme e la famiglia era composta da papà mamma le
sorelle Irma, Albina, e Angela e noi fratelli Carlo, Armando ed io. Nel 51, la
sorella più grande, del 1931, che era da “serventa” a Torino si sposò.
Mio nonno paterno Giovanni, fu
da mezzadro di Terenzio Borgna papà di Don Angelo. La loro casa era dove vi ora
vi abita Pichetta Beppe.
SI FECE “SAN MARTIN”
Nel ’51, secondo la
tradizione, ad Ottobre si fece trasloco “SAN MARTIN” con i buoi. Venne anche un
mio zio con i suoi buoi e ricordo che dovemmo liberare la strada dal fango
poiché vi erano state “dré sluge” frane. Mio fratello più giovane Angelo, del 1948,
venne a piedi con il gatto in braccio.
UN TEMPO
A volte penso a come siano
cambiati i tempi. In Lesme si vivevva in nove in due camere!
Si viveva svolgendo lavoro da
manovali in campagna e coltivando un piccolopezzo di terra.
Quando nel 1940 scoppiò la
guerra, io avevo sei anni e mio padre mi portò con sé nel piccolo campo
coltivato a meliga. Sentimmo suonare le campane dei paesi, e papà commentò:
“tant i ran ancaminà sa guèra!” (tanto hanno iniziato sta guerra). Io gli
chiesi che cos’era la guerra! Le uniche informazioni arrivavano dal parroco.
Non vi era radio o telefono e neppure elettricità! La corrente elettrica, qui a
Sant’Antonino arrivò nel 1955.
LA GUERRA AD ALBARETTO
Capii cos’era la guerra perché
in Lesme in una casa , si insediarono i Partigiani G.L.. Ricordo che li vidi
obbligare un uomo di La Morra a scavarsi la fossa sotto la minaccia delle armi,
e poi non lo uccisero.
Gli alleati effettuarono
alcuni lanci per i Partigiani , e si disse che nei bidoni col paracadute vi
fossero generi alimentari ma anche soldi.
Passarono anche i tedeschi ad
Albaretto ma non crearono disturbo. Una mattina da in Lesme venni a prendere il
pane dal fornaio in paese. Quando fui, dove c’era l’osteria, vidi che vi era la
mitragliatrice piazzata con i soldati tedeschi. A me non dissero nulla, ma
quando fui nella bottega la panettiera con il dito per indicare silenzio mi
sussurrò di non dire nulla se mi avessero chiesto dei giovani. In
quell’occasione qualche giovane lo avevano arrestato! Uno di questi fu condotto
a Murazzano e chiuso in una stanza. Il milite che fungeva da guardia si
addormentò e così lui e alcuni compagni fuggirono attraverso una finestra.
Una volta alcuni partigiani
vennero a mangiare dal nostro vicino di casa e ricordo che mentre erano dentro
piazzarono la mitragliatrice dalla porta di entrata. A me impaurivano le armi e
scappai a nascondermi.
In un altro caso vennero dei
nazifascisti con dei carri trainati da cavalli a caricare del fieno dal nostro
vicino e lo obbligarono a caricare mentre loro puntavano le armi. Ricordo che
dissero al padre del Maestro Italo Zandrino: “ noi la legge la facciamo con le
armi!”.
LA SCUOLA E LA MIA LEVA
La scuola a quel tempo era dove ora vi è il Municipio. La mia maestra fu Amerio Zandrino Letizia, insegnante di tutte le tre classi. Chi voleva proseguire gli studi andava a far quarta e quinta a Lequio Berria. Le classi erano numerose, pensa che solo della mia annata 1934 eravamo in ventidue. Certo molti erano figli di mezzadri che in seguito si spostarono. Quando fummo di Leva prendemmo un pulmino che ci portò a Mondovì alla “Visita di Leva”. Sindaco a quel tempo er Carletto Cane.
Alla festa di Leva venne a suonare il fisarmonicista di San Benedetto Belbo Reliu
Era già venuto a suonare alla
Festa dei coscritti del 1920 in Lesme! Era molto bravo e si diceva che avesse
imparato da solo a suonare!
Nella foto dei miei coscritti
vi è Italo Zandrino, uno di nome Pierin, un altro di nome Giovanin, il papà
delle Tabachine Noè Carlo. Con lui eravamo i Chierichetti ufficiali di Don
Giuseppe Marengo
Vi è un altro fisarmonicista,
ma il più “svicc” (Bravo)era Aurelio!
LEVA ALBARETTO TORRE 1934
DON MARENGO GIUSEPPE 1904
Don ANGELO
BORGNA
Don Giuseppe per Albaretto
ebbe tantissime iniziative!
Sotto alla Chiesetta e sotto
la Canonica , lì in piazza una volta era pieno di terra. Lui decise di scavare
per avere spazi per sale di riunione ed incontri. Alla Messa domenicale
effettuava i turni per andare a scavare, una volta quelli di Lesme, o di Borine
o dei Tre Cunei ecc. e la gente si presentava con pala e piccone a scavare.
Qualcuno veniva anche con i buoi e carro per portare via la terra. Con quel
lavoro si ampliò anche la piazza, poiché
si utilizzò la terra dello scavo. Di questi lavori non c’è più nessuno che si
ricordi.
La mamma di Don Giuseppe venne
ad Albaretto Torre
Per alcuni anni e siccome
aveva difficoltà a camminare, lui fece aprire un passaggio che dalla Canonica
le permetteva di andare sulla tribuna e così partecipare alla Messa dall’alto.
Combinava delle piacevoli
gite, e una volta andammo a piedi alla Chiesa della Madonna della neve di
Somano. Là trovammo ragazze e ragazzi di altri paesi e rimanemmo tutto il
giorno.
Raccontava che quando lui era
ragazzino, lo stradone per andare ad Alba da Rodello non c’era ancora e così
lui e suo fratello per guadagnare qualcosa il sabato andavano alla Montà con la
mucca per trainare( fé rà trèina) ai carri col cavallo che provenivano da Alba.
Organizzava anche dei
bellissimi spettacoli teatrali e radunava tanta gente. A quel tempo era l’unico
passatempo divertimento. In seguito acquistò anche la televisione e la mise a
disposizione nel Salone. Si andava a vedere “Lascia o raddoppia” il giovedì
sera.
Don Marengo venne ad Albaretto
nel 1936, io fui ancora Battezzato da Don Pio.
Don Giuseppe sapeva radunare i
giovani con tante iniziative. Dopo la guerra, siccome era da tempo che non si
riceveva più la Cresima ci fece andare per la preparazione. Ci recavamo in
Chiesa e nel salone tre volte la settimana e poi venne il Vescovo Monsignor
Luigi Maria Grassi ad impartirci la Cresima. Ci faceva anche giocare a
Pallapugno, sport di cui lui era ottimo giocatore poiché in Seminario si
giocava solo al Balon.
Aveva anche organizzato dei
turni per i chierichetti. Io e un mio compagno, da in Lesme, venivamo a servire
la Messa che celebrava tutti i giorni alle 6,30. Come ricompensa ci portava
alle “Cecche” borgata della cascina di suo padre, a mangiare le ciliegie
“matinere”. Là a Maggio erano già mature!. Aveva la moto e ne caricava tre o
quattro ragazzi, poi li scaricava e tornava indietro a prendere gli altri.
Ricordo che una volta andammo a piedi e tornammo poi con la Corriera che andava
a Bossolasco. Noi eravamo contenti per quella “ricompensa”!
Nell’Autunno effettuava delle serate per tenerci Scuola di Religione e poi ci faceva giocare al TIRO AL BERSAGLIO CON IL FLOBERT.
DON ORESTE MARENGO VESCOVO
Ricordo che quando fu nominato
Vescovo a Torino noi di Albaretto e molti di Diano, andammo in Corriera ad
assistere alla Cerimonia. Lui salì sul pullman e ci ringraziò e ci impartì la
Benedizione. Quando poi venne qui ad Albaretto mangiammo insieme, e ricordo che “propi
chièl o rà sèrvime rà pastasuta!”(proprio lui mi ha servito la pasta asciutta!
Me lo ricordo propi in Sant’om,
aveva un tono di voce dolce e nonostante la barba nera lunga esprimeva bontà.
LA LEVA DI MIO PADRE 1904
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