domenica 22 dicembre 2024

CONTERNO DOMENICO ALBARETTO TORRE 1934

 

Papà                           MAMMA


https://youtu.be/7c_JHpjQooI     La mia famiglia

 https://youtu.be/MLz0MhNp94k da mezzadri              

 https://youtu.be/9irKmllMH7A  Don Oreste Marengo

 

IO SONO CONTERNO DOMENICO NATO A CERRETTO LANGHE IL 22 LUGLIO 1934 DA MARIA CENCIO DEL 1906 NATA A MONTELUPO E ABITANTE IN LESME DI CERRETTO LANGHE, MIO PADRE NATO AD ALBARETTO TORRE ERA DEL 1904.

Con la mia famiglia venimmo da mezzadri qui a San Antonino alla cascina del Parroco nel 1951 facendo il contratto con Don Giuseppe Marengo. Quando venne Parroco Don Pellerino e mise in vendita la cascina noi la acquistammo.

Prima di venire qui da Mezzadri si abitava in Lesme e la famiglia era composta da papà mamma le sorelle Irma, Albina, e Angela e noi  fratelli Carlo, Armando ed io. Nel 51, la sorella più grande, del 1931, che era da “serventa” a Torino si sposò.

Mio nonno paterno Giovanni, fu da mezzadro di Terenzio Borgna papà di Don Angelo. La loro casa era dove vi ora vi abita Pichetta Beppe.

SI FECE “SAN MARTIN”

Nel ’51, secondo la tradizione, ad Ottobre si fece trasloco “SAN MARTIN” con i buoi. Venne anche un mio zio con i suoi buoi e ricordo che dovemmo liberare la strada dal fango poiché vi erano state “dré sluge” frane. Mio fratello più giovane Angelo, del 1948, venne a piedi con il gatto in braccio.

UN TEMPO

A volte penso a come siano cambiati i tempi. In Lesme si vivevva in nove in due camere!

Si viveva svolgendo lavoro da manovali in campagna e coltivando un piccolopezzo di terra.

Quando nel 1940 scoppiò la guerra, io avevo sei anni e mio padre mi portò con sé nel piccolo campo coltivato a meliga. Sentimmo suonare le campane dei paesi, e papà commentò: “tant i ran ancaminà sa guèra!” (tanto hanno iniziato sta guerra). Io gli chiesi che cos’era la guerra! Le uniche informazioni arrivavano dal parroco. Non vi era radio o telefono e neppure elettricità! La corrente elettrica, qui a Sant’Antonino arrivò nel 1955.

LA GUERRA AD ALBARETTO

Capii cos’era la guerra perché in Lesme in una casa , si insediarono i Partigiani G.L.. Ricordo che li vidi obbligare un uomo di La Morra a scavarsi la fossa sotto la minaccia delle armi, e poi non lo uccisero.

Gli alleati effettuarono alcuni lanci per i Partigiani , e si disse che nei bidoni col paracadute vi fossero generi alimentari ma anche soldi.

Passarono anche i tedeschi ad Albaretto ma non crearono disturbo. Una mattina da in Lesme venni a prendere il pane dal fornaio in paese. Quando fui, dove c’era l’osteria, vidi che vi era la mitragliatrice piazzata con i soldati tedeschi. A me non dissero nulla, ma quando fui nella bottega la panettiera con il dito per indicare silenzio mi sussurrò di non dire nulla se mi avessero chiesto dei giovani. In quell’occasione qualche giovane lo avevano arrestato! Uno di questi fu condotto a Murazzano e chiuso in una stanza. Il milite che fungeva da guardia si addormentò e così lui e alcuni compagni fuggirono attraverso una finestra.

Una volta alcuni partigiani vennero a mangiare dal nostro vicino di casa e ricordo che mentre erano dentro piazzarono la mitragliatrice dalla porta di entrata. A me impaurivano le armi e scappai a nascondermi.

In un altro caso vennero dei nazifascisti con dei carri trainati da cavalli a caricare del fieno dal nostro vicino e lo obbligarono a caricare mentre loro puntavano le armi. Ricordo che dissero al padre del Maestro Italo Zandrino: “ noi la legge la facciamo con le armi!”.

LA SCUOLA E LA MIA LEVA

La scuola a quel tempo era dove ora vi è il Municipio. La mia maestra fu Amerio Zandrino Letizia, insegnante di tutte le tre classi. Chi voleva proseguire gli studi andava a far quarta e quinta a Lequio Berria. Le classi erano numerose, pensa che solo della mia annata 1934 eravamo in ventidue. Certo molti erano figli di mezzadri che in seguito si spostarono. Quando fummo di Leva prendemmo un pulmino che ci portò a Mondovì alla “Visita di Leva”. Sindaco a quel tempo er Carletto Cane.

Alla festa di Leva venne a suonare il fisarmonicista di San Benedetto Belbo Reliu 


                  

Era già venuto a suonare alla Festa dei coscritti del 1920 in Lesme! Era molto bravo e si diceva che avesse imparato da solo a suonare!

Nella foto dei miei coscritti vi è Italo Zandrino, uno di nome Pierin, un altro di nome Giovanin, il papà delle Tabachine Noè Carlo. Con lui eravamo i Chierichetti ufficiali di Don Giuseppe Marengo

Vi è un altro fisarmonicista, ma il più “svicc” (Bravo)era Aurelio!

              LEVA ALBARETTO TORRE 1934

 

 

 

                DON MARENGO GIUSEPPE 1904


      

                   

                                

                             Don ANGELO BORGNA

 

Don Giuseppe per Albaretto ebbe tantissime iniziative!

Sotto alla Chiesetta e sotto la Canonica , lì in piazza una volta era pieno di terra. Lui decise di scavare per avere spazi per sale di riunione ed incontri. Alla Messa domenicale effettuava i turni per andare a scavare, una volta quelli di Lesme, o di Borine o dei Tre Cunei ecc. e la gente si presentava con pala e piccone a scavare. Qualcuno veniva anche con i buoi e carro per portare via la terra. Con quel lavoro si ampliò anche  la piazza, poiché si utilizzò la terra dello scavo. Di questi lavori non c’è più nessuno che si ricordi.

La mamma di Don Giuseppe venne ad Albaretto Torre

Per alcuni anni e siccome aveva difficoltà a camminare, lui fece aprire un passaggio che dalla Canonica le permetteva di andare sulla tribuna e così partecipare alla Messa dall’alto.

Combinava delle piacevoli gite, e una volta andammo a piedi alla Chiesa della Madonna della neve di Somano. Là trovammo ragazze e ragazzi di altri paesi e rimanemmo tutto il giorno.

Raccontava che quando lui era ragazzino, lo stradone per andare ad Alba da Rodello non c’era ancora e così lui e suo fratello per guadagnare qualcosa il sabato andavano alla Montà con la mucca per trainare( fé rà trèina) ai carri col cavallo che provenivano da Alba.

Organizzava anche dei bellissimi spettacoli teatrali e radunava tanta gente. A quel tempo era l’unico passatempo divertimento. In seguito acquistò anche la televisione e la mise a disposizione nel Salone. Si andava a vedere “Lascia o raddoppia” il giovedì sera.

Don Marengo venne ad Albaretto nel 1936, io fui ancora Battezzato da Don Pio.

Don Giuseppe sapeva radunare i giovani con tante iniziative. Dopo la guerra, siccome era da tempo che non si riceveva più la Cresima ci fece andare per la preparazione. Ci recavamo in Chiesa e nel salone tre volte la settimana e poi venne il Vescovo Monsignor Luigi Maria Grassi ad impartirci la Cresima. Ci faceva anche giocare a Pallapugno, sport di cui lui era ottimo giocatore poiché in Seminario si giocava solo al Balon.

Aveva anche organizzato dei turni per i chierichetti. Io e un mio compagno, da in Lesme, venivamo a servire la Messa che celebrava tutti i giorni alle 6,30. Come ricompensa ci portava alle “Cecche” borgata della cascina di suo padre, a mangiare le ciliegie “matinere”. Là a Maggio erano già mature!. Aveva la moto e ne caricava tre o quattro ragazzi, poi li scaricava e tornava indietro a prendere gli altri. Ricordo che una volta andammo a piedi e tornammo poi con la Corriera che andava a Bossolasco. Noi eravamo contenti per quella “ricompensa”!

Nell’Autunno effettuava delle serate per tenerci Scuola di Religione e poi ci faceva giocare al TIRO AL BERSAGLIO CON IL FLOBERT.

 

         DON ORESTE MARENGO VESCOVO

 

ORDINAZIONE A VESCOVO DON ORESTE MARENGO

             

              

Ricordo che quando fu nominato Vescovo a Torino noi di Albaretto e molti di Diano, andammo in Corriera ad assistere alla Cerimonia. Lui salì sul pullman e ci ringraziò e ci impartì la Benedizione. Quando poi venne qui ad Albaretto mangiammo insieme, e ricordo che “propi chièl o rà sèrvime rà pastasuta!”(proprio lui mi ha servito la pasta asciutta!

Me lo ricordo propi in Sant’om, aveva un tono di voce dolce e nonostante la barba nera lunga esprimeva bontà.

 
                        LA LEVA DI MIO PADRE 1904 

     CON DON GIUSEPPE E DON ORESTE




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