VARALDO SECONDINO BARBARESCO 4/6/1924
di MARTINO FILOMENA 1891 1950
e di
GIOVANNI 1881 1959
Residente a TRESTELLE di Barbaresco
CVL.MATTEOTTI
DIV.CUNEENSE 21° BRIGATA
UCCISO DAI “MUTI” IL 13 LUGLIO 1944
ROBERTO ZANINI mi riferì:
<Il 10 marzo 2017 io e
mia moglie andammo alla presentazione di un libro a Torino “Carabinieri per la
libertà “e in una pagina di questo, scoprimmo
che nominavano anche un Carabiniere di nome Secondino Varaldo e della
sua disgrazia.
Si trattava dello zio di
mia moglie
VARALDO Giuliana Giuseppina
SECONDINO CON LA NONNA
Anche l’Alpino PIERO RIVETTI NATO A CEVA 1934 Andato Avanti
nel 2020 ad Alba mi raccontò:
SECONDINO e REMO erano
gemelli figli di FILOMENA E GIOVANNI di Tre Stelle di Barbaresco.
Erano di leva e non si
erano presentati alla Caserma dei Carabinieri per essere arruolati. Avevano
invece detto al Partigiano Farinetti, il Comandante Paolo che se avesse avuto
bisogno di uomini loro ci sarebbero stati. Continuarono a nascondersi quando sentivano
arrivare i repubblichini e a dare una mano al padre nei filari. Giovedì 13
Luglio 1944 il padre Giovanni disse loro che sarebbe andato nei filari sotto
casa e che se fosse stato tutto tranquillo avrebbe fatto un segnale. Così fece
e i due fratelli al vedere il “fassolèt” fazzoletto che sventolava partirono da
casa e raggiunsero il papà. Dopo neppure due ore che stavano lavorando alzarono
gli occhi e si avvidero che dalla strada della “Triforera” era apparsa una
squadra di “muti” che aveva piazzato la mitragliatrice per sparare proprio
nella loro direzione. Remo e il papà Giovanni si acquattarono con la faccia nella
terra e nell’erba, Dino si mise a correre nel filare con l’intenzione di
raggiunger la strada della Martinenga, ma dopo pochi passi fu raggiunto dai
proiettili e crollò senza vita. Il padre e il fratello rimasero immobili finchè
sentirono sparare . quando sollevarono la testa per vedere dove fosse Dino lo
videro a terra e timidamente lo
chiamarono. Solo quando furono sicuri che i “muti” se n’erano andati, si
alzarono e procedendo bassi raggiunsero il figlio /fratello. Lo trovarono
morto. Non rimase altro da fare che recarsi a casa ad attaccare il carro alla
mucca e portare il povero corpo alla mamma piangente consolata da Remo, anche lui
distrutto dal dolore per la perdita del fratello. Il padre imprecò e pianse, si
sedette in un angolo del cortile e attese il prete che venne per una
Benedizione veloce e consigliò a Remo di sparire in fretta poiché i muti non
erano lontani e sarebbero tornati a cercare anche lui. Remo ubbidì, diede un
bacio al fratello e alla mamma e toccò sulla spalla il padre, poi guardingo
raggiunse a Trezzo Tinella il Gruppo del Comandante Paolo. Lo abbracciarono
tutti, capirono subito cos’era successo vedendolo da solo. Si fecero raccontare
solo dopo qualche giorno l’accadimento. Capirono tutti che perdere un fratello
gemello era un dolore terribile e non sapevano cosa dire.
FOTO ARCHIVIO GIULIANA E ROBERTO
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