“Annunciare il vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi
si impone” (1Cor 9,16).
Fratel Nimal
La nostra umanità ci porta a fallire
i nostri cammini personali e comunitari, ma questi fallimenti non sono la fine
di tutto; sempre siamo chiamati a sollevare
lo sguardo al Signore per ricominciare, sapendo che da lui riceviamo il mandato
di apostoli, perché possiamo testimoniare gratuitamente la misericordia e
l’amore gratuito di Dio per noi. Tentati di sentirci migliori, dovremmo
sempre ricordarci di questa comunità di discepoli inviati a predicare il Regno
con la loro povertà, le loro storie umane di figli e fratelli, piccolo gregge
al quale il Signore non preannuncia l’esito glorioso della missione, ma un
cammino di spoliazione, di incomprensione e rifiuto fino a perdere la vita per
lui.
Queste parole non sono solo per i
missionari, ma per ogni discepolo, chiamato
dal Signore con il suo nome, la sua storia ferita, a essere apostolo, testimone
gioioso dell’amore con cui Dio lo ha amato.
In
questo “stralcio” dal Commento al Vangelo di oggi 8 Luglio, desumo l’incarico
che ognuno deve avere per “testimoniare” la propria appartenenza alla
Cristianità. Leggendo e ascoltando altro
mi chiarisco, senza aver pretesa di eliminare tutte le “nebbie”, quanto sia
utile approfondire la conoscenza della Bibbia, lo studio dei Teologi e
Conoscitori delle Sacre scritture. Di grande aiuto è risultato ieri l’ascolto
della Intervista a Papa Francesco da parte di Don Marco Pozza:
Nell’intervista Papa Francesco affronta diversi temi:dai cristiani
perseguitati al populismo. E poi satana, la fede, la mondanità, il lusso nella
Chiesa, i movimenti ecclesiali, la mafia e i politici. Cita due volte Benedetto
XVI e anche grandi autori, opere e personaggi dello spettacolo: Joseph Malégue
(romanziere cattolico), Padre Henri De Lubac (teologo gesuita), Ludwig von
Pastor (storico), Gustav Mahler (compositore e maestro d’orchestra), Vincent di
Lerino (monaco benedettino e teologo del IX secolo), Anna Magnani, Turandot e
il capitello di Vèzelay. Il Pontefice parla anche di Nuovi Orizzonti, i
cristiani della Thailandia, la Chiesa in Corea, la leggenda della Madonna dei
mandarini in Calabria.
Oltre ai molti spunti di lettura forniti da Pappa Francesco ho
apprezzato l’onestà sia sua che di Don Marco nel ricordare da dove proviene la
loro Fede! Credo fondamentale chiederci continuamente chi ci ha suscitato la
scintilla per Credere! Per me la mia mamma in primis, ma anche i molti Educatori
che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio Cammino. Ne citerò alcuni ma ne
ho tanti altri nel cuore! Don Aldo, Curato della mia infanzia che mi insegnò a
sorridere quando l’Arciprete ci insegnava una “religiosità” fatta di storie
dure, tristi e lugubri! Prof. Domenico che seppe farmi conoscere i miei limiti,Prof.
Ada ins. di Filosofia alle Magistrali che mi appassionò allo studio dei grandi
filosofi e che
seppe inviare ai suoi studenti un grande Messaggio aprendo le lezioni
con l’atto del porre sulla cattedra una piccola “sveglia”<la Coscienza
,diceva!>
E ancora Don Raffaele, Don Franco, Don Giacomo che celebrava la Messa
per Cesarina e Fiorina esponendo un’Omelia profonda come avesse avuto la Chiesa
Affollata!
Ho voluto Onorare questi miei Educatori ed invito tutti ad aiutarsi nel
Cammino effettuando la propria MEMORIA suscitatrice!
A presto!
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