Papà
Luigi 17 11 1915,
27
SETTEMBRE 1885, poiché questi, Alpino del 2° Rgt Cuneo (1) fu chiamato alla
Grande guerra e cadde nel 1917 nella Conca di Plezzo per ferite riportate
durante la Battaglia dell’ORTIGARA
La Mamma, Piazza Rosa si
risposò con Castagnotti Pietrin di
Località Pianfrè che era Vedovo con quattro figli poiché la moglie era morta nell’epidemia
di “Spagnola”.
Papà Luigi visse un po' con la
nuova famiglia, ma appena ragazzino tornò alla Cascina in La Montà con nonno
Luigi e nonna Nel 1935 assolse il
Servizio Militare e tornato a casa, a 23 anni nel 1938, sposò Bosio Luigina di località
“Aure” di Arguello, sorella di Cesare, Dilia, Marina, Antonio, Armando, Augusto
di Costantino Filippo e Natalina Bracco,
nel 1939 fu richiamato alle armi.
Dopo sei mesi di Caserma a
Cuneo venne a casa in licenza.
Rientrato al Corpo, fu
imbarcato a Bari per l'Albania e gli andò bene che la sua nave non fu affondata
come la "Firenze" ed altre!
Per quattro anni e sei mesi
non tornò più a casa.
Dall'Albania andò a combattere in Grecia e qui a Lamia, il giorno dopo l'otto Settembre 1943 fu preso Prigioniero dai tedeschi e attraverso la Jugoslavia condotto in Germania e condannato ai lavori forzati.
L'ingresso principale
dell'edificio di un vecchio magazzino doganale per cereali del Regno di
Jugoslavia, dove durante la guerra operava il complesso russo
("Russenlager") come parte del campo di prigionia nazista Stalag
XVIII D. Ora, nello stesso edificio operano il Centro internazionale di ricerca
sulla seconda guerra mondiale (IRC Maribor) e il Museo dello Stalag XVIII D.
PASSAPORTO STRANIERO PROVVISORIO
Rodolfo BOFFA (2) di loc. Vignassa e Luigi, coscritti del 1915 di Lequio Berria
si ritrovarono nel Campo di Prigionia e si fecero compagnia aiutandosi a superare i grandi patimenti. Luigi seppe farsi apprezzare per la sua semplicità e laboriosità anche nella difficile situazione della Prigionia. Li portarono a lavorare sui binari della ferrovia e Luigi vedendo che un capo stava sgridando un compagno perché non riusciva a svitare dei bulloni, intervenne e chiese di effettuare lui il lavoro. Senza guanti con un freddo pungente risolse il lavoro meravigliando il capo che gli chiese se fosse uno Spezialist "specialista". Lui disse "Ya" e da allora fu tenuto in buona considerazione da quel superiore che lo "trattò" meglio degli altri. Certo, le condizioni di vita erano pesanti, poiché soprattutto il nutrimento era ridotto al minimo. Luigi raccontò che una volta, durante un trasferimento dal posto di lavoro al campo, trovarono delle barbabietole gelate e lasciate nel terreno. Col benestare delle guardie ne presero più che poterono ed arrivati nella baracca le mangiarono per calmare la grande fame. Quando fu concesso il ricevimento dei pacchi da casa, Luigi ne ricevette quasi ogni mese e condivideva con i compagni di baracca! Purtroppo, mangiavano tutto in un giorno e poi si tornava a fare la fame fino al prossimo pacco.
Lettera del 23 LUGLIO 1944
Carissima moglie con queste parole vengo a darti mie notizie, godo ottima salute come spero sia sempre di te. Il mio pensiero più grande è quello di pensare a te che siamo così lontano uno dall’altra e si spera che sia presto quel beato giorno di poter tornare insieme. Cara ho ricevuto la cartolina del 12 giugno e anche il pacco del 20, ma quello del 10 no.Sperp di riceverlo presto anche quello. Oggi ti mando un altro modulo. Mandami farina bianca e tagliatelli e sigarette più che puoi. Mi servono proprio e spero che ora ne avrai già ricevuti altri. Altro niente, ti dico che in verità mi sento proprio stanco, ma pazienza, speriamo in Dio. Saluti affettuosi dal tuo marito che pensa solo a te.
Fortunatamente, pur nella sofferenza riuscirono a tenere alto il morale sapendo anche sorridere di piccole cose. Ad esempio vi era Dolfo Boffa che scriveva sovente a una ragazza di Lequio senza ricevere mai risposta. Luigi glielo fece notare e gli chiese come mai sta fidanzata non scrivesse, e Dolfo con humor spiegò: < ah ma chi la a ro sà ancò nèn ca rè mia morosa! Ah ma lei non lo sa ancora che è la mia fidanzata!> E così si rideva, superando per un po' la tristezza di quella vita terribile.
Dai racconti di RAPALINO LUIGI di Benevello, SALVETTI RENATO
DI Dogliani, AGOSTO GIACINTO di Somano, Francone Pietro di Levice, Francone
Oreste di Arguello, Cavallo Sergio di Cerretto Langhe, Galliano Luigi di
Prunetto e di molti altri che ho avuto l’onore di ascoltare
-La maggior parte dei prigionieri fu avviata al lavoro
forzato nelle fabbriche vicine ai campi di internamento.
Vi erano per lo più industrie di armi e mezzi da guerra,
industrie del settore minerario, imprese edili, e anche nel settore alimentare
e agricolo ( molti furono impiegati nelle fattorie attigue ai campi).
Il lavoro durava anche dieci
ore al giorno e molte fabbriche prevedevano anche turni di notte.
L’alimentazione era scarsa e di pessima qualità tanto che erano frequenti i
decessi per malattie gastro intestinali.
Cartolina del 30 luglio 1944
Cara moglie con poche parole per darti mie notizie.
Godo salute ottima come spero sia sempre di te, basta che il
Signore ci dia salute....
Ad Alba, Luigi e Rodolfo
incontrarono Gildo Busca, loro coscritto che voleva dar loro un passaggio con
il Camion. I due amici rifiutarono e vollero raggiungere Lequio BERRIA a piedi.
Gildo, loro coscritto mandò Pierin ad avvisare Luigina e Fiora la mamma di Josè
Morena, che abitava anche in La Montà e che tenne tanta compagnia. Si avviarono
verso il paese a ricevere Luigi e Rodolfo. Furono ricevuti da tanti paesani e
si fecero suonare le campane. Luigina disse che fu più felice il giorno
dell'arrivo del marito che il giorno del matrimonio.
Angelo Bosio afferma che zia
Luigina in quel periodo aveva Il marito e ben tre fratelli in guerra: Cesare in
Russia, Antonio prigioniero in Germania e Armando in Africa.
Luigina e Fiora Castagnotti
(1920), che aveva il futuro marito
Morena Paolo del 1914 anche militare, nel periodo della guerra si aiutarono
molto e si fecero tanta compagnia. Furono coraggiose e seppero affrontare i
soldati nazifascisti che con arroganza e brutalità si comportavano da padroni.
Erano accampati alla Borgata denominata da “Pacioch”, e nonostante avessero
acqua a volontà venivano in La Montà a lavarsi pur sapendo che le tre famiglie
usufruivano solo di acqua piovana e la fonte più vicina era a mezz'ora di
cammino. Loro venivano e ordinavano di dar loro acqua per lavarsi, e vino e cibo
per gozzovigliare. Se non venivano soddisfatti comandavano ed impaurivano con
le armi. Una volta che le donne dissero di non avere altro se non delle uova,
se le fecero dare e prepararono una enorme frittata. Le povere donne non
potevano fare altro che accontentarli perché se ne andassero prima possibile.
Avevano da proteggere Fiorenzo Castagnotti del 1924 ed altri renitenti alla
leva che erano nascosti in Crotin ben mimetizzati o sotto la letamaia. Inoltre vi erano anche dei falsi Partigiani
che spadroneggiavano rubando galline, salami e persino agnelli e vitelli.
Giravano armati e soprattutto a Lequio e nel circondario ne combinarono cosi
tante da risultare dannosi per l’immagine dei veri patrioti che rischiarono la
vita per liberare le Langhe dai nazifascisti. Ricordiamo le stragi del
"Vignasso" da "Gazzola" e tante uccisioni che funestarono
il nostro territorio.
NOTE
(1)
CASTAGNOTTI CESARE DI LUIGI
Comune nascita: Lequio
Berria
Data nascita: 27
Settembre 1885
Grado in Albo: Soldato
2 Reggimento Alpini
Arruolamento: Distretto
Militare Di Mondovì
Data Morte: 19 Giugno
1917
Luogo Morte: Conca
Di Plezzo
Causa Morte Ferite
Riportate In Combattimento
ll Battaglione Cuneo fu costituito nel maggio del 1917, con
tre compagnie del soppresso VI° battaglione sciatori che assunsero la
numerazione 297°-298°-299° compagnia. Le prime azioni di guerra del Cuneo si
ebbero sul fronte dell'Altipiano di Asiago contro l'Ortigara e lo Zebio.
Iniziate il giorno 10 giugno le operazioni per la riconquista delle posizioni
perdute durante la Strafexpedition austriaca del maggio 1916, il Cuneo
partecipò alla lotta nel settore del Vallone dell'Agnella e di quota 2103
dell'Ortigara che occupò il 19 giugno. .
Alla vigilia della battaglia, la 6a armata poteva contare su circa 300.000
uomini e 1.600 pezzi d'artiglieria; di fronte erano schierati circa 100.000
austro-ungarici con 400 cannoni, protetti da potenti difese passive scavate
nella roccia viva, ancora oggi ben visibili. Alle 5,15 del mattino del 10
giugno iniziava la battaglia dell'Ortigara; fino al giorno 20 fu un susseguirsi
di attacchi e contrattacchi, gli alpini arrivarono sino alla quota 2101, senza
poter sfondare la quota 2105, cima della montagna. Il 21 gli austriaci
passavano al contrattacco, il 30 giugno terminava la battaglia, senza che un
solo metro di trincea fosse stato conquistato. Sul terreno rimanevano circa
30.000 italiani e 10.000 austriaci, a testimoniare della violenza dei
combattimenti.
Paolo Antolini
(2)
Lequio
Berra 29-05-1915
43
Rgt. Fanteria
CATTURA
Fronte: Greco
Luogo
di cattura: Atene Data cattura: 08-09-1943 Liberato il 17 aprile 1945.
RIENTRO
Data
rientro: 04-06-1945
Note:
FONTI
PCM -
Archivio Anrp - MEF
INTERNAMENTO
Luogo
internamento: Stalag XIII D
Fu
un campo di prigionia tedesco costruito su quello che era stata l’area dei
raduni del Partito nazista a Norimberga, nel nord della Baviera.
Aperto nel settembre del 1939 per rinchiudervi civili oppositori, nel giro di
un paio di mesi, questi furono trasferiti per lasciare il posto ai militari
polacchi catturati dalle truppe naziste durante l’occupazione del loro Paese.
Dal maggio 1940, i prigionieri arrivarono in gran numero, fino a raggiungere le
150 mila unità.
Nell’agosto molti furono trasferiti in altri campi; vi rimasero solo quelli che
erano impiegati nell’industria locale e che facevano partedegli Arbeitskommandos (distaccamenti
di lavoro).
Nel giugno 1941 iniziò il massiccio afflusso di prigionieri sovietici, mentre
nell’agosto del 1943 lo Stalag fu gravemente danneggiato durante un’incursione
aerea alleata.
Dalla fine del 1944, giunsero da altri campi soldati americani e aviatori
britannici. Venne liberato il 16 aprile 1945 dalle truppe statunitensi.
Luigi e Boffa Rodolfo durante la Prigionia
ALLA DONNA CHE DURANDO LA GUERRA
LE AUMENTI LA FORZA
PER LA VITTORIA D’ITALIA
DILIA -LUIGINA- MARINA- CESARE- ARMANDO-AUGUSTO
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