mercoledì 8 luglio 2020

Memoria del proprio Credo



“Annunciare il vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone” (1Cor 9,16).
Fratel Nimal
La nostra umanità ci porta a fallire i nostri cammini personali e comunitari, ma questi fallimenti non sono la fine di tutto; sempre siamo chiamati a sollevare lo sguardo al Signore per ricominciare, sapendo che da lui riceviamo il mandato di apostoli, perché possiamo testimoniare gratuitamente la misericordia e l’amore gratuito di Dio per noi. Tentati di sentirci migliori, dovremmo sempre ricordarci di questa comunità di discepoli inviati a predicare il Regno con la loro povertà, le loro storie umane di figli e fratelli, piccolo gregge al quale il Signore non preannuncia l’esito glorioso della missione, ma un cammino di spoliazione, di incomprensione e rifiuto fino a perdere la vita per lui.
Queste parole non sono solo per i missionari, ma per ogni discepolo, chiamato dal Signore con il suo nome, la sua storia ferita, a essere apostolo, testimone gioioso dell’amore con cui Dio lo ha amato.
In questo “stralcio” dal Commento al Vangelo di oggi 8 Luglio, desumo l’incarico che ognuno deve avere per “testimoniare” la propria appartenenza alla Cristianità. Leggendo e ascoltando  altro mi chiarisco, senza aver pretesa di eliminare tutte le “nebbie”, quanto sia utile approfondire la conoscenza della Bibbia, lo studio dei Teologi e Conoscitori delle Sacre scritture. Di grande aiuto è risultato ieri l’ascolto della Intervista a Papa Francesco da parte di Don Marco Pozza:
Nell’intervista Papa Francesco affronta diversi temi:dai cristiani perseguitati al populismo. E poi satana, la fede, la mondanità, il lusso nella Chiesa, i movimenti ecclesiali, la mafia e i politici. Cita due volte Benedetto XVI e anche grandi autori, opere e personaggi dello spettacolo: Joseph Malégue (romanziere cattolico), Padre Henri De Lubac (teologo gesuita), Ludwig von Pastor (storico), Gustav Mahler (compositore e maestro d’orchestra), Vincent di Lerino (monaco benedettino e teologo del IX secolo), Anna Magnani, Turandot e il capitello di Vèzelay. Il Pontefice parla anche di Nuovi Orizzonti, i cristiani della Thailandia, la Chiesa in Corea, la leggenda della Madonna dei mandarini in Calabria.
Oltre ai molti spunti di lettura forniti da Pappa Francesco ho apprezzato l’onestà sia sua che di Don Marco nel ricordare da dove proviene la loro Fede! Credo fondamentale chiederci continuamente chi ci ha suscitato la scintilla per Credere! Per me la mia mamma in primis, ma anche i molti Educatori che ho avuto la fortuna di incontrare nel mio Cammino. Ne citerò alcuni ma ne ho tanti altri nel cuore! Don Aldo, Curato della mia infanzia che mi insegnò a sorridere quando l’Arciprete ci insegnava una “religiosità” fatta di storie dure, tristi e lugubri! Prof. Domenico che seppe farmi conoscere i miei limiti,Prof. Ada ins. di Filosofia alle Magistrali che mi appassionò allo studio dei grandi filosofi e che
seppe inviare ai suoi studenti un grande Messaggio aprendo le lezioni con l’atto del porre sulla cattedra una piccola “sveglia”<la Coscienza ,diceva!>
E ancora Don Raffaele, Don Franco, Don Giacomo che celebrava la Messa per Cesarina e Fiorina esponendo un’Omelia profonda come avesse avuto la Chiesa Affollata!
Ho voluto Onorare questi miei Educatori ed invito tutti ad aiutarsi nel Cammino effettuando la propria MEMORIA suscitatrice!
A presto!