Giordano
Francesca 1907 1997 Diano d’Alba
Testimonianza
raccolta nel 1997 da Beppe Fenocchio di Neive Arguello
I Novanta anni di nonna Cichina sono la
pubblicità del cielo sereno. Le sue mani ti raccontano quante “lessìje”
(lavaggi) hanno fatto, quante gaggie e gelsi hanno sfrondato, quante fascine
hanno legato, quanti bozzoli di baco da seta hanno scelto e quante canne hanno
sistemato.
Io e Carlo ci sposammo il 9 Aprile 1928 nel
Duomo di Alba. Siccome sono nata nel
Abbiamo vissuto sempre nella stessa cascina e
abbiamo svolto tanto lavoro. Cosa ci ha fatto più piacere è di avere
festeggiato insieme i sessantacinque anni di matrimonio, grazie al Signore. Questa
vita è volata, sarà perché il lavoro ci ha sempre aiutati a stare insieme e a
vivere sereni. Il ricordo più bello che mi torna alla mente è di quando andammo
fino a Serravalle a recuperare due sacchi di foglia di gelso per i bachi. I
nostri alberi non avevano più foglia e non avevamo nulla per i bachi. Mio marito
seppe che era possibile procurarsene a Serravalle Langhe e senza tante parole
partimmo e così salvammo i nostri bachi. Questi racconti oggi fan ridere i
giovani, ma per noi i bachi erano la sopravvivenza!!
Per far rendere questo lavoro mettevamo i
cannicci anche in camera da letto e per ridurre l’odore, mettevamo le mele a
maturare sull’armadio. Le coppie giovani di oggi non comprendono le fatiche
effettuate, ma ogni epoca ha le sue mode! Ringraziando il Signore sono arrivata
fin qua e spero vorrà ancora concedermi un po’ di salute.” Cichina ha sempre
avuto il sostegno della preghiera e pur soffrendo molto prima dell’amputazione
di una gamba e dopo, ha sempre cercato di camminare senza mai lamentarsi. Un
mattino non si svegliò, come aveva sempre chiesto, passò al sonno eterno, aveva
ancora, o già, la corona del rosario tra le dita.